SUONARE A GRATIS [gentilmente ospitato in LA PESANTATA DEL VENERDÌ]

fugazi definitiva (1 di 1)

Se ancora non si è capito, quando un musicista si lamenta su fb di qualcosa che è andato storto in una qualche data UGUALE cagare il cazzo.
Già la parola musicista spesso fa rabbrividire, ma ne parliamo più sotto.
Per quanto uno abbia ragione, nel momento in cui si lamenta, anche coi toni più sublimi e sinceri, l’effetto che fa è quello.
Più in generale, devo ammettere che personalmente tutti quelli che si lamentano un po’ mi stanno qua. L’altra sera c’era questo programma con degli scrittori in tv, l’ho scoperto perché su Twitter tutti un po’ a sfavare, molto per il lol, ma anche per cagare il cazzo. Se una roba non puoi digerirla, non la mangi. Ma davvero non è obbligatorio che stai lì a menarla. Sarà per altri. Il target sono altre persone che non sei tu. Se anche le altre persone verranno a mancare, allora quella roba finirà.
Dall’altra parte, ci sta anche questa cosa che sfava parecchio, ovvero che se sei un musicista (sic) scatta subito l’obiezione: Vai, suona e taci.
Me lo dicevano a vendemmiare: “Vindemia e tes” (trad: Vendemmia e taci. Grazie boss)
Che ha anche una sua verità: piuttosto che, meglio tacere.

Ora però cago il cazzo per 3 righe.
Una delle ultime date con la mia banda è andata a finire che non ci volevano pagare. Tutti hanno i loro buoni motivi, sia per chiedere soldi che per non darli. Alla fine ci hanno pagato 1/3 del pattuito e pochi complimenti. La tentazione di mettersi lì la mattina dopo e fare il GRANDE SPUTTANAMENTO è forte, ma dopo un po’ te la tieni per te. Si scrive alle band che devono suonare là, ad amici del posto, glielo si dice, lo si dice alle agenzia di booking, fine. Quello che dovevamo dire a loro l’abbiamo fatto la sera stessa, tra l’1.00 e le 2.30. Alla loro domanda “ma io faccio il dog-sitter, dove li trovo i soldi?”, la nostra risposta è stata “e noi suoniamo, dove li troviamo i soldi?”. Ma i soldi, ahitutti, non c’erano. Fine.

Foto di Francesca Sara Cauli | utilizzata da R. P. Sheppard (cantante dei Sophia) per copertina cd e tshirt delle acoustic sessions, con la seguente proposta economica: “And how would about 25€? Is that symbolic enough for you? I can PayPal it to you once I transfer some money back into my account, Ok?”. Mai arrivati. Come non arrivò né il cd né la maglietta.

Quando non ti pagano per una roba che hai fatto è brutto.
Ma quando non ti pagano per una roba che hai fatto apostrofandoti che quello che hai fatto è: suvvia, cosa vuoi che sia stato chiuse virgolette, è frustrante. Quanta saggezza in un tweet, eh?
Ma saremo milioni quelli che negli ultimi anni non sono stati pagati per dei lavori che avevano fatto. Ergo puppare, si ama ripetere. Puoi fare la pletora di argomentazioni che vuoi, ma ad un certo punto, per motivi che spesso è meglio non sondare, chi ti doveva pagare non ha più un ghello, e di conseguenza neanche ciò che ti doveva. Quanta saggezza. Poca. E infatti non è di questo che voglio parlare.

OBIEZIONE:
Se parli contro i centri sociali non hai capito niente dei centri sociali.
A parte che non ho ancora detto nulla contro i centri sociali, anche quando lo dirò non parlerò contro i centri sociali. Ho insegnato italiano agli immigrati in un centro sociale, mia moglie non avrebbe un lavoro se non esistessero i centri sociali, ho suonato e continuerò a suonare nei centri sociali, il concerto più bello della mia via l’ho fatto in un centro sociale. Fine.
La coincidenza sfigata è stata che la data andata male è capitata in un centro sociale, dove però c’erano delle persone che non avevano nessuna idea di cosa significasse andare in giro a suonare. Forse è di questo che voglio parlare. Del fatto che stai provando a fare di quello che ti piace un mestiere, ed è difficile semplicemente farlo capire. Non intendo la zia di Agnese, che ancora mi chiede se sono senza lavoro. Intendo qualcuno che ti chiama a suonare. Che ti chiama LUI a suonare.

