Questo post serve a togliermi un sassolino dalle scarpe. Trovo giusto oggi, linkato sul forum del mucchio, un editoriale di Alberoni sul corriere nel quale (spinto da numerose telefonate di persone addolorate) il Nostro decide di dare un parere ragionevole in merito al sempiterno legame tra morte per overdose ed essere rockstar. Nella fattispecie, il pezzo contiene il passo seguente:
Tutta la musica italiana, anche negli anni Sessanta, da Modugno a Endrigo a Mina a Battisti, esprime i sentimenti abituali, l’amore. Il rock no. È americano, nasce dall’espansione di sé, dal superamento delle emozioni normali. È espressione di esperienze parossistiche possibili solo con la droga.
Ecco, volevo solo rassicurare i miei genitori (tra i più grandi e devoti fan sia di Alberoni che del blog Bastonate) delle seguenti cose:
1 personalmente non ho mai telefonato addolorato a Francesco Alberoni per chiedergli un parere in merito alla morte delle rockstar sotto i trent’anni, e se questa cosa dovesse mai uscir fuori dalle intercettazioni sapremo per certo che questo paese è in mano alle toghe rosse. A questo proposito, tra l’altro, rosico molto: nessuno mi telefona da settimane, e nemmeno via mail mi arrivano mai richieste acchè io esprima un parere a casaccio su un qualsiasi argomento di cui non so cose. Abbiamo anche chiuso l’apposito blog, due giorni dopo l’inaugurazione.
2 non faccio uso di stupefacenti. la ragione è che non posso economicamente permettermi una tossicodipendenza da eroina. tutti i soldi che non spendo per comprare dischi rock che supportano le droghe pesanti, Lucifero, la pulizia etnica e l’odio per gli animali sono deputati al sostenimento dell’abbonamento all’app Corriere.it per iPhone.
Grazie mille.
Non so se manchi un po’ di arguzia, forse, più semplicemente, non riesce a rassegnarsi alla vecchiaia. Del resto, chi mai può riuscirci?
Ceronetti!