Saltimbanchi si muore: il doveroso pezzo che punta alla rivalutazione di Cochi e Renato dal punto di vista della loro produzione musicale

Il nostro ruolo di agitatori culturali ci impone di guardare oltre le solite categorie liberalismo e laburismo e quindi a foto come queste

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o queste

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Il nostro ruolo non è poi, in questo contesto, discutere dell’importanza di film come Sturmtruppen (solo per il fatto di avere Lino Toffolo nel cast o una scena in cui lui, Boldi e Cochi e Renato si fanno in vena, manco fosse Amore Tossico o L’Imperatore di Roma) o ancora più facilmente dei film solitari di Renato tipo la Patata Bollente (primo film ad affrontare con uno sguardo libero da pregiudizi il tema dell’omosessualità, giusto per ribadire che l’unico Vanzina che ha una dignità è Steno, tanto è che si chiama come il cantante dei Nabat), Il Ragazzo Di Campagna (che anticipa di anni il trend della fuga dalla città ed è un dissing lungo un film a Milano, quindi ci piace a priori) o per fare i fighi Saxofone (anche come ritratto dell’ultima vera Milano che ci piace, assieme a quella della colonna Walter Alasia).

Il pretesto per una doverosa retrospettiva viene dall’acquisto, nei cestoni degli ex gombagni della Coop ( diciamolo pure: i prodotti Coop son messi lì nella foto per creare un immaginario stile La Gigantesca Scritta Coop, me li ha presi mia mamma che ci crede ancora allo spirito iniziale della Coop ma io oramai alla Coop prendo solo i cd e i dvd nei cestoni), come il cd che vedete, pagato 2,90, di una raccolta antologica di Cochi e Renato che, assemblando a caso brani del loro noto repertorio, racchiude probabilmente quasi tutto il meglio della produzione di questi magnifici outsiders alla Barlow-J Mascis (senza tra l’altro aver mai litigato per problemi di ego) della comicità barra canzone d’autore italiana. Affermiamo poi la dignità di Cochi e Renato come autori anche se i testi poi probabilmente li hanno scritti assieme a Jannacci, Viola e tutta la cricca del Derby, quindi li consideriamo facenti parte della tradizione della canzone d’autore, con buona pace di chi sostiene che per essere autore non devi scrivere cose che fanno ridere, a meno che non facciano riferimento diretto alla satira politica che è responsabile di 20 anni di Berlusconi e allo stesso tempo produttrice della grande bellezza etc etc.

Coop

In ogni modo avevo pensato questa cosa di passare in rassegna tutta la scaletta, facciamo così:

La Vita La Vita

Il reduce

Come porti i capelli bella bionda

Mamma vado a Voghera

Lo Sputtanamento

Sturmtruppen

Il Porompopero

La Cosa

La Gallina

Cos’è la vita

A me mi piace il mare

Canzone intelligente

(intervallo)

nebbia in val padana

Non vogliamo fare i critici snob di una certa sinistra che fa ancora la spesa alla Coop schifando il Lidl e le sue offerte etniche per cui innanzitutto non neghiamo l’importanza storica di canzoni come La Vita La Vita (vittima della censura Rai: non si trovano in giro versioni che recitino “basta una sottana puttana”, per cui non pagheremo il canone nemmeno quest’anno, anche perchè la pubblicità nuova l’avete vista? Quella dove il nonno cazzia i nipoti perchè gettano via la cartolina per pagare il canone?).

La seconda canzone è sicuramente uno dei capolavori minori del duo padano: 

Trattasi in pratica di una miscela ante litteram di freestyle e spoken word del solo Pozzetto, che a briglia sciolta (dialoghi col fiume Piave, lo Stadio di San Siro a 70 metri dalla trincea nel Carso…) riporta dignità narrativa al primo conflitto mondiale, in sei minuti di puro delirio che ci convincono dopo un secondo della follia della guerra molto di più di certe altre canzoni sloganistiche italiote, e bona lì.

 Come porti i capelli bella bionda  è un Pozzetto talmente sicuro del suo essere uomo che è perfettamente a suo agio nei panni di una bionda e un Ponzoni che tira dritto nel suo sbertucciare la figura del cantantautore, ignorando la bionda, il tutto in una forma canzone (un ritornello ripetuto sette volte, controllate) che sembra Repetition dei The Fall se Mark E. Smith invece del Manchester avesse tifato o il Milan o l’Inter.

Mamma vado a Voghera è la celebrazione del non luogo e della modernità liquida prima che dei ciarlatani come Augè e Bauman diventassero mainstream fra i tristi topici dei lettori di MicroMega, Internazionale e Wikipedia, quelle cose lì. Il testo poi pare sia di Dario Fo, che è come Massimo Troisi: non si è mai capito cosa dice, però Cochi e Renato sono così geniali che nelle loro mani anche Dario Fo diventa comprensibile e pop.

Lo Sputtanamento è forse uno dei testi più criptici e critici verso gli italici costumi del duo, moderni Savonarola che sotterrano con una risata il malcostume italico del rosicare e del criticare per il gusto di farlo, tirare il sasso e nascondere la mano. Una canzone quasi oi! ma come se la cantasse un gruppo tipo i FBYC che non puoi dire che fanno oi anche se hanno dei coretti oi ( e lo sputtanamento che cos’è forse è voglia d’imparare abbracciare e non toccare ma è già largo il pantalone e robusto il pendolone 
dico che è maleducato quel che l’hanno già sgonfiato olé olé olé olé. E lo sputtanamento olé, e lo sputtanamento che cos’è 
è guardare il suo balcone che si sa che non è in casa è andata via a fare una cosa sul balcone c’è le rose e la luce ancora accesa 
poi c’è lui che sputa giù)

Di Sturmtruppen ci sarebbe poco da dire una volta che si è visto il film: testo scatologico (“culen, piscen”) per un film scatologico, punto zero della comicità ma proprio per questo uno dei capolavori cinematograficomusiali dell’epoca e non solo.

