Quando un Festival è DI QUALITÀ lo si vede dai suoi big. No, perché i giovani, quando ci sono, un po’ DI QUALITÀ lo sono sempre: quante belle sorprese, quanta classe. Brutte copie di Björk (alludo a una tizia che ducentànni dopo che Björk fosse andata di moda, tipo nel 2004 tò, si presentò al Festival giovani – forse lo vinse, addirittura – con un pezzo che era la versione brutta di una outtrack di Post. Anni dopo questa tizia morì, poverina. Storia vera) o canzoni “di pop italiano” con timide aperture al rock primi anni ’90 che mandano in tilt le menti dei critici dei quotidiani e degli ospiti dei talkshow, come poteva fare il campionamento dei Mingus che i Deus usarono a tradimento contro le nostre anime adolescenti che nel 1996 pensavano al punk-rock e a nient’altro. Ma dicevo:
Quando un Festival è DI QUALITÀ lo si vede dai suoi big.
Mai come quest’anno, forse, la preoccupazione degli organizzatori di mantenere alta e democratica la QUALITÀ del festival è evidente. Guarda le scelte. C’è il brutto anatroccolo che sveste i suoi panni di bimba impacciata (concetto di sinistra-teen) e scopre la propria femminilità e/o il CAZZO, rimarcando con ogni gesto, ogni pettinatura, ogni brutto abito quanto l’ossessione del CAZZO sia totalizzante nella sua vita; ma lo fa non volgarmente, lo fa partendo da quella situazione di prima, e lo fa soprattutto mostrando come anche una donna non bellissima può accedere al CAZZO, il tutto cantando canzoni noiose e lente con la voce impostata che fanno eleganza e luci soffuse in un salotto borghese di Roma centro. C’è Arisa, insomma, e con lei ci sono Gualazzi (la Qualità come Eccellenza Italiana da Esportazione), i Bloody Beetroots (la Qualità come sperticata novità selvaggia rock’n’roll uno squarcio sul mondo dei giovani sulla NUOVA MUSICA le nuove frontiere, l’erasmus, l’erasmus, il CAZZO), i Perturbazione (Qualità come Alternativa, Qualità come Nuova Musica Italiana – i Perturbazione hanno 56 anni ad occhio e croce), Sinigallia (Qualità come Rottura de Coioni), Renzo Rubino (Qualità come Pop inteso come Pop-olare. perché non ci dimentichiamo che anche a vedere Shakespeare ci andava la gente comune, non certo la borghesia presunta “colta”, dal letame nascono i fior, e applauso, autoindulgenza per tutti)… E tanti altri ancora. Senza toccare per ora, tra questi tanti altri, la devastante presenza del figlio ciccione e violento del FABER, il CRIBER.
La cosa peggiore nel sapere che siamo stati mangiati dal sistema è che sapevamo che sarebbe successo ma non immaginavamo che quel figlio di troia del sistema avesse pure IL RUMINE e saremmo rimasti lì per il resto della nostra vita da appassionati di musica (pericolosamente vicina per numero di anni alla nostra vita da esseri umani) a farci rimasticare e rotolare addosso assieme a tutto un bolo del cazzo fatto di blogger con la FOTTA DI SANREMO e/o la FOTTA DI MAX PEZZALI e/o altre FOTTAE ancora più compromettenti e noiosae. Strada facendo l’ossessione sanremese di noialtri sembrava davvero voler definire un immaginario diverso da quello noioso e mucchiesco dell’Italia patetica che lavorava al traino di altri stronzi e manco più era capace di fare LA CANZONE, e invece noi no che LA CANZONE c’era ed era solida e incazzata ed era il mondo ad essere triste e vuoto nei suoi confronti e la escludeva, la osteggiava. È andata a finire in un modo patetico, con Anna Oxa che protestava fuori dal festival e la sua claque di sedici manifestanti incazzati che cantava in coro DISAPPPUNTO! DISAPPUNTO! (il quale è il mio username su twitter e la mia mail ufficiale, quindi la mail ufficiale di bastonate), dando adito ai più maligni di fantasticare, peraltro a ragionissima, che Bastonate pretenda un