OBIEZIONE:
Se diventa un lavoro si perde tutta la poesia.
Questa è una cosa che avevo detto anche io. In realtà mi devo smentire.
Consideriamo anche che una bella fettona della musica che ci fa smaialare ogni giorno è fatta da gente che fa il musicista di professione. Che tremenda endiadi: Musicista + Professione. Farsene una ragione.

L’avete visto questo documentario sui Fugazi? È una roba abbastanza totale. Andrebbe visto ogni 4 mesi. Le avete viste le parti in cui Ian McKeye se ne sta a contare i dollaroni dopo i concerti? Io sì. Perché senza quei dollaroni Ian McKeye e soci forse non avrebbero fatto nulla dopo Red Medicine. Buttali via.

Ma al di là dei Fugazi, a me sta benissimo che pure Al Bano, Appino e J-Ax facciano la loro musica e prendano i loro soldi. Semplicemente non mi interessa. Però sospetto sempre che quando ci sono più di 5 zeri, più ci sarà qualcuno che farà un lavoro sottopagato.

Foto di Gabriele Spadin |, sottratta senza consenso e utilizzata a scopo promozionale. Mai pagata. Vai GIANLUCA comunque.

Foto di Gabriele Spadin | Sottratta senza consenso e utilizzata a scopo promozionale. Mai pagata. Vai GIANLUCA comunque.

Sono tanti i mestieri che fanno fatica ad essere riconosciuti come tali. E la differenza che passa tra fare quello che ti piace per passione e fare quello che fai con passione per soldi è una cruna minuscola, ma che fa tanto parlare. Fai delle foto e vuoi dei soldi? Scrivi per un sito e vuoi dei soldi? Vai a suonare e vuoi dei soldi? Fai i soldi e vuoi dei soldi? Registri una band in uno studio e vuoi dei soldi? QUANDO MAI.
La zia di Agnese la pensa così, più o meno. Ma uno che ti chiama a suonare – presupponi –  dovrebbe pensarla altrimenti.
Capita che no. Amen.

Al momento quello che faccio nella vita che mi fa guadagnare dei soldi è andare in giro a fare concerti.  E devo dire la verità: la poesia non si è persa, ma è aumentata tantissimo. E le cose che mi faranno ricordare questi mesi come alcuni dei più belli della mia vita pure. Guadagno come se facessi un lavoro part-time. Ed è quello che voglio, mi va bene così, prima facevo un lavoro e andavo a suonare e la vita era molto più difficile. Mia moglie che vuole fare i conti fino in fondo, ha deciso di provare a capire quanto guadagna lei all’ora facendo quello che fa (la fornaia, in un laboratorio che abbiamo messo in piedi in quella che una volta era la stalla). A conti fatti prende circa 5.70 € all’ora. Io che non ho lo stesso zelo non farò i conti, ma so per certo che non supererei i 4€/h. Ma anche se li facessi, non ci sarebbe nulla che mi farebbe passare la voglia. Idem per mia moglie. E se tra un anno non potrò più camparci, lo farò uguale, senza camparci come ho sempre fatto finora.

Ma nel momento in cui ci campi è come se comparissero altre robe più sgodevoli, tipo il livello  del precariato in cui sei finito (non un novità), e poi il fatto che quello che fai non può fare a meno di mercificarsi un po’. Perché se chiedi tot soldi poi deve venire tot gente, o qualcuno ci rimetterà dei soldi. Se non viene tot gente poi fai la figura di quello che non vale tot soldi. E l’atmosfera di sembrare al palio del bestiame è a un attimo da lì. Fa parte del gioco, a me piace anche così. Più o meno va così per ogni questione che riguarda altra gente che ti deve venire a cercare. Ma non sto parlando di musica tout court, sto parlando di andare a suonare. E il gioco che ruota attorno a questi soldi è fatto di tre parti: 1) chi viene a vedere un concerto e paga un biglietto 2) chi organizza il concerto e paga la band 3) la band che prende dei soldi. Talvolta il concerto è a ingresso gratuito, e la gente entra a far parte del circuito monetario perché magari rifocilla le casse del bar.
Quando una data va male, quando capita il fatidico bagno di sangue, significa che con gli ingressi e/o il bar non ci sono i soldi per pagare la band, e qualcuno ci rimetterà dei soldi.
Con la mia banda è successo un paio di volte. Sono anche poche, e la cosa è splendida perché non torni a casa con la sensazione di aver rubato. Torni a casa con la sensazione che nessuno è scontento. Magari qualcuno poteva essere più contento, ma quello è sovrimpresso alla vita in genere, una serata non cambia la statistica.