El Porompompero è ancora giocata sulla contrapposizione  Ponzoni-Pozzetto (Ponzoni: Che dise el nos poetas andaluses… Pozzetto: boh? Ponzoni: boh! o ancora Pozzetto che parte per la tangenziale con Ponzoni che continua a cantare in spagnolo) poi la canzone prende il largo con un Pozzetto scatenato (dammi indietro gli orecchini di mia suocera!) nei suoi nonsense apparenti.

La Cosa: canzone sul sesso e sulla sua concezione italica, scritta tipo boh, nel 1970 e ancora attualissima (del tipo che anche dal titolo si capisce che parla di quella cosa lì ma non si può dire, però si capisce che insinua).

C’è chi fa quella cosa guardando all’insù 
o le mosche che giocano sull’abat-jour 
c’è chi fa quella cosa pensando all’argent 
chi si ispira ai sobbalzi di un treno o di un tram. 
C’è chi fa quella cosa e si chiede perché 
chi la fa come se fosse fatto di tek 
c’è chi giusto a metà sta a rifletterci su
Non hanno verve… son sempre giù… 
i senza tetto dell’amore 
fanno all’amor… con su il paltò… 
gli schiavi del qui non si può. 

La Gallina non ne parliamo che non ho niente da scrivere, sicuramente uno dei maggiori successi del duo, dal punto di vista del cantato una delle canzoni che è rimasta di più nell’immaginario, insomma una cosa che la saltiamo per far quelli che trovano le perle nelle cose minori. Sicuramente ancora echi di The Fall, nel suo essere sardonica.

Cos’è la vita leggo su Debaser.it da dove sto copiando la recensione (lo sto facendo davvero, o meglio: ci sto provando) che come testo è stata scritta da Massimo Boldi e da Enzo Jannacci. La recensione di Debaser è questa qui:  Boldi (si proprio lui, prima che il cervello gli si spappolasse per eccesso di “Vanzinina”…!) E’ un’altro dei momenti topici dell’album: dopo un monologo di Pozzetto assolutamente incomprensibile su di “uno al quale volevano portare via l’orto” parte questo magnifico ritornello che fa “cos’è la vita, senza i danè…” tutto incentrato (in maniera assolutamente comica) su una serie di situazioni di povertà metropolitana, dopo il quale di nuovo ritorna il monologo intramezzato dalla frase-tormentone “Manon lo so!” e ancora il ritornello… Una gioia questo brano! Tutto da ascoltare!.

Facciamo così, mettiamoci il link su youtube perchè in questo caso bisogna solo che rinunciare a scrivere e lasciare parlare il genio dell’artista: 

A me mi piace il mare è la versione balneare o balearic se si vuole, del Ragazzo Di Campagna: un dissing a Milano fatto da milanesi doc, anzi, per esser più precisi: un dissing del provincialismo milanese e allo stesso tempo una dichiarazione d’amore a Milano (ma non ai milanesi della Milano Da Bere che avrebbe spazzato via anche la scuola del Derby):

 A Genova ho incontrato un signore
che con un giro di parole
mi ha fatto capire che a Genova c’è il mare.
Il mare l’abbiamo avuto anche a noi a Milano,
tutto cosparso del suo bel ondeggìo che esso c’ha dentro,
esso andava da Porta Lodovica fino in via Farini,
via Torino tutto un scoglio,
che c’è ancora il pesce adesso in via Spadari.
Poi sono arrivati i tedeschi
e hanno spaccato su tutto… c’è rimasto l’idroscalo
che c’è ancora la gente abbronzata adesso.

 Chiude Canzone Intelligente:  già per il fatto che cita gli Shocking Blue (“che farà ballar, che farà cantar…) , coverizzati dai Nirvana, potrebbe già mandare a casa tutti.  Aggiungiamoci poi la profetica critica alla logica lib delle majors ( la casa discografica adiacente veste il cantante come un deficiente lo lancia sul mercato sottostante) e come abbiamo accennato all’inizio soprattutto  alla logica lab del cantautorato impegnato che negli anni 70 ha fatto più danni dell’eroina e che continua a far danni nel 2014 ed ecco servita la pietra miliare.

Insomma per concludere: Cochi e Renato già 40 anni fa ci indicavano una terza via che mai è stata praticata e praticabile in Italia. Rimangono non già inascoltati, ma ascoltati in maniera distratta, superficiale, riduzionista. In Italia tutto deve essere buttato in commedia farsesca d’altronde:

Per me è finita
sto già pensando ad altro

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il listone del martedì: I NOVE MIGLIORI DISCHI EBULLITION

