L’agendina dei concerti Emilia Romagna – 15-21 ottobre 2012

 
Chàsm Achanés rimane uno dei migliori dischi di drone music ossessiva e spaccacervello degli ultimi anni; questa sera lunedì 15 ottobre i suoi autori Luciano Maggiore e Francesco ‘Fuzz’ Brasini tornano sul pezzo, al Modo Infoshop dalle 19.30 e le teste riprendono a ronzare… Martedì 16 Hawthorne Heights al Chet’s (dalle 22, dieci euro), per chi ci crede ancora… Lo spirito dei folli Isis rivive mercoledì 17 al Chet’s con il nuovo progetto di Aaron Turner: dalle 20.30 Mamiffer nella casa, occhio ai timpani (aprono Menace Ruine e 26thousandyears, ingresso dieci euro)… Mercoledì anche MeryXM in Marocco-fattanza e prima serata di “Indigenous” con Francesco ‘Fuzz’ Brasini nuovamente sugli scudi, e le teste continuano a ronzare… Giovedì 18 gli Hard-Ons al Chet’s, ed è leggenda vera, se mancate siete dei poveri fessi… Così pure venerdì al Lazzaretto per gli Agathocles, (dalle 21, con anche Dehuman, Terror Firmer,  Nowhiterag e Grindine, a seguire djset trash per tutta la notte, il tutto a cinque pidocchiosi euri), solo rispetto… Sabato il migliore gruppo del mondo: Disquieted By al Tpo (con anche Chambers e Gazebo Penguins), fanculo tutto il resto… E per finire domenica al Sidro Club beccatevi ‘sta metallata sui piedi… Fino alla prossima: lagendinadeiconcerti(at)gmail(dot)com

L’agendina dei concerti Bologna e dintorni – 21-27 novembre 2011

eh... già.

 
Oggi un cazzo. Domani odio, morte, distruzione, olocausto nucleare e scenari alla Mad Max al Voodoo Club di Comacchio, arrivano i Warbringer e il loro thrash metal revivalistico alla vecchia (dalle 22, dieci euro più tessera Arci, aprono Explorer e Game Over), e che bello se Reagan fosse ancora vivo per poterlo infamare come ai vecchi tempi… Mercoledì è già delirio: Jack Oblivian al Sidro di Savignano (dalle 21.30, altri due gruppi, otto euro più due di tessera = dieci euro), Natacha Atlas & Transglobal Underground all’Estragon (22.30, quindici euro), MeryXM in assetto jazz sviaggioso e belligerante (gratis da orario aperitivo) oppure Andrea Cola all’Elastico. Giovedì gran trip psytrance mentale al RAUM, pensa che palle il mondo se non fosse nato Albert Hofmann… Venerdì fuori porta: i vecchiacci ultrasonici Sonics al Bronson (21.30, venti euro) o i giovinastri casinari ZEUS! al Kalinka a Carpi (GRATIS, dalle 22). Sabato ‘sti gran cazzi di Paul McCartney, c’è Z’EV all’Area Sismica (nell’ambito del megafestival überintellettuale Màntica, il programma completo Qui), oppure i colossali Ornaments all’Atlantide (aprono gli introspettivi Dystopian Society e gli ignoti – perlomeno al sottoscritto – Gandhi Kamikaze, dalle 22.30, falla girare…), o magari i Gazebo Penguins a Rimini (pare sia Questo il posto, ve la vendo esattamente come l’ho comprata…). Domenica a partire dalle 19 altro mindfuck al RAUM, gli estremi in sintesi Qui; altrimenti i Bachi al Mattatoio a Carpi, infine un ulteriore secret show in città, volete saperne di più? Scriveteci: lagendinadeiconcerti(at)gmail(dot)com

L’agendina dei concerti Bologna e dintorni – 23-29 maggio 2011

no more Happy Mondays...

Inizio settimana nel segno del bong ribollente dei trip senza ritorno e delle tante tante belle pastiglie colorate che si sa dove si comincia ma non dove e quando (e se) si finisce: all’XM24 in una botta sola le legnate di drone psichedelico degli irsuti Barn Owl più le bordate di shoegaze psichedelico dell’ex-Tarentel Jefre Cantu-Ledesma, aprono How Much Wood Would a Woodchuck Chuck che solo dal nome ti mandano in paranoia il cervello (dalle 22, tre/quattro euro), mentre se siete in vena di scampagnate tossiche fuori porta all’Hana-Bi suonano gratis gli Akron/Family con tanto di barbe e camicioni che manco alla Caritas (dalle 21.30).
Domani se non siete a farvi venire due coglioni così con Sufjan Stevens a Ferrara (comunque i biglietti sono esauriti) potrete comunque venire alle Scuderie a farvi trapanare i timpani dagli überricchioni Matmos più l’ubiquo John Wiese (pare ci sia anche il redivivo J. Lesser, per ogni informazione fare riferimento al suo sito ufficiale), dalle 22, dodici euro. Mercoledì se cercate un pretesto convincete per farla finita eccovi serviti: Black Heart Procession in acustico al cinema Perla (dalle 21, diciotto euro, se poi si decidessero a fare qualche altro pezzo vecchio oltre Blue Tears magari è la volta che si torna a piangere…). A MeryXM tornano i ragazzi da Gaza, bordate ultranoise a strafottere alla Barberia (flyerqui sotto), al Clandestino arriva Vincenzo Vasi con le sue basette assassine e un progetto dal nome inquietante: Molestus (gratis dalle 22.30). Giovedì gran legnate con i The Faceless in data unica al Rock Planet (più altri gruppi ugualmente ipertecnici e pestoni, dalle 20.30). Il concerto degli Happy Mondays spostato a questo venerdì è stato definitivamente CANCELLATO (si vede che l’agenda del pusher era particolarmente piena in questo periodo) quindi si può tranquillamente fare serata al Musica nelle Valli senza alcun rimpianto; sabato Assalti canta e non manda in letargo le menti al TPO (di spalla Inoki direttamente dal tavolo verde, prezzo n.p.), lo stiloso Toro Y Moy smazza la sua cosa al Sì (dieci euro, dalle 21.30) e il redivivo Tom Warrior porta i suoi arcigni e mentali Tryptikon al Rock Planet (dalle 20.30, prezzo n.p.). Domenica a martellarsi i maroni all’Estragon con gli Explosions in the Sky (dalle 21.30, diciotto euro) o all’XM24 a farsi sfracellare i timpani courtesy of Jucifer e Orange Man Theory (dalle 22, max cinque euro) l’ardua scelta.

L’agendina dei concerti Bologna e dintorni – 14-20 marzo 2011

Celebriamo (immagine presa dalla Nonciclopedia).

 

La settimana inizia con un evento che ha il sapore del regalo: questa sera al Clandestino gratis come sempre dalle 22 Gentlemen & Assassins, il nuovo progetto di Martin Bisi (produttore e socio di lunga data di Bill Laswell, Michael Gira e Foetus tra gli altri, se non sapete di cosa sto parlando siete arrivati qui cercando foto di negri albini col cazzo piccolo su google), un appuntamento che da solo basta a cancellare tutte le menate sull’Unità d’Italia e i deliri da Philip Dick drogato sul nucleare anche da noi. Una benedizione.
Martedì niente di niente. Si passa direttamente a mercoledì con la “Palustre Night” all’interno di MeryXM: suoni strani, smanettamenti analogici fastidiosi e gran tripudio di pedali e pedaliere e feedback lancinanti come se non ci fosse un domani. Gratis, da orario aperitivo fino al collasso dei timpani (nostri). Giovedì celebriamo con Burn, Baby, Burn al Locomotiv, ovvero Julee Cruise, Kid Congo Powers, Khan, Alexander Hacke e altre icone irraggiungibili della stessa risma; dalle 22, quindici euro più tessera AICS e vista la temperatura interna al locale ci sarà da bruciare per davvero.
Venerdì arrivano gli Ex-Otago al Covo a ricordarci che The Chestnuts Time è ancora uno dei dischi italiani più belli di sempre (poi tutto il resto potete pure buttarlo nel cesso, ma questa ohimè è un’altra storia); parallelamente, il ritorno dei Death of Anna Karina al Locomotiv (dalle 22, cinque euro più tessera AICS). Sabato ancora al Locomotiv l’ultima data bolognese degli Zu con la lineup originale (dalle 22, dieci euro più tessera AICS), poi tutti al Link per il ventennale della PLUS8 con John Acquaviva, Speedy J e Danilo Vigorito (manca per ovvie ragioni Richie Hawtin): ventitrè euro più altri cinque di tessera per un bel remember del sound di Detroit che se lo vai a dire a Detroit ti scuoiano vivo. Domenica conviene conservare un briciolo di energie perché c’è Bill Frisell al Fillmore di Cortemaggiore.

 

Parallelamente a tutto questo, da giovedì fino a domenica parte Transmissions, con una programmazione al solito devastante