festival con più Annae Oxae e meno Riccardi Sinigalliae, almeno finchè Riccardo Sinigallia non si presenterà sul palco con Ricardo Villalobos e la guerra alla coppia Gualazzi/Beetroots sarà aperta e violenta. O in alternativa che i Bloody Beetroots facciano quello che si aspettano i Castaldi da loro, vale a dire buttare frequenze pesissimi, a cazzo e cristi rovesciati non previsti su una base di orchestra e il povero Gualazzi costretto al seppuku in diretta nazionale mentre gli stipendiati di Forza Italia urlano BASTA POLITICA VOGLIAMO LE CANZONI in platea, Bloody Beetroots come mirabile esempio di punk italiano finalmente riuscito e fotografato da Glen Friedman, tra l’altro usciti quest’anno nei negozi con un disco bellissimo che nessuno ha cagato di pezza un po’ perché è scesa la punta un po’ perché essendo piaciuto così tanto a me è probabile che non valga poi molto, voglio dire, sai l’elettronica. Perché insomma, quali altri modi ci sarebbero di mandarla in vacca? Un ospite straniero a scelta tra l’ammaliante Beyoncé (il disco nuovo è BELLISSIMO, ho sentito due minuti di un pezzo stamattina da mezzo addormentato), la sfrontatissima Miley Cyrus e il ciclone Lady Gaga, o più probabilmente qualche personaggio imbevuto di zeitgeist tipo Shakira o i Rammstein o peggio ancora Antony and the Johnsons, intendendo ovviamente per the Johnsons Franco Battiato (il quale, ricordiamo, si è presentato a Sanremo con uno di quelli dell’ex gruppo di Mario Venuti -ma non Mario Venuti cantando vivo ai margini di una vita vera e finendo poco dopo, appunto, oltre i margini della stessa a fare l’assessore alla cultura della Regione Sicilia). Voglio dire, in chi riporre speranze per farci sborrare in bocca una canzone d’amore coi crismi? Forse giusto Noemi feat. Dj Ralf o Perturbazione feat. KaterFrancers o l’outsider Giusi Ferreri. Le uniche buone notizie ad ora sono state la purga de Il Pan del Diavolo dalle nuove proposte e l’apparente assenza di una cantante donna con l’ukulele, il che vuol dire che il germe maligno di Violetta all’ultima edizione di X-Factor ha attecchito solo tra i commentatori di twitter e/o quelli che hanno votato CIV alle primarie del PD.
Questa cosa della QUALITÀ del festival è tutta sbagliata. Nel senso che, noi che ci siamo sotto da tempo lo sappiamo, la QUALITÀ del festival stava nella canzone, anzi nelle canzone (laddove “canzone” è plurale di “canzona“, che poi è il vero genere principe del festivàl), ma l’ultima Canzona che io ricordi è The Show Must Go On cantata dalla salma di Milva moltissimo tempo fa… nel 2007, credo. Festivàl 2007 che aveva sì le infiltrazioni bon ton di un Silvestri, il terrificante Paolo Rossi, ma si concedeva pure un Mango e un giovane coi controcazzi, Fabrizio Moro (38 anni all’epoca, suppongo). Poi qualche buon pezzo qui e lì, qualche bella canzone d’amore che ci ha fatto sognare, il ciclone Povia, la grande Dolcenera… Ma niente più Canzone vere e proprie, forse lo Scanu del 2010, forse Emma e i Modà, ma in generale il Festivàl mi sembra inforte calo rispetto agli anni d’oro, ma anche ai tardi anni ’90, per dire. L’anno scorso fu un disastro, con la Oxa fuori e Bersani dentro, e quest’anno, se possibile, lo sarà ancora di più. Buona la notizia del Pan del Diavolo, ma non vedo chi possa darci un’emozione tra i campioni – non credo la Ruggiero, vecchia guardia ma alquanto DI QUALITÀ, temo non Ron – recentemente, per oscuri motivi, diventato rispettatissimo in ambienti insospettabili -, quasi sicuramente non il CRIBER, che è brutto e stupido come il padre. L’unico Canzonatore di professione là dentro è Renga, che però non ha mai fatto granché. Che alla fine la sorpresa ce la facciano i Perturbazione? Io sono pessimista.