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La premessa è quantomeno doverosa: da quando il Farabegoli mi ha convinto a diventare un collaboratore “regolare” mi propone solo post teoricamente impossibili nei quali mi chiede di versare sangue, anima, corpo, sperma, sudore, vita ed emozioni veri. Fra lunedì e martedì come se niente fosse mi fa sapere di avermi riservato il famigerato LISTONE DEL MARTEDI’ per i miei 10 dischi preferiti dell’Ebullition. Ho accettato ma mi ritrovo a scrivere questo post dopo circa 3 (tre) ore in cui ho, in sequenza 1) stampato su carta il catalogo per tirare fuori sti cazzo di 10 dischi 2) ritirato fuori vinili che non ascoltavo anche da 5-6 (cinque-sei) anni, qualcosa del tipo che quando è morto Kurt Cobain per un anno almeno non ho ascoltato i Nirvana, quelle cose lì 3) cercato gli mp3 dei dischi sui quali ero in dubbio (5-6 a botta sicura, dovendo citare solo un titolo per gruppo…)

Detto questo, la storia in breve dell’etichetta: California primi anni 90, Goleta, città universitaria di 30000 anime circa diventa il centro di un certo punkhc grazie a Kent McClard, collaboratore di Maximum Rocknroll, fanzine che si autoproclama “La Bibbia del punk”. L’idea che mi sono fatto nel 2013 (ma va detto: è probabilmente una razionalizzazione) è che un mix fra l’ego enoooorme del tipo e istanze diciamo così musicali -“politiche” portino il buon Kent a uscire da M’R’R e fondare la sua fanzine (Heartattack, vera mia bibbia del punk fra la seconda metà degli anni ’90 e il 2006, quando col #50 ha cessato le pubblicazioni) e, appunto, l’Ebullition.

La storia dell’etichetta è più o meno nota, il primo disco che avrebbe dovuto uscire è il gruppo prima dei Rage Against The Machine che invece però, nella persona soprattutto del subcomandante Zack De La Rocha “fregano” il buon Kent e decidono di uscire su Revelation. Durerà poco anche lì perchè Zack, la leggenda narra, frega pure il nome da un pezzo di Kent sulla vecchia fanzine e fonda i RATM, il resto è storia nota.

Quello che magari non è storia nota a certi livelli e che sarebbe da raccontare molto più accuratamente, così come ci sarebbe da farlo in Italia, è raccontare quel pezzo di storia “minore” del punkhc chiuso fra la supposta golden age degli anni ’80 e l’esplosione-implosione del 2.0. Per fortuna o per sfortuna, ma il sottoscritto propende per la fortuna, i protagonisti di quell’epopea sono in tutt’altre faccende affacendati: per quel che riguarda l’Italia per fortuna sono finiti a fare i dj, gli artisti a tutto tondo, i cuochi, i disegnatori disegnatori (ripetuto due volte intenzionalmente: non edito i typos ma non sono un cretino) l’Ebullition basterebbe citare il buon Steve Aoki (come da foto), colonna portante di HeartAttack e voce dei This Machine Kills.

Detto questo: l’Ebullition è principalmente legata all’emo di seconda ondata, prima che diventasse una parolaccia e finisse anche sulla bocca di mia mamma (l’ha detto davvero, qualcosa del tipo “al bar c’era uno con una pettinatura emo”), quello post-rivoluzione d’estate della Dischord e dei Fugazi, alla nascita, sviluppo e morte dello screamo prima che screamo diventasse una parolaccia. Altrettanto politically correct (pure troppo, a posteriori, ma siamo negli States…) ma sicuramente la musica è più violenta e metallizzata e i testi o più cupi o più accademici. Nothing more, nothing less, per il resto ho seguito (soffrendo alla grande, sono le 23.09 e ho iniziato questo pezzo 3 ore fa, tempi da blogger 0).  Se non avete mai sentito parlare dell’etichetta magari qualche disco (specialmente se scaricato) sicuramente vi deluderà perchè non ha retto il passare del tempo, ma alcune delle uscite Ebullition rimangono significative anche solo per il modo in cui uscivano (compilation solo di gruppi non statunitensi, split lp, librettoni di 100 pagine con allegato un cd, inserti interni riletti molto di più si ascoltasse il disco…). Mancano all’appello, e per la storia dell’etichetta è un mezzo assassinio, i vari formati tipo 7″.

DOWNCAST – S/T

Anche in questo caso potremmo fare i bulli dicendo che nel 2010 sempre lui Steve Aoki ha dichiarato che quando era uno sbarbo erano il suo gruppo della vita. In realtà la vera pietra miliare della band è il librettone (che in Italia venne addirittura tradotto da uno degli attuali redattori di Sodapop, Emiliano Zanotti, per il loro tour europeo mi pare del 1994) di 20 pagine che accompagna il disco: facevano hc metallizato e bello pesante che non avrebbe sfigurato nel catalogo Victory assieme agli Earth Crisis, agli Strife e agli Snapcase ma invece…

V/A – GIVE ME BACK

Dal punto di vista dei gruppi dentro sicuramente LA compilation. Citazione degli Embrace e incassi della compilation ad associazioni pro-choice, femministe etc…direi che la presenza delle Bikini Kill e dei Born Against manda a casa tutti senza bisogno di ulteriori pipponi sull’importanza di questo disco. Libretto di 32 pagine allegato.

STILL LIFE -FROM ANGRY HEADS WITH SKYWARD EYES 

Per dire quanto fosse in realtà labile il confine fra la tammarranza di un gruppo come gli Strife (non metto nemmeno un link dai) e l’emo piagnone di un gruppo come gli Still Life: il cantante (Rick Rodney) per un periodo è stato lo stesso. Gli Still Life praticamente sono De La Soul dell’emo e professavano l’avvento della Daisy age nel punkhc dell’epoca. Sicuramente uno dei primi gruppi che tolgono l’influenza metallizzata e riprendono a scrivere canzoni con titoli tipo “una canzone sull’amore”. Immaginatevi tipo al college che dovete decidere se giocare a football americano o fondare i Limp Bizkit poi scaricate o comprate il disco e fatemi sapere.

