Il disco precedente si chiamava Shout At The Döner e la copertina prendeva randomicamente per il culo i Mötley Crüe (il titolo, la grafica, le umlaut dappertutto) e i Radiohead (lo sgorbietto pazzerello che fa tanto paranoid android); questo si chiama Songs About Fucking Steve Albini e tira in mezzo, totalmente a buffo, allo stesso tempo il grande capolavoro dei Big Black e l’uomo che l’ha creato. Il pretesto è che l’intero album è stato realizzato interamente in analogico, come vuole il dogma numero uno dello Sgradevole Americano, ma le corrispondenze con la musica, la mentalità e il modus operandi di Albini si fermano qui. Il disco è un ritorno all’ambient di P.S. I Love You allo stesso modo in cui St. Anger per i Metallica era un ritorno al thrash: come infatti l’ambient di P.S. I Love You era fico e coinvolgente e interessante, similarmente i nove momenti di Songs About Fucking Steve Albini sono stanchi, fiacchi e sciatti, durano un’eternità e non portano da nessuna parte. Una gran rottura di palle peraltro supportata da uno humour stralunato e gratuito da latte alle ginocchia. Ah, i titoli sono tutti diversi anagrammi di “Miguel de Pedro” (nome di battesimo del ragazzo). È ufficiale: Kid606 è alla frutta.
vabbè ovviamente ‘lasciate che il martello cada su questa inutile proposta musicale’ vince il premio di ‘oddio che cazzo mi hai ricordato’ degli anni 2000.
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