Al contrario, il festival di Sanremo 2014 sembra concepito per dare luogo a uno di quei non-eventi della non-mente che sono i festival così carichi di QUALITÀ e così scarichi di CANZONAE che in passato hanno generato vittorie sociali che sembravano l’unico caso in cui il festival veniva vinto dal Premio della Critica e invece mostrarono al mondo il lato più disperato e vuoto, tipo un festival vinto da CRISTICCHI il quale poco dopo, o poco prima, o molto dopo o prima o comunque in un’altra occasione, fu votato disco del mese su un sito musicale estero rispettabile, rendendo possibile considerare la canzone su Carla Bruni la sua Creuza de Ma, in barbaccia al temibilissimo CRIBER (temibilissimo in termini di probabilità che si ritrovi a vincere la serata finale per un’eventuale faziosità della giuria del festival, AHAHAHHA, faziosità, l’hai capita?, scherzo, si vince col televoto). Il tutto mentre Sinigallia veniva considerato il più grande autore di musica italiana da Zingales su Blow Up, il tutto mentre fuori i cantautori della SFIGA NERA si moltiplicavano, tutta gente brutta e storta che si sparava le pose e usciva di mente nel farlo. Sapete un’altra cosa? L’anno che vinse Vecchioni votai Vecchioni via sms. Sapete un’altra cosa ancora? Ho votato CIV alle primarie del PD. Rimane invece da capire chi vincerà le prossime elezioni politiche e il Premio Samuele Bersani 2014. Il premio Samuele Bersani è il premio più ambito assegnato da Bastonate a un concorrente del festival di Sanremo, e prende il nome dal vincitore dell’anno precedente (per cui appunto Samuele Bersani vinse il Premio Tricarico 2013 e Tricarico vinse il Premio Toto Cutugno 2012); sarà difficile battere Sinigallia in questo scenario ed affidiamo le nostre speranze a Frankie Hi-NRG, che scateni un beef devastante tipo quello con Zampaglione nel dopofestival di Elio. In nome della QUALITÀ si fa questo e altro, naturalmente. Rimozione collettiva, annullamento del sé, presa a male, scoperta della FIGA da parte dei commentatori del festival e qualsiasi altra declinazione di questo. C’è da dire che per noi la contesa è ancora la contesa, che non abbiamo il minimo interesse in ospiti, imbucati, polemiche e gossip dell’ultim’ora, siamo carichi come delle molle e saremo lì per voi, lì vuol dire davanti alla TV a casa nostra -e se pensate che sia poco dovreste vedere che giri faccio per farmi prestare una TV i giorni del Festivàl, che lo streaming salta di continuo. Di tutto il resto, naturalmente, avremo occasione di parlare e farvi due coglioni così a suo tempo, che qui già stiamo a diecimila battute.
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FF/AsharedApilEkur
l’impronta di AAE si sente eccome! pezzo TOTALE!!!! massiccio e riuscito! applausi, applausi, applausi!
La domanda è..in quanto di ascoltatori di musica “altra”, perchè CE ne deve fottere qualcosa di sanremo, x-factor, e tutta la pletora di abomini nazionalpopolari? non si può vivere bene senza come faccio beatamente da 30 anni?
sanremo e x-factor sono due cose diverse. uno dei due è un abominio non-nazionalpopolare, l’altro è un non-abominio nazionalpopolare. comunque sì, per rispondere alla seconda domanda è possibile vivere bene senza sanremo, come fai tu da 30 anni.
Che cos’è la musica “altra”?
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