STRUGGLE – S/T

Il primo gruppo di Justin Pearson dei Locust (tipo che aveva 14 anni e voi e io con voi suonavamo tipo boh, le cover dei Metallica se ci diceva culo) e di un’altra leggenda minore del punkhc, Jose Palafox (che fa il professore all’Università,come molti altri punks negli States), prima degli Swing Kids (gli ultimi a venire picchiati per le braghe strette e le pettinature cotonate). Metallone figlio dei ’90 anche questo, con quelle belle grafiche in bianco e nero a cura di un artista di caratura internazionale (Seth Tobocman) che è più o meno l’equivalente di Bansky se fosse figo come Blu. Sicuramente uno dei dischi più apocalittici dell’etichetta, non avrebbe sfigurato in epoca Reagan, come a dire: non è che l’era dei due Bush sia meno peggio eh.

FUEL – MONUMENTS TO EXCESS

Dischord : Fugazi= Ebullition : Fuel

LOS CRUDOS/SPITBOY – split LP

Uno dei best seller dell’etichetta. Da un lato un gruppo ispano americano praticamente grind, con testi iper politicizzati. Ispanici americani ma della costa est (Chicago, forse peggio delle città californiane), con un frontman gay di due metri e con la maglia dei Wretched (tutto vero) pure lui docente universitario. Cantato in inglese e in chicano. Dall’altro un gruppo anarcopunk di sole donne che però non virano nè al separatismo (o presunto tale) delle varie Tribe8 etc nè finiranno a fare le Gossip del caso, tanto è che hanno fatto uscire anche dei dischi per la Lookout (Green Day, Screeching Weasel etc…il pop punk cazzone che però ricordiamolo, parte o dalla stessa Chicago o dalla California, sempre lì siamo). Il risultato è che suonano più hc che punk, caso più unico che raro.

Portaits Of Past- 01010101

Se dovessi scegliere i 10 dischi della vita questo probabilmente è l’unico disco punkhc su cui non avrei nessun dubbio.

Provo a parlarne? Batteria suonata come se non ci fosse un domani prima che la frase “come se non ci fosse un domani” venisse usata per connotare la versione indiesnob ed edulcorata (di emozioni veri, si intende) di gruppi come i PoP. Cantato urlatissimo e disperato, chitarre e basso che ti fanno perdere la concezione dello spazio e del tempo. Dico davvero, impossibile per me scrivere quanto è stato e quanto rimane importante questo disco. Impossibile ascoltarne una canzone solo, skip non contemplato, sembra una traccia unica. Davvero, non ho mai skippato una volta qeusto disco le 600 volte che lo ho ascoltato.

REVERSAL OF MAN – THIS IS MEDICINE

Unico gruppo che ho visto anche dal vivo (maggio 2000, due volte).Dalla costa est (Florida, giro No Idea), grafiche splatter ma cool, col coraggio di chiamare l’album precedente a questo Revolution Summer. Il confine fra grind e screamo dettato solo dai testi politicizzati: dovendo usare una etichetta quella di”emo power violence” calza, 16 canzoni in 19 minuti. Sul podio dei miei gruppi preferiti dell’etichetta assieme a chi li precede e li succede in questa lista.

ORCHID – I DUE LP+ IL 1O”

Come detto in altre sedi: non sono andato a vedere gli Orchid quelli che copiano i Black Sabbath perchè per me gli Orchid sono questi. A posteriori il gruppo forse simbolo dell’etichetta: paraculissimi (il logo delle White Panthers o se volete degli MC5, ma svuotato di significato), ma a posteriori. L’unico gruppo a incidere tre dischi di “lunga durata” per l’Ebullition, negli anni in cui hanno calcato i palchi sembrava che il colpo di stato fosse imminente. Il trip lento-veloce, il caos organizzato con pezzi passivi-aggressivi e più arroganti di Bianconi e Agnelli che fanno un frontale nei testi (Tigers va doverosamente citato per intero: I kiss the girls that speak Marcuse/ I kiss the boys that speak Foucault/ I love the kids that know Adorno/ and snub their nose at kids who don’t/ I make love in theory and touch myself in practise/ What’s good for the posture is good for the pose). Un gruppo talmente capace di affascinarmi, all’epoca, nel senso letterale del termine (quello proprio antropologico di malattia, non tiro fuori la taranta anche se dovrei): sono arrivato al punto da regalare una loro maglia originale scambiandola per un disco rarissimo che mi vergogno talmente tanto a dirlo che non lo dirò. E in più ho regalato la maglia ad una tipa più giovane di 10 anni di me che mi aveva appena mollato. Per fortuna sciolti prima di sputtanare tutto. Sicuramente il mio secondo gruppo preferito dopo i Portraits Of Past.

Tema: IL MIO PRIMO CONCERTO. Svolgimento:

Frankie Hi Nrg

Sono arrivato a definire come “mio primo concerto” quello che fece Frankie hi-nrg MC nell’estate del 1992 o nel 1993 in zona piscina comunale di Ferrara dopo aver letto un libro uscito tre anni fa. Questo libro, il cui autore è Damir Ivic, ho deciso  anche se non ho ancora finito di leggerlo che  è più o meno il libro definitivo, fino a quella data (novembre 2010, quindi diciamo 2010) , sull’hip hop italiano (e soprattutto è una storia ragionata, come da titolo. Tra l’altro si vede che l’autore ha fatto la mia stessa facoltà universitaria, cioè Scienze Politiche ramo sociale a Bologna, giusto un paio di anni prima di me cioè anni ’90, ma questo è un altro discorso).

