La rubrica pop di Bastonate che a questo giro la chiamiamo “i dARI di Der Mussolini se Mussolini fosse stato americano nonché fan dei Brainiac”: The Faint – Evil Voices EP (autoprodotto)

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Ci sono drammaticamente (e definitivamente) arrivato guardando per dieci-venti-trenta minuti un Mix On Tv a tema dance anni ’90 di Andrea Cecchinato su Canale Italia Musica: i Paradisio venivano dal Belgio – e non dalla Spagna come tutti pensavamo – ed hanno fatto molto di più di Ryanair e delle altre low-cost per far conoscere la Spagna ai belgi e/o agli altri popoli dell’Europa centro-nord (una Spagna virtuale, una Spagna quasi bella e lucente come quella vera). Urge una loro reunion, o quantomeno un recupero cosciente ed intelligente delle loro megahit Vamos A La Discoteca (in misura minore) e Bailando (nel suo Mix On Tv un impeccabile Cecchinato ha avuto il coraggio di recuperarla, non mi ricordavo che sotto quelle parrucche colorate e quella voglia di festa ci fosse nascosto tutto quello spleen – un vero disco dramma). Quelle canzoni hanno tanto da dire ancora oggi, un’epoca in cui pare di essere entrati in un loop temporale che parte dal 1996 ed arriva al 2001, andata e ritorno fino allo sfinimento – quelle canzoni siamo noi, noi come io collettivo.

Tanto per dire, noi come io collettivo siamo talmente in loop temporale 1996-2001 che Spiller (un altro eroe di quegli anni, uno che dopo aver fatto il botto con Groovejet feat. Sophie Ellis-Bextor non ha mai smesso di crederci) se ne esce con un singolo nuovo feat. Nina Miranda (quella degli Smoke City, quella di Underwater Love e Mr. Gorgeous che quando le ascolto mi rendo conto che sono invecchiate meglio di Tricky, Massive Attack e di altro favoloso trip-hop che era hype sul finire dei novanta – quando appunto il termine “trip-hop” cominciava a non essere più hype). Roba fina, roba che riesce a fare molto più di Ryanair e delle altre low-cost per farti viaggiare spendendo poco e farti conoscere la Spagna (nel senso della nazione, ma anche di Ivana Spagna), Portogallo, Francia, Germania e Gran Bretagna. Roba che le parrucche colorate indossate dalla cantante dei Paradisio (l’unica spagnola del gruppo, sia nel senso di nazione che di Ivana Spagna) erano nulla in contronto, anche perché è filter house estate 99/estate 00 di quella tagliata benissimo – e poi la voce di Nina Miranda, dai.

Cosa c’entra tutto questo con i Faint? Niente oppure tantissimo. Dunque, dove eravamo rimasti? Ai Faint che fanno un disco nel 2008, un relativo tour che tocca anche Europa ed Italia (i Faint son riusciti molto più di Ryanair e delle altre low-cost a farti viaggiare spendendo poco e a farti conoscere Spagna, Portogallo, Francia, Germania e Gran Bretagna) e poi il nulla. Pausa. Intervallo. Buio. Nessuna notizia. Nessun dolore, per dirla alla Lucio Battisti-Mogol (Mogol tra l’altro viaggia con Ryanair ed ha pure il coraggio di lamentarsi se rimane bloccato – ma questo è un discorso che non sto qui ad approfondire perché non mi pare il caso e poi se lo faccio pare quasi che io stia facendo pubblicità occulta a Ryanair. Sì la sto facendo e mi pagano in buoni viaggio. Prossima settimana vado ad Ibiza, tanto per recuperare in maniera cosciente ed intelligente i Paradisio e la loro musica über-concettuale. Ivana Spagna, Spiller, occhi a spillo, tutti a letto quando è giorno, cazzo ce ne frega madama la marchesa). Sito non aggiornato, MySpace fermo al 2009 (se digiti “The Faint” su Google il primo risultato è il sito del gruppo e mentre il secondo è la pagina MySpace, se solo Lucio Battisti fosse ancora vivo e tecnologicamente aggiornato Mogol scriverebbe per lui un testo che parla di questo e di quanto è troppo 2008 MySpace come concetto e come cosa concreta) ed noi come io collettivo che cerchiamo di continuo notizie e gossip nella speranza di un qualche concerto in Europa – manco fossero gli Avalanches che dopo Since I Left You uscito nel 2000 non hanno più fatto nulla e continuiamo ad aspettarli invano (torna inesorabile il discorso sul loop temporale 1996-2001, ma a questo punto mi sono rotto le palle di parlarne e vado oltre) – o comunque di un qualsiasi segnale di vita.

