Due dischi belli al prezzo di un cazzaccio de niente

La maggior parte di noi non aveva abbastanza soldi per svolgersi una dipendenza da dischi noise durante l’epopea Skin Graft in tempo reale, ma questo non vuol dire che non possiamo millantare un’appartenenza di lungo corso e/o qualche conversazione su mIRC con Weasel Walter. Voglio dire, male non fa, anche a lui. Ok, sono già fuori argomento. C’è un disco nuovo dei Putiferio che suona un po’ come le tre righe di cui sopra, cioè come il disco dei Putiferio con Favero alla batteria (ora si limita a produrre e suonare il basso in qualche pezzo e a suonare al concerto del primo maggio con un altro gruppo demmerda e gli occhiali da sole e l’uomo del mixer che smette bassi e chitarre e batterie per non far scendere l’attenzione sulla performance capovilliana), e un po’ come una specie di misto tra certe cose ita-postpunk di seconda generazione stile Afraid! e come svariate altre cose che prevedano chitarre secche e tempi storti e una registrazione fatta coi crismi e dei pezzi e un casino di botta. Il disco è in streaming/download gratuito sul sito di Macina Dischi e diocristo in vendita sullo stesso sito al modico prezzo di un CD qualsiasi.

 

 

 

Parlando di scene alle quali ci piace millantare di essere appartenuti, cioè (ancora) il postpunk italiano della prima metà dei 2000 E il neofolk, è uscito il nuovo disco di HAVAH, cioè Michele Camorani già LaQuiete Raein o Serimal, che nel (probabile) tentativo di trovare una via italiana ragionevole a quelle robe neo-shoegaze-surf inciampa in un disco così oscuro e negativo che nonostante le premesse di suono siano sostanzialmente in linea con le intenzioni del progetto e il disco precedente, la prima cosa a cui viene da pensare ascoltando le parti vocali è una specie di revisione emo-solidale degli IANVA. Giuro su dio. Il disco fisico esce tra un mesetto, ma è già in streaming e fa stare proprio di merda.

3 pensieri su “Due dischi belli al prezzo di un cazzaccio de niente

  1. I primi secondi di Havah sono molto belli. Oltre di solito non vado, o se vado ho già scritto il mio parere su tutti i supporti scrittori duraturi di mia conoscenza, quindi non conta.

    Sembrano tipo degli Jesu coglioni, ossia degli Jesu esattamente come gli Jesu. Credo si legga “ièsu”, quindi ecco spiegato il mio “gli”.

    Bravi, mi sono piaciuti. Non lo dicevo di un disco italiano non mainstream da almeno 18 anni.

  2. Pingback: DIME CAN, MA NO ITALIAN #6: KELVIN, WOOLTER E ALTRI EROI DE MACINADISCHI | BASTONATE

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