Questo libro alla fine ho deciso che per me un libro importante perché mi sta aiutando a fare pace col mio passato (Se Baronciani per farlo ha preso un libro sui templari io potrò pure prendermene uno sui repper no?) , col b-boy che avrei potuto essere se al bivio degli anni circa 1992-93 (in pieno stato nascente delle posse e dell’ indie italiano: ho voluto usare apposto il termine “Stato nascente” per fare vedere che ho fatto Scienze Politiche e per citare il sociologo Francesco Alberoni e decidendo che una delle tesi di questo pezzo è che il rep e l’indie italiano attuali sono in gran parte come Alberoni, leggetevi il link e ne converrete) avessi scelto la scienza doppia h e non la linea dritta. Scelta che, non c’è bisogno di spendere troppe parole al proposito, dipende sempre dalle contingenze (abitare in un paese anziché un altro, trovare un disco anziché un altro, iscriversi a quella scuola anziché un’altra, etc).

Tutto sto pippone iniziale per spiegare che da lettore mi sono sempre chiesto quali fossero i criteri dello scrittore di turno di questa sorta di rubrica per decidere quale fosse stato il suo primo concerto: cronologico (il primo in assoluto)? mnemonico? (il primo di cui ci si ricorda), il primo in cui in quel momento si è avuta una epifania? Il primo per fare i bulli? [in questo senso io potrei giocarmela dicendo che ho perso i Nirvana con tanto di biglietto in mano perché ero stato messo in punizione dopo aver vandalizzato una bici ed esser stato beccato dal proprietario che era collega di mio padre; o ancora di essere stato fisicamente un concerto dei Fugazi il 1 Ottobre 1999 ma di averlo perso praticamente per intero perché la mia morosa fuorisede (Lavello, provincia di Potenza) dell’epoca, che per inciso faceva Giurisprudenza, mi aveva fatto uno scherzo al motorola 8700 (praticamente mi aveva mandato un sms di finto addebito di 300000, all’epoca quando c’era ancora la lira si poteva fare questo tipo di scherzi) e io ero impegnato prima a litigar con la signorina vodafone poi con lei?].

Per farla breve: sul versante cronologico se dovessi scegliere i concerti che ho “visto” da bambino dovrei ringraziare il posto dove sono nato e la militanza partitica della mia famiglia, che in blocco faceva la volontaria ai concerti delle feste dell’Unità in un paese e in una città emiliana negli anni ’70-80. Potrei vantarmi di aver visto gli Style Council nel 1985 o i PIL a Ferrara nel 1986 ma non mi ricordo nulla, se non che mio zio Max (nato nel 1960) mi ci ha portato. A livello di concerti di cui mi ricordo potrei dire di aver visto , più o meno sempre negli stessi anni, i Matia Bazar periodo psychedelia occulta, o il primo Luca Carboni, quello di Intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film (tra l’altro ho sempre pensato che nella canzone Fragole Buone Buone parlasse di eroina e invece era una storia di corna vissute, come l’omonimo fumetto porno, ma questo è un altro discorso) che non stiamo nemmeno a parlarne di che canzoni clamorose ha fatto Luca Carboni.

Parlando invece di epifanie: mai avute, ad un concerto. O meglio: a posteriori le epifanie ce le ho avute, ma erano state create artificialmente dalla paraculaggine di chi suonava e questa è una cosa dovuta al fatto che sono finito quasi a fare quasi l’addetto ai lavori. E se vogliamo, fattore legato alla parculaggine, anche al fatto che poi io ci ho avuto le epifanie e anche chi suonava ce le ha avuto in direzione contraria, col risultato che la tua epifania è vanificata (tipo: come si fa a dire che hai avuto una epifania a vedere i Litfiba nel tour di Terremoto? O i CSI che facevan le cover dei CCCP? Questa tipologia di epifanie qui insomma)

Per il resto Le epifanie o ce le hai perché sei finito a vedere il primo concerto dei Sex Pistols, dei Joy Division o dei New Order anche, dei Sangue Misto che si sa che alla fine c’erano trenta persone (in tutto) e tutte sono “diventate” qualcuno (questa è la trama di 24 hour party people più o meno no?).

Oppure mi sono accorto che le epifanie le hai se dentro il gruppo ci sono un tipo e una tipa che vanno in tour e si stanno lasciando durante quel tour: mi ricordo di avere avuto una epifania nel 2001 ad un concerto dei Milemarker mentre cantavano Shrink To Fit e The Installment Plan a Brescia e poi ho capito che  la tipa e il tipo stavano assieme e si erano mollati. Accadde una roba simile coi Lost Sounds qualche anno dopo (2003 o 2004) con Energy Drink and the long walk home a Bologna al Covo o a Carpi (i fatti sono documentati, no phixion).

Fine della premessa.Svolgimento:

Fra il 1992 e 93 in sintesi comincio a interessarmi di musica in maniera “culturale”: inizio a comprare giornali musicali regolarmente (in questo senso è noto che per me le riviste generazionali siano Dymano! e Rumore), comincio a fare attenzione a determinati particolari che sono riassumibili col termine “sottoculturali” etc etc.

