il listone del martedì: CINQUE STRUMENTI MUSICALI DA PURGARE

Ma CERTO che si può fare buona musica con qualsiasi strumento, è che con alcuni strumenti in particolare ho accumulato così tante fregature che piuttosto di fidarmi un’altra volta preferisco una botta di sano pregiudizio razzista. Nella fattispecie:

BASSO SLAPPATO

Beng beng beng. L’altra settimana un tizio diceva su Twitter “il basso slappato fa sempre e solo cagare” e io ho avuto il cuore di pensare “no, dai”. La tremenda verità in questo tuttavia è che il basso slappato fa effettivamente slappare fuori, piglia male al minuto e mezzo qualunque sia il contesto e l’artista. Ma no, pensa solo a Jaco Pastorius, bassista che ha liberato la musica e nel farlo ha creato quasi solo musica noiosa e brutta in culo la cui noiosità e bruttezza in culo è senz’altro opinabile ma se volete vi sbatto in faccia un milione di altri esempi tipo FLEA (dio quanto odio i Chili Peppers, ma non i Chili Peppers mosci e merdosi da Californication in poi che tutti odiano e che invece io in qualche modo rispetto in quanto merda sbagliata e irredimibile, dico i Chili Peppers in generale, la loro esistenza e il loro essere fighi e prodotti da George Clinton o qualcuno di quei tipi lì negli anni ottanta e il fatto che il vero genio dei quattro fosse John Frusciante che peraltro tutta la roba figa l’ha fatta in stato di incoscienza, a sempiterna testimonianza del fatto di quanto genio e buona musica non leghino). Ma anche Les Claypool, che avete pazientemente atteso sei o sette righe prima di sentirlo nominare, voglio dire, per quanto cazzo di tempo (dopo i 23 anni) riuscite ad ascoltarvi i Primus prima che vi venga il nervoso? SETTE MINUTI? Anch’io.

VOCODER

Lo so, lo so, i Daft Punk. Anche io una volta, tipo martedì scorso. Ti ascolti i Daft Punk e lì sul momento è tutto così solenne e con le tette così grosse che in quel momento ti capita di pensare che senza il vocoder il mondo sarebbe probabilmente un posto più triste. L’anticlimax è dato dall’ascoltare QUALSIASI ALTRO PEZZO DI QUALSIASI ALTRO ARTISTA che contenga parti vocali pitchate, ammesso che si dica davvero così, meglio se rap stronzo fatto da dei duri che vengono dalla strada e trovano riscatto nel rap evitando così di finire in galera e chiavandosi tonnellate di fica bionda e anoressica, e nonostante l’una e l’altra cosa droppano cose tipo questa con la gente che ascolta e contestualizza e conclude che a ragion veduta è QUESTO il periodo d’oro del rap. Parafrasando Rollins: è venuto prima il vocoder o l’assenza di vergogna?

SITAR

Lo stato dell’arte del sitar, il motivo per cui probabilmente è stato inventato duecentomila anni fa, è quello di damascare parti di chitarra becera in pezzi techno-trance fuori scala. Non so perché ho detto damascare, cioè so perché l’ho detto e cioè che in realtà per me da Lubiana in poi tutti gli orientali sono più o meno gli stessi, cioè appunto orientali, né migliori né peggiori ma vivono ad est in posti più caldi tipo la Mongolia e il Nepal suonando la loro goa-trance di merda con i sitar a palla e le tipe di fianco col volto coperto. OK, probabilmente sono i MIEI valori a essere fuori scala e voi continuate pure ad ascoltare i vostri sitar di merda nei pezzi dei Rolling Stones e soprattutto dei Metallica (sentire il sitar all’inizio di Whenever I May Roam è una delle cose che ti fanno perdere per sempre l’innocenza; chiudi gli occhi per un minuto e ti sembra tutto finito, poi PUF!, gli Apocalyptica). Tra l’altro a quanto ho capito facendo un giro sull’internet il sitar non è un vero e proprio strumento, piuttosto uno stato della mente a cui si riferiscono quasi tutti gli altri strumenti costruiti nell’India settentrionale (sto scherzando). Non siete d’accordo? Fate anche voi parte del problema.

GIRADISCHI

Tanto ve lo ricordate quel momento della vostra vita in cui anche per dieci minuti avete pensato –fomentati da giornalisti merdosi che sono giustamente passati ad incassare nel brevissimo, finendo dal drum’n’bass alla direzione di magazine femminili generici- che il giradischi fosse la nuova chitarra, abbassando il livello sia del rock che soprattutto dell’hip hop qualsiasi cosa sia. Vi siete pentiti in tempi non sospetti della cosa ma avete fatto finta di niente, anche quando tutti i gruppi crossover mettevano in formazione dj prezzolati che in nessun caso servivano a qualcosa (il massimo esempio è sicuramente Dj Lethal entrato in forze a degli ancora sconosciuti Limp Bizkit, il cui contributo fu giustamente ridotto ai minimi termini al fine di rendere il gruppo una potenza economica), così come l’inclusione forzata del ROACK nell’avanguardia occidentale dei breakbeat e di tutta quella merda lì, con la raccolta HEADZ esempio massimo dello squallore ideologico legato all’epoca del crossover e la terribile realtà di gruppi come Apollo 440 e Prodigy –a un certo punto Liam Howlett decise che il successo di The Fat of the Land era sospetto e iniziò a pubblicare mix di sapore vagamente old school, se non mi ricordo male e credo di no. Oggi il giradischi è (fortunatamente) ridiventato un pezzo da museo e un modo per ascoltare i dischi invece che per farli, la sua utilità si limita al rap fatto come lo facevano una volta (uno sport in cui sì, rimane l’unico strumento che ha senso utilizzare, parlo per sentito dire) e la possibilità di ascoltare scratch e stronzate simili nei pezzi pop è piuttosto limitata. È anche vero che questo non ci ha portato a una cultura più sana, ma insomma.