In realtà, i Faint davano eccome segnali di vita – solo che noi in Europa non avevamo la possibilità di coglierli. Nel 2012 hanno fatto un tour negli Stati Uniti in cui eseguivano per intero Danse Macabre uscito nel 2001 (qualcuno ha detto loop temporale 1996-2001? Qualcuno si è chiesto perché il tour non è stato fatto nel 2011 per celebrare il decennale dell’uscita del disco ma solo in occasione di una ristampa? Io rispondo sì ad entrambe le domande dato che me ne fotto di tutte le mie menate) ed hanno ripreso ad aggiornare sito e MySpace. E, a fine 2012, l’Epifania tutte le feste porta via nelle vesti di un nuovo EP autoprodotto dal titolo Evil Voices. Finalmente materiale nuovo – il mio cervello ormai fottuto dal loop temporale 1996-2001 pensa subito ad Evil Empire dei Rage Against the Machine, ma l’EP dei Faint fortunatamente non c’entra nulla con il pur rispettabile Evil Empire – e che materiale! Quattro tracce che suonano più scure che mai e malate che mai, più o meno come se i Duran Duran di Save a Prayer decidessero di improvvisamente di suonare cover dei Front 242 o viceversa (tra l’altro, non conosco i Front 242 se non per un semplice mp3 che il dj che suonò alla festa di laurea della mia ragazza mi mise gentilmente su una pendrive zeppa di mp3 di dance anni novanta – ma fingo di conoscerli a menadito tanto per far saltare i nervi all’eventuale lettore con il discorso del loop temporale 1996-2001 e con il fatto che i Front 242 venivano dal Belgio come i Paradisio ma non parlavano di Spagna, vacanze o discoteche) o ben più probabilmente come se i Faint per celebrare il tour celebrativo (gioco di parole non casuale) di Danse Macabre decidessero realizzare una loro versione di Black Celebration dei Depeche Mode, più macabra e meno ballabile dell’originale-capolavoro. Potrei continuare a sparare etichette a caso del tipo “i Devo che mettono mano al repertorio degli Human League che mettono mano al repertorio degli Stranglers che mettono mano all’armadietto di pasticche di David Bowie ed Iggy Pop quando vivevano insieme a Berlino e probabilmente erano fatti come scimmie tutto il giorno (nessuna allusione alla diceria secondo la quale David Bowie era solito abusare sessualmente di Iggy Pop quando questi era strafatto” oppure “i DAF di Der Mussolini se Mussolini fosse stato americano nonché fan dei Brainiac” o magari “i dARI di Der Mussolini se Mussolini fosse stato americano nonché fan dei Brainiac”, ma mi fermo qui e concludo dicendo che in Evil Voices c’è un maggior uso della tecnologia dato che siamo nel 2012 e le quattro tracce scorrono via troppo in fretta, talmente veloci che a questo punto un disco nuovo, intero, inedito dei Faint diventa un dovere morale. Se in questo disco nuovo riuscissero pure ad infilarci dentro qualcosa del tutto simile all’assolo di chitarra elettrica (magari è un synth che suona uguale ad una chitarra elettrica o ben più probabilmente è solo una base midi da karaoke in un locale pre-disco di Ibiza 1997) che si sente circa dopo due minuti e cinquanta di Vamos A La Discoteca dei Paradisio diverrebbero all’istante i più grandi di sempre. Attendiamo fiduciosi.

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