Prima di comprare queste riviste la mia cultura musicale “sottoculturale” derivava, per il 90%, dalla visione di DeeJay Television (ultima puntata: fine 1990).  i primi dischi comprati (o fatti doppiare) consapevolmente in questo senso erano tutti dischi rap: Public Enemy, De La Soul, Beastie Boys, Run Dmc. Nel paesino a 67 km dall’Isola nel Kantiere difficile arrivasse la roba dell’Isola Posse All Star e queste cose qui, anche perché l’autoreferenza di quella scena musicale batteva la chiusura tribale del punkhc (ecco perché il titolo originale di American hardcore dava appunto eguale importanza al sottotitolo A Tribal History).  Frankie hi nrg alla fine è riuscito ad arrivare a fare la sua cosa nella casa e al Maurizio Costanzo, per quello ora mi ritrovo a scrivere che il mio primo concerto che ho visto è stato il suo: perché alla fine poteva arrivarci giusto Frankie hi nrg nella mia, di casa. Poi alla fine i veri cani sciolti erano e sono lui e Caparezza, seguirà il dibattito.

Per il resto i dettagli del concerto che ricordo erano questi: sono andato con una Fiat Uno blu la cui targa iniziava con FE 336, guidata da un mio amico neo-patentato, quindi doveva essere il 1993 e quindi io dovevo avere 17 anni. Gli altri tre che erano con me al mio primo concerto più o meno non c’entravano un cazzo con la sottocultura hip hop. L’ amico che guidava poi ha vinto Beato Tra Le Donne il programma tv ed è ancora un mio amico, fa import export di prodotti sportivi da spiaggia fra l’Italia e la Thailandia. Gli altri nella macchina, gli altri due intendo, erano un mio coetaneo nato 5 giorni prima di me che il giorno del suo 18imo compleanno rubò la macchina di un suo amico mentre erano in discoteca e si andò a schiantare davanti alla Questura di Ferrara. Il nome di battesimo di questa persona è nota praticamente solo a me e pochi altri, escluse le forze dell’ordine. Prende un soprannome da un arte marziale orientale, una roba così. Un fatto significativo di questo amico è che una volta in discoteca partì in mia difesa con un calcio volante verso il buttafuori che mi aveva cacciato fuori perché avevo una maglietta dei Bad Religion (tutto vero: era il Casbah di Lido Delle Nazioni). L’altro dei tre oggi è capo reparto al LIDL.

Quell’anno a memoria, o forse anche nel 1994, mi sono fatto un sacco di canne, poi ho smesso. Mi ricordo che nella macchina prima di andare uno degli altri tra ha tirato fuori un pacchetto di sigarette PIENO di canne, o comunque con almeno 4 canne. Ce le siamo accese tutte e abbiamo fatto il giro della morte: tutti facevan un tiro e passavano la canna che avevano in mano, fino a finire le canne. Il posacenere era il gelato al cocco, quel gelato dell’antica gelateria del corso intendo, questo qui insomma:

cocco1

Per il resto ricordo che Frankie si accompagnava ad un gruppo crossover oltre che a Dj Stile. L’altra cosa che mi ricordo è che ho preso il poster del concerto. Il poster è ancora appeso in camera mia, nella casa dove vivevo coi miei genitori.

Servire ed educare il popolo (colpo di coda della retrospettiva di musica veloce e pesante): no east no west we are the best (cit.Scialpi). Man Is The Bastard e Monster X

(Non potevamo santificare la festa dimenticandoci di questi due gruppi che sarebbe come dire che pregando ci siamo dimenticati di due fra il padre, il figlio e lo spirito santo)

I Monster X 

Monster+X

piombano da Albany (vicino a New York, una roba dove di solito ci arriva o Frank Sinatra e gli Operation Ivy che venivano tutti e due da Hobken che è lì vicino ma in New Jeresey  o quelli che poi, fra la fine degli anni ’80 e i ’90 trasformano, almeno negli States, il punkhc in un dibattito se si deva fare mosh ai concerti o se si deve star fermi a prendersi male in attesa di diventare Steve Aoki) e più che cambiare le carte in tavola la tavola la rovesciano  scegliendo di essere una band straight edge (ne abbiamo già parlato no?) che fa grind con testi pro-legalizazzione delle droghe e che inneggiano alla violenza negli stadi (“Masada”).  Nessun album nella loro discografia, ma sette 7″ (tra cui uno split con gli Spazz, abbiamo già detto tutto) di cui questo che posto, che pone fine agli anni ’80 in una maniera migliore di quanto abbia fatto Jovanotti con Lorenzo 1992 quando ha rinnegato For President. Anche a loro va dato il merito di aver avuto la barba lunga con la pelata in tempi pioneristici.

dei MAN IS THE BASTARD

mi vergogno quasi a scriverne e a postare il famoso teschio (quello che gli hanno copiato gli Akron Family etc etc)

soitgoes shirt

quindi pubblico la grafica del 7″ che uscì eoni fa per la nostrana SOA records e non ne sto neanche a scriverne, questo è lo scopo di un pezzo grind, andare per sottrazione come gli scultori etc etc

MITB

Da Claremont, California (tipo che i vicini di casa sono quelli dei Sons Of Anarchy, Charles Manson, etc etc), in vita dal 1990 al 1997:  voce del Gabibbo, formazione senza chitarra in cui il basso spadroneggia e testi insostenibili in linea con il nome. Arrivano a fare uno split con Mumia Abu Jamal sull’etichetta di Jello Biafra di cui non si accorge nessuno perchè non è più la reganomics (is killing me) etc etc e poi dopo, come tutti i punk che vengono dal punk finiscono a fare noise assumendo il tautologico nome (che è un pò come chiamarsi Man Is The Bastard, volevo semplicemente usare questo aggettivo anche se non ho fatto il liceo) nome di Bastard Noise.