FISARMONICA

La fisarmonica in sé richiama l’idea che di tutti i posti in cui potreste vivere quello in cui più ardentemente desiderate di stare è la Bulgaria. Io ho un amico che ha davvero queste preferenze e riesce ad essere al contempo una persona figa, ma quello che ascolta è più che altro gangsta rap o reggae becero o indierock normale. Il resto della gente semplicemente non ha scuse di sorta. Flirtano col FABER e sognano un indiepop balcanico con un lato umano, umano in quanto balcanico appunto, quasi tutto proveniente dall’America o da posti tipo Santarcangelo, carico di tensione emotiva e fatto apposta per fare sposare la ragazzina fashionable coi vestiti della nonna anni cinquanta e gli occhiali a cul di bottiglia con la sua migliore amica equa e solidale vestita di canapa, entrambe fichissime e oggetti del desiderio di maschi ignoranti e non coscienti di esserlo che comprano dischi con fisarmoniche liuti e flauti (quando va bene marchiati Leaf) per rimediar limoni e toccatine innocenti. L’unico legame serio tra fisarmonica e leccare la figa è stato Dick Contino, del quale non ho mai sentito nulla –in effetti non so nemmeno se esista davvero, se non per il fatto che è citato in una dozzina di libri di Ellroy come appunto gran leccatore di figa. Avrei voluto menzionare anche l’ukulele ma è un bersaglio troppo facile e dozzinale i cui suonatori evidentemente amano essere coperti d’insulti.

29 pensieri su “il listone del martedì: CINQUE STRUMENTI MUSICALI DA PURGARE

    • YEA! ma comunque anche se non, stiamo parlando del paleolitico diocristo. anche il carbone ha fatto qualcosa di buono nella storia dell’umanità ma è comunque una cattiva scelta come fonte di calore.

  1. Paleolitico o no, personalmente credo che sia ancora molto meglio tanta roba attuale… Comunque degustibus, sarà che ti fa cagare il Funk et similia… Comprensibile… Però buttare tutto nel calderone non mi sembra giusto. Me ne farò una ragione eh… Vi leggo comunque volentieri…

  2. e dire che io è anni che vorrei prendere lezioni per imparare a slappare :V. plus riesco ancora ad ascoltare quasi per intero “sailing the sea of cheese” e pure quello là delle cover (che però di slap, mi par di ricordare, ce ne fosse quasi nulla) ma forse è perché son vecchio o perché suono il basso o entrambe le cose. per il resto tutto vero verissimo, soprattutto fisarmonica/ukulele.

  3. La chitarra otto corde. Il Chapman stick. La pentola che ci picchi sopra che suona quel tipo in spiaggia a Barcellona. Tutta roba che sì, bello vedere la fricchettonata cinque minuti ma chi cazzo è il malato di mente che si compra il CD di ‘sta roba?

  4. Sul basso slappato avrei parecchio da ridire ma essendo bassista sono patito di funk e quindi probabilmente sono di parte, cionondimeno secondo me con sti listoni stai cominciando a pisciare fuori dal vaso

  5. No ma diciamolo una buona volta: Pastorius può annoiare. Bravissimo ottimo eccetera, dai Jaco facci l’assolo: … ptannng… turuturutu… pting… Per carità se conosci il jazz o chissà che segreti arcani starai godendo ma altrimenti senza una educazione sono dei rumori a cazzo. E io non ci credo che tutta la gente che dice W Pastorius capisca davvero quello che suona e possa apprezzarlo. Tipo, lo ammetto: io non capisco praticamente nulla di jazz e Pastorius mi sembra faccia bellissimi rumori a cazzo. L’effetto Zorn, ecco.

  6. TUTTO VERO sul basso slappato. Conduco qui l’ennesima puntata della mia lotta per il buongusto e la pronuncia:

    Jaco Pastorius, che in effetti fa schifo al cazzo, è l’essenza stessa della Scuola di Musica, il Saturnino della musica dignitosa, diciamo – ecco, il suo nome si legge GIACO o al limite GECO come le schifose lucertole, non IACO come lo chiamano tutti a Roma e forse anche fuori. ODIUS!

    I Red Hot Chili Peppers, essendo di fatto Peppers che sono anche Red, Hot e Chili, non li puoi chiamare i Chili Peppers, sarebbe come chiamarli i Red Peppers o gli Hot Peppers o gli Hot Pants o i Tallica. Sei uno snob di merda. Chiamali per esteso, oppure Peppers. Comunque è vero che sono passati da far schifo duro a far schifo forte, nel senso, da Californication in poi è Another Form of Schifo, hanno cambiato genere, ma erano merde pure prime. Quel cazzo di basso.s

  7. Io avrei detto i bonghi. Così in un colpo solo ti levavi di culo bongo, bongoloide e piattole in un colpo solo.

    ps: vogliamo parlare del bassista inesperto che per provare il basso dell’amico prova a SLAPPARCI? Quando lo facevano al mio basso soffrivo sempre un po’.

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