Sono tutte variabili delicate. Ho organizzato tanti concerti, so cosa significa essere dall’altra parte del bancone. Trovo pure delle date ad alcune band di amici. E noleggio un furgone. Ho fatto esperienza di tutti gli ingranaggi ergo non cagare il cazzo. Tuttavia, nel gran traffico delle trattative e dei conti finali, se viene a mancare una componente, sono cazzi per tutti, e quella componente è l’onestà.
Ci sono tanti modi per andare a suonare e contrattare il tuo cachet.
Nel piccolo mondo che frequento io le modalità potrebbero essere queste:
1. Vieni gratis (variabile: vieni gratis + il bere e/o il dormire)
2. Vieni a rimborso spese
3. Vieni e vediamo come va (difficilmente andrà da re)
4. Vieni per una cifra
5. Vieni per una cifra e se con gli ingressi copriamo le spese ci dividiamo il resto
6. Vieni a produzione: ti tieni gli ingressi.

Se vengo a suonare perché mi prometti 50€, e alla fine la serata non è andata come speravi, e non hai i 50€ dagli ingressi, e decidi di non darmi 50€, allora la catena si spezza. Va a finire che tu, quella sera, non perdi soldi, io sì. Ma come dicevo all’inizio, siamo in tantissimi ad aver fatto un lavoro senza venire pagato, ergo stammi bene.
Di contro, quando però il locale era imballato, e a fine serata coi conti alla mano era evidente che gli ingressi superavano anche del doppio il cachet, è CHIARO che non ci si mette a trattare per avere più soldi. Perché c’era un patto, e il patto si mantiene. La volta dopo magari cambierai i patti. Senza contare che io non posso sapere quanto tempo hanno speso per promuovere la serata e quante persone c’erano in busta paga per far funzionare tutto al meglio. E nemmeno mi frega. Chi organizza le robe si prende sempre dei rischi. Nessuno lo obbliga, ma immagino sia quello che vuole fare. Conosco tanti promoter (gente che organizza robe, soprattutto concerti) che fanno quel lavoro lì perché amano la musica dal vivo.
Ehi, ehi: il discorso non andrà molto lontano da qui.
Davide, Giacomo, Nico, Gianluca, Iacopo, Marco, Francesco, Fabio, Alessio, Andrea, e via, organizzano robe perché amano quello che fanno, che sia o meno il loro mestiere; ognuno di loro lo fa in maniera diversa e con musica diversa, ma comunque trattano le persone con la stessa stima e passione con cui fanno il loro lavoro.
Sono oramai più di 10 anni che suono, ed è sempre stata una scelta in perdita economica, anche perché in 10 anni abbiamo sempre scelto di suonare con la nostra roba (ergo noleggiare un furgone) e con il nostro fonico (ergo una persona da pagare), e se tu non mi paghi noi ugualmente pagheremo fonico e furgone perché 1) siamo delle persone oneste, e 2) se amiamo quello che facciamo lo vogliamo fare BENE; e ora che il suonare non è più una faccenda in perdita non ce ne vergogniamo, ma quello che ci mettiamo non è calato di una virgola.
Alla fine il discorso non si allontana da una parola curiosa che non usiamo mai, e che probabilmente nemmeno io userò per altri 10 anni, due punti l’amore per la musica.
Se non c’entri niente con questa roba qua, io non mi aspetterò nulla da te.
Si verrà a suonare per espletare una sorta di contratto in nero tra due parti, ci saranno le persone presenti che daranno un senso alla storia, ma tra di noi non succederà nulla di quello che capita altrove, quando nasce una cosa che si chiama stima, e che è riservata a quelli che se lo meritano. E per fortuna non sono pochi.

La mia banda si chiama gazebo penguins. Tutta la musica che facciamo è gratis.
I concerti, in linea di massima, ancora no.

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in foto R. Amal Serena, che Bastonate non ha mai pagato né pagherà mai nonostante abusi pesantemente della sua immagine.

