Solita storia: gavetta più o meno lunga, primo disco importante centrato in pieno, grandi aspettative per il secondo. Aspettative che, è bene ribadire da subito, sono state mantenute anche se alcune precisazioni vanno fatte. Alla base di tutto c’è una specie di “Mastodon meets doom meets anni’70”, una sorta di post-hardcore/doom con retrogusto progressivo, ma questa volta le divagazioni sul tema (le solite: rallentamenti, botte psichedeliche, passaggi acustici etc.etc.) sono veramente tante e anche riuscite, il disco è in effetti estremamente vario. Cali di tensione evidenti non ce ne sono, anche. Tuttavia, questo ‘Blue Record’ sembra confinare i Baroness nella stessa dimensione che ha il Portogallo nel calcio. In sostanza, grandissimi manovratori, tecnica calcistica sopraffina (vedi Cristiano Ronaldo), ma alla fine mancano i finalizzatori che fanno vincere i mondiali. Per carità, formazione rispettabilissima ed è un piacere vederla giocare, magari in semifinale ci arriva, ma una finale devono ancora giocarla. E così possiamo dire che questo disco è decisamente buono, perfino continuo, e qualche volta affonda anche bene. Ma mancano i veri colpi da ko che possono trasformare un ottimo album in un capolavoro. Più che godibile, beninteso, e senz’altro si tratta di un disco di valore, peccato manchino quelle sfumature che potevano far gridare al miracolo.
ps: STREAMO!
http://www.relapse.com/ecards/bar_blue/
Nooo, i paragoni col calcio no! Bel disco comunque, mi ci sono voluti 3 o 4 ascolti completi per digerirlo ma alla fine ne è valsa la pena
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