Lasciano una discografia che ciao e probabilmente sono uno dei 10 gruppi più citati per bullarsi ma meno ascoltati di sempre dopo PierPaolo Pasolini e quella roba lì, anche da chi ha i loro dischi, proprio per l’insostenibilità del progetto in sè: il gruppo punitivo per eccellenza insomma, giusta conclusione per questa settimana punitiva che chiudiamo così, con una VHS registrata nel 1993 a Hollywood. Fine del pezzo e della settimana.

Servire ed educare il popolo: grind finale. Nichilismo, sburrate e Blame Canada: when velocità meets pesantezza (Left For Dead, Countdown To Oblivion, Swarm, Haymaker, Cursed)

In sintesi (essendo una settimana grind): i gruppi più influenti per la musica veloce e pesante vengono TUTTI dalla stessa città, che è più o meno Hamilton in Ontario. Già, questa è la verità.

Più o meno tutto dipende da questo gruppo attivo negli anni ’90 che si chiamava Chokehold che in sintesi (essendo una settimana grind) era un gruppo hardcore mosh uscito assieme agli Earth Crisis e tutti quei gruppi di intelligentoni lì ma essendo canadesi erano intelligenti e lo sono rimasti in tutti i loro progetti musicali fino al 2013.

In sintesi (essendo una settimana grind) i Chokehold si sciolgono nella seconda metà degli anni ’90 per colpa dello sviluppo dell’indie rock italiano e del Consorzio Produttori Indipendenti e quella roba lì, ma circa nel 1998 qualcuno di loro, assieme al personaggio chiave della faccenda che si chiama Chris Colohan fonda  i

LEFT FOR DEAD

Che penso che non ci sia bisogno di dire molto, hanno fatto uno split con un altro gruppo canadese, gli Acrid, a forma di sega circolare:

left for dead

Serve altro? musica velocissima, una discografia raccolta in un cd di 36 minuti (e dentro c’è un live quindi saranno 20 minuti di discografia), testi, e questa è la differenza nodale di tutti i gruppi di cui stiamo parlando (che sono tutti straight edge, non sto a parlare dello straight edge no?), NEGATIVI. Nichilismo senza sburrate praticamente.  Colohan è assolutamente lo sugar free man del punkhc di oltreoceano in questo senso, una vera leggenda minore in attesa di essere scoperto, aldilà del suo ultimo gruppo che si chiama Burning Love di cui non stiamo nemmeno a parlarne (e aldilà che molti dei personaggi bazzicano intorno al grande mistero canadese, i Fucked Up, come se in Italia fossero diventati famosi ma famosi famosi gruppi tipo boh, i Raein o i LaQuiete per fare un esempio del cazzo, mistero del Canada)

Dopo lo scioglimento dei Left For Dead il discorso comincia a farsi più metal perchè il punkhc oramai con il 2.0 giustamente implode ed arrivano i

COUNTDOWN TO OBLIVION

Countdown+to+Oblivion+CTO

la cui discografia supera in cortezza quella dei Left For Dead, tipo 26 minuti: più metallico ma sempre veloce e pesante su tutti i fronti e testi tipo che inneggiano alla morte del figlio minore di Kennedy, avvenuta in quegli anni  visto che siamo in periodo ( More Dead Kennedys ) e di spray al peperoncino nei locali al chiuso. Direi che possiamo chiuderla qui:

Ora dovrei parlare degli

SWARM (aka Knee Deep In The Dead)

che sono uno dei miei 10 gruppi punk hc preferiti DI SEMPRE quindi diciamo che fino al 2006 (quando finalmente ho scoperto il krautrock e il folk, quelle cose lì che ascoltano gli over 30) sono stati  IL MIO GRUPPO DELLA VITA.

ma non ce la faccio a sopportare l’idea che il lettore (notare l’implicito sessismo che mi verrà perdonato in quanto io sò io e voi non siete un cazzo) non conosca questo gruppo, metto un link a caso e basta, soffro troppo. Dico solo che una volta un mio amico mi ha doppiato la loro discografia in cd-r scrivendo i titoli col sangue delle sue gengive. E’ una storia vera, il tipo si chiama Guido Lanaro. Io gli avevo fatto la stessa cosa con la cassetta dei Left For Dead. E tutti e due avevamo già una laurea (non in materie umanistiche) e più di 20 anni, per dirvi quanto ci credevamo.

A questo punto del discorso le strada si biforca: i tipi dei Chokehold, oramai sui 30 e passa (che per un musicista nel Nord America è la vecchiaia o la maturità se vogliamo, qui ci dobbiam sucare la maturità di Bugo che vuole tornare dall’India e farci sucare il documentario su di lui) ne hanno oramai piene le balle e formano gli

HAYMAKER

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Che come vedete hanno solo la sfortuna di arrivare con Bush e non con Reagan quindi non ci fanno la figura dei D.R.I, dei Dead Kennedys e tutti quei gruppi lì di cui ne ho piene le balle perchè non mi sono contemporanei e di cui mi sono venduto tutti i dischi in due-tre edizioni dell’ANTIMTV day. Altra sfortuna degli Haymaker è di aver avuto la barba che poi è diventata di moda dieci anni dopo, come potete vedere nel link di Vice America che vi dimostra anche perchè Vice America è una figata e quello italiano un pò di meno.

Gli Haymaker fondamentalmente ne hanno piene le balle di tutto e hanno dei testi che se fossero nati in Italia li scambieremo per della gente che fa la katene umane, ma sono canadesi e quindi fanno sul serio, del tipo che quando fanno i concerti fanno scoppiare i petardi al chiuso, distruggendo il locale, direi che anche in questo caso possiamo finirla qui:

L’ultimo gruppo, e la finiamo qui, sono i

CURSED

cursed

che sono quelli che durano di più e che hanno diciamo così più successo grazie fatto finiscono ad incidere per l’etichetta di quello dei Converge etc etc, fanno tre album, qualche ep e anche loro hanno la sfortuna di arrivare troppo in anticipo coi tempi (tanto è che il gruppo dopo, che farà schifo andrà direttamente su Southern Lord e vestirà di nero e ai concerti, non in Italia perchè sarebbe ancora troppo avanti cagarsi un gruppo su Southern Lord che non fa crust marcio bkackened etc) . La cosa peggiore è che, visto che il Paese è reale i Cursed terminano la coro corsa dopo un tour europeo in cui vengono derubati di tutto, così come riporta l’equivalente canadese del Resto Del Carlino dell’epoca (ve lo immaginate il Resto Del Carlino che pubblica una notizia tipo I THE SECRET DERUBATI IN CANADA SI SCIOLGONO?

l’amarezza prende il sopravvento e il pezzo finisce (qualcuno finisce anche in quei gruppi neo psychedelici tipo Quest For Fire, figuaratevi l’amarezza di vederli fare sta fine qui). Il capolavoro della band rimane I, il primo album, fondamentale per capire gli anni 90, i 2000 e i 2010 della musica pesante:

Fate conto che finisce tutto qui e che il mio film preferito di Lucio Fulci è Paura Nella Città Dei Morti Viventi e il mio comico preferito Maurizio Milani: in pratica un film che non finisce e un comico che fa la stessa cosa con le sue gag migliori.

Il Paese è rurale. Verdure grindate: bene, bravo, Orto e mezzo (cit. di un noto attore che ha fatto il film IL RAGAZZO DI CAMPAGNA e tutto torna)

orto e mezzo

Ok ok, uno dei conduttori è un culattone raccomandato in quanto parte del nostro clan (e oltre alle maglie tipo questa sopra che riconsocono solo quell* del nostro clan mette le canzoni di Gmellow nella puntata con le sciure radicalchic milanesi con un giardino in testa all’apericena): ma se questo fosse un paese che prende atto che quelli nati negli anni ’70 circa dovrebbero comandare tutto Federico Bernocchi sarebbe, assieme al suo sodale (nell’ultima versione di Dispenser su Radio2 prima che Bertallot piantasse quella grana del RIPRENDIAMOCI LA RADIO facendo una roba tipo Casa Vianello ma senza la Barale sfatta in giro a fare orge cit.), Costantino Della Gherardesca, il capo INDISCUSSO di un altro modo di fare televisione che è più che possibile, perchè già viene fatta ma i vecchi dentro e fuori non si vogliono togliere dalle balle e prima o poi noi scenderemo negli orti e gli romperemo il culo con la badila.

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Ad accompagnare il nostro uomo l’esperta di ecocucina Lisa Casali, che se c’ha il forcone e si accompagna a Bernocchi è una dei nostri sicuro. Non stiamo neanche a dirvi che nella puntata scorsa c’era quello che ha fatto la pesantata del venerdì che faceva il rivoluzionario perché poi dite che siamo anche noi dei culattoni raccomandanti. Canale 50 (LaEffe, la tv del fu compagno Osvaldo insomma) e tutto il resto cercate con google.

Bona lì.

 

CRIPPLE BASTARDS, COSTRETTI A MACINARE: 25 (ANNI DI) FLASHBACK DI MASSACRO. Conclusione

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LIVE TO HATE PEOPLE

due volti del nichilismo CB sul palco, una rissa che procede a pari passo con uno show, fino all’interruzione del concerto e una serie di live più vecchi tra disastro sonoro e violenza verbale:

SENZA IMPRONTE EP

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15 brani su un 7”, l’anticamera all’imminente album Relapse: il nostro disco più malato, con un tema ricorrente pessimo visto attraverso tutte le sue angolazioni più opprimenti. Sembra assurdo a dirsi ma anche il più “tirato” in 25 anni di blast. Di nuovo trattamento Gotheburg, ma diverso.

CRIPPLE BASTARDS, COSTRETTI A MACINARE: 25 (ANNI DI) FLASHBACK DI MASSACRO. Desperately Insensitive

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Album di transizione messo giù per dare un senso e fortificare la nuova line-up (rimasta invariata fino ad oggi). È quello che ha venduto più copie ma che è piaciuto di meno, produzione di plastica. “Odio a prima vista” e “Partner della convenienza” restano due classici della misoginia.

Le ricette veloci di Ill Bill Laimbeer. Il falafel grind palestinese di Via CentoTrecento a Bologna (tutto sto macinare ci ha messo fame)

al salam

Parcheggiate al LIDL di Stalingrado o vicino al FreakOut in Via Zago, fatevi il ponte, attraversate Via Mascarella, girate mi pare a sinistra, tirate fuori 12 e 50 e prendete il piatto HOLOCAUST noto come “antipasto Al Salam”. Da bere pigliatevi il tè caldo alla menta.