35 pensieri su “SUONARE A GRATIS [gentilmente ospitato in LA PESANTATA DEL VENERDÌ]

  1. Ma che senso ha questo articolo? Si deve giustificare perchè per anni hanno buttato merda su tutti ed ora che guadagnano il minimo per vivere hanno paura che qualcuno dei loro fan si incazzi con loro? Poi mettere Appino tra AlBano e Jax è proprio di cattivo gusto ed un atteggiamento tipico di questo ambiente sempre più cinico e triste.
    Per quanto facciano cagare a spruzzo, gli Zen Circus suonano da 15 anni, vengono dai centri sociali e per anni hanno ingoiato DAVVERO merda, Poi si sono completamente rincoglioniti ed hanno cominciato a cantare in Italiano per far bagnare le sedicenni. Ma almeno sono coerenti. Fanno sold out in continuazione, guadagnano bene senza chiedere cifre assurde, fanno guadagnare i promoter e pagano DUECENTO EURO A DATA UN BACKLINER (non il fonico,che prende molto di più, ma al backliner, ovvero quello che di media prende meno).
    In Italia, nel mondo “indiedistocazzo”, esiste questo virus orrendo, dove i gruppi più piccoli buttano continuamente merda su quelli che fanno più gente di loro. Salvo poi (se hanno bravura e fortuna) diventare come loro e fare le stesse cose; ovvero (GIUSTAMENTE) chiedere un buon cachet, hotel, catering decente e, soprattutto, mettere su una buona squadra di tecnici… il che non vuol dire essere spocchiosi e montati, ma DARE LAVORO e far si che la data vada liscia… quando cominci a fare date da 700/800 paganti a 10/12 euro diventa FONDAMENTALE questo aspetto.
    Bene, quando la band col tempo raggiungerà questo livello, qualcuno di più piccolo comincerà a buttargli merda addosso…un circolo vizioso.
    Non c’è NIENTE di male nel vivere di musica, non ci si deve vergognare. E sarebbe bene avere questo atteggiamento anche quando non si vede un soldo.
    Sarebbe bello avere un po’ di coerenza, mantenendo questo atteggiamento anche in passato, quando non vedevate un euro e buttavate merda su tutti i gruppi più conosciuti, spesso prendendoli per il culo dopo i concerti insieme ai vostri 4 fans.
    Saluti,
    un promoter.

    • Uhm, di grazia, dov’è che si butta merda su altre band nel pezzo?
      Al Bano, Appino e J-Ax semplicemente cominciavano per A e fanno soldi con la musica. Appino c’è finito in mezzo perché è uno dei pochi che ho letto ultimamente che ha parlato di soldi in un’intervista, e m’era piaciuto. Poi oh, se si fraintendeva mea culpa.

    • Comunque probabilmente, per quanto riguarda la parte in cui ho scritto che più salgono gli zeri più c’è la possibilità di avere del lavoro sottopagato, hai ragione: è fraintendibile, e si potrebbe pensare che io voglia accusare Al Bano, Appino e J-Ax di farlo, cosa che invece mi frega zero. Ho fatto una rettifica.

    • credo tu non abbia capito proprio bene st’articolo eh…
      credo che tu non l’abbia capito proprio per nulla eh…
      credo che tu non c’abbia capito una benemerita fava eh…

  2. Penso che per avere una visione veramente completa ed esaustiva della situazione sarebbe opportuno chiarire che i Gazebo Penguins fanno notevolmente cagare

  3. ma mi pare che il senso fosse “se ci sono dei patti si rispettano”.il rischio non può stare sempre solo da una parte sola.che c’entrano questi commenti?chi se ne frega di come suonano questi no?

  4. Io non ho capito se il pezzo sarebbe o meno condivisibile se l’avesse scritto qualcuno di un’altra band.
    O anche Al Bano.
    Detto questo io non ho mai suonato ne organizzato date. Vado a concerti, pago se mi chiedono di pagare e di solito se suona gente che immagino faccia un sacrificio per farlo (e mi piace) gli compro qualcosa al banchetto invece di prendermi due birre. Poi magari per la band è meglio se bevi, ma non sapendolo e non avendomi mai detto nessuno, dal banchetto, “No guarda, molla la maglietta e fatti un Long Island che ci aiuti di più” io vado dritto per la mia strada.
    Il discorso di Capra, da esterno e ignorante, mi pare largamente condivisibile e onesto.
    A voler fare il cagacazzo, cosa di cui non mi vergogno, mi verrebbe da aprire una parentesi sul fatto che tutto questo meccanismo funzioni in nero. Magari no eh, magari ho capito male.
    E non vorrei fare un pistolotto sulle tasse, però a commento di un pezzo che parla di soldi forse non sarebbe nemmeno così fuori contesto.
    Prima però chiedo.

