PITCHFORKIANA – SPECIALE DEATH METAL: Abscess, Arkaik, Distorted Impalement, Lie In Ruins, Unleashed


ABSCESS – Dawn of Inhumanity (Peaceville)
Chris Reifert è tra gli eroi in assoluto meno celebrati della scena, nonostante abbia suonato sul miglior disco dei Death, sia stato la mente degli Autopsy e da quindici anni come Abscess continui a pubblicare grandi album nel disinteresse generale. Dawn of Inhumanity non inverte la rotta: cinquanta minuti della solita splendida miscela di death metal old school, black metal e crust, con il solito artwork manicomiale pieno di globi oculari ovunque che al confronto Nick Blinko o Pushead sono pittori veristi. È recente la notizia della reunion degli Autopsy, ma se c’è qualcuno che più di ogni altro merita di passare alla cassa è proprio Chris Reifert. 8.2

ARKAIK – Reflections Within Dissonance (Unique Leader)
Death tecnico alla vecchia con tanto di copertina che sembra di essere stati ricatapultati direttamente nel 1996: un gran bailamme di sfuriate di doppia cassa e cambi di tempo repentini e arzigogolati che manco i Nocturnus, riff melmosi, sovrapposizione bentoniana vocione orchesco/screaming disumano, concept fantascientifico-apocalittico con titoli tipo The Transcendent Spectral Path (l’obbligatoria intro strumentale di un minuto con chitarre liquide alla Lack of Comprehension), Obscured Luminosity, Elemental Synthesis o Womb Of Perception. Un gioiellino. 7.8

DISTORTED IMPALEMENT – Straight In Your Face (Twilight Vertrieb)
Porno-brutal-gore con i controcazzi, rigorosamente sessista, misantropo, misogino e tutte quelle altre cose che fanno incazzare gli irriducibili delle Giuste Cause, per nulla noioso ed anzi estremamente divertente e coinvolgente nonostante si muova su terreni già ampiamente scandagliati in altri tempi e da altre band. Loro sono austriaci e con un sussulto di arroganza da ras del quartiere si autodefiniscono Austria’s Finest in Brutality. Magari hanno ragione. 7.4

LIE IN RUINS – Swallowed By the Void (Spikefarm)
Questi arrivano al primo album soltanto ora ma esistono dal 1993, e grazie a Dio nel 1993 ci sono rimasti – perlomeno musicalmente: puro death metal finnico putrido, torbido, raggelante e morbosamente inquietante, con la batteria che sembra registrata in una grotta e gli agghiaccianti latrati del singer direttamente da dentro una bara già sepolta sotto metri di terra. Nessun virtuosismo inutile, nessuna finezza da ingegnere del suono maniaco della pulizia, “soltanto” quattro accordi e un’attitudine, e il marcio inestirpabile nell’anima. Ad avercene. 8.3

UNLEASHED – As Yggdrasil Trembles (Century Media)

Ennesima porcata pseudovikinga, “epica” quanto uno scaldabagno difettoso, di una band un tempo enorme (i primi tre album sono e restano pietre miliari irraggiungibili dell’intera storia del death metal) ma che da troppi anni non riesce a pubblicare dischi che non sembrino scritti, pensati ed eseguiti da un’orchestra di mongoloidi. Una roba tanto imbarazzante da muovere a compassione. 1.4

2 pensieri su “PITCHFORKIANA – SPECIALE DEATH METAL: Abscess, Arkaik, Distorted Impalement, Lie In Ruins, Unleashed

  1. Pingback: Tanto se ribeccamo: AUTOPSY « -bastonate-

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