  5. Sai quelle partite di calcetto tra amici che finiscono in rissa? … ecco. State sereni e pagate il canone rai.
    Comunque credo di non aver capito bene l’articolo perchè mi sono fermato al documentario dei Fugazi.

  6. Distribuire l’album gratuitamente e vendere il concerto. Solo i Gazebo Penguins hanno capito che è la strategia vincente? Peccato però che siamo in Italia e ovviamente pure il concerto dev’essere gratis. Tutto è dovuto al popolo italiano.

    • ecco io francamente un po’ questo atteggiamento di trovare un nemico lo detesto, nel senso, che c’è di male a mettere un dj, cristo, LO FACCIANO, mettano un buon dj che è meglio di un disco o della radio e a volte pure meglio di un gruppo -per dire, io piuttosto che una cover band anni ottanta preferisco un pessimo dj che metta dischi anni ottanta originali e vaffanculo -tra le varie cose che preferisco. o un dj buono equivale a un gruppo buono, eccetera. e sì, andare a sentire un dj del cazzo è molto peggio che andare a sentire un gruppo figo, mi dispiace star qui a dire ovvietà, naturalmente.

  7. Quello che ho capito è che non vi hanno pagato (o vi hanno pagato mooooooolto meno della cifra per cui eravate d’accordo…), che non vuoi per un motivo o per l’altro “fare nomi e cognomi” (o sputtanare se preferisci…), ma che siccome la cosa ti rode parecchio per non sentirti del tutto con la coda tra le gambe scrivi un post di sfogo in cui ci metti motivazioni politico/programmatiche per cui comunque amare i centri sociali anche se uno di loro ti ha fatto del male, motivi etico/economici per cui è giusto pagare chi suona, macro sulla tua personale situazione familiare, i Fugazi. Guarda, con molte delle cose che dici sono d’accordo, con altre se vuoi meno (con i Fugazi sono estremamente d’accordo!), però penso che se fai tanto di alzare la coperta sulla cosa o vai fino in fondo o ne fai a meno. Se porti a scuola il raudo… o prima o poi o lo fai scoppiare o se no non ti ci sputtani la paghetta… tenerlo nell’astuccio per far vedere ai compagni di classe che ce l’hai è un po’ da sfigati… non vi hanno pagati? ok allora scrivi “il posto xy, con cui eravamo d’accordo verbalmente/per iscritto per la cifra tot da prendere in nero/dietro rimborso spese rendicontato/tramite fattura, non ci ha pagati/ci ha pagati meno senza nessun motivo plausibile”. Se invece hai motivi che ritieni validi per non fare questa cosa, allora dopo che l’hai detto al booking e magari alle band che sai dovranno suonare lì… bona lé, tiri dritto per la tua strada che se hai deciso che non ne vale la pena vuol dire che non sarà questo ad ammazzarti.

    • L’idea era prendere come pretesto un’occasione – che abbiamo tranquillamente superato senza sedute terapeutiche – in cui le cose non erano andata nel verso giusto, per dire che in realtà ci sono tante persone che organizzano concerti perché è quello che vogliono fare, e lo fanno bene + sparare due cagate + dire come funziona di massima la questione soldi nei live. Insomma, parlare di quella precisa situazione era un punto di partenza.

  8. Che palle, no ma sinceramente che palle. Oramai pure uno che si lamenta di qualcosa di ovvio e sacrosanto come un lavoro che non viene pagato vi scatena sboronerie intellettuali sulla qualità della scrittura, della musica, dell’onestà intellettuale e del gnègnègnè passivo aggressivo (e che mi frega della tua famiglia e suoni da schifo e 5 anni fa una volta hai rubato una mela al fruttivendolo anche tu e scrivi perché ti rode er popò e non vai dallo psicanalista come me).
    Bello sfogo Capra, hai ragione, un lavoro, sia quello dei supplenti di ora, sia quello della musica o dell’entomologo che cataloga farfalle, una volta fatto va pagato e fate schifo se non avviene, ecchecazz. A tutti, ma proprio tutti e piantatela di farvi pipponi sul vostro neurone che gira in senso sinistride e voi si che avete capito lo spessore delle cose e che sapete che vuol dire ironia: siete noiosi.

  9. ciao volevo dirvi che i gazebo penguins fanno cagare e che leggere questo nome su un blog come Bastonate mi apre gli occhi su quello che ho sempre pensato: il web è malato, spengo il pc e vado al cinema, ciao.

  10. bella! ho letto l’articolo.
    scrivo anche se alla fin dei conti il mio commento non vale un cazzo hehe! anzi, commentare in generale non vale un cazzo, tanto uno scrive quello che vuole no? ingiurie complimenti e quant’altro e chi ha scritto l’artico poi, a seconda della sua sensibilità, può pensare: bè? e allora?
    apparte questa introduzione stupida, sono d’accordo su quello che dici. giusto 2 giorni fa ho suonato in un locale orribile, non c’ena nessuno (solo tipo le morose della COVER BAND CHE ABBIAMO DOVUTO APRIRE (l’ho scritto in maiuscolo perchè trovo inconcepibile che una band con pezzi originali apra ad una cover band ma va bè questo è un altro discorso)) comunque, si non ci hanno pagato, e ci hanno offerto solo un piatto di pasta orribile. ho preso un bicchiere di vino e me lo ha fatto pure pagare lo stronzo! io per ripicca ho buttato via il bicchiere (un bicchiere molto bello tra l’altro, tipi un po’ di lusso).
    abbiamo mandato giu il magone di aver perso i soldi per la benza, e soprattutto il tempo della nostra vita! perchè se ci pensi i soldi c’è, vaffanculo i soldi. ma il tempo, le occasioni perse, quelle non ce le ridà indietro nessuno! capisci? la mia risposta a tutto ciò è fuck off! SEMPRE!
    poi c’è anche un’altra cosa, mi da molto fastidio quando chi organizza eventi, fa divisioni diciamo di “classe”. mi spiego meglio:
    evento, ok? 2 band.
    una di queste è una band che suona da tanti anni, ha un bellissimo sound, un discreto numero di fans, e la gente che non li conosce li giudica molto bene, per di piu sono molto carichi e contenti di APRIRE alla band headliner (anche perchè ovviamente sanno che sono popolari e che magari ci sarà piu gente del solito hehe) ok?
    bene.
    band headliner i Gazebo Penguins. oh yeah, non cagano nessuno dell’altra band, vanno dritto vai! suonano e spaccano il culo. yeah.
    conclusione:
    la band che ha aperto ai gazebo penguins va a casa abbastanza amareggiata per svariati motivi del tipo: perchè i gazebo penguins non li hanno manco salutato, nè cagati nè un cazzo proprio, perchè i fans dei gazebo penguins sono cosi nazisti da cagare SOLO i gazebo penguins?
    ma soprattutto perchè i gazebo penguins li hanno pagati e a loro neanche una cazzo di birra?
    questo aspetto purtroppo non l’hai affrontato, e fidati è molto presente! magari voi giustamente non ve ne rendete conto hehe! però noi poveri stronzi si!
    quindi visto che nell’articolo hai parlato di come sia ingiusta la vita del musicista medio/basso in italia, fatevi avanti! smerdateli gli stronzi! perchè è cosi che bisogna fare! a noi poveri idioti che ci tengono in secondo piano e che non emergiamo mai perchè la possibilità si suonare la danno sempre agli stessi, voi che siete così famosi, fatelo! dite le cose! smerdate tutti come faceva quella faccia tosta di Ian Mackaye. siete amati da tutti! e tutti vi ascoltano! la vostra parola, la vostra musica ormai per un sacco di gente è religione.
    usate questa cosa per aiutare le piccole band a crescere. ad andare avanti.
    credo che questo vi farebbe un sacco di onore!
    bene dopo tutto sto dire ritorno al fatto che non serve un cazzo commentare quindi fuck off!
    🙂 bella.

  11. Vabbè Capra anche tu… alzare tutto sto casino per i 50 euro che ti devo… t’ho detto che te li dò in settimana, ti pare di far tutta ‘sta caciare pe’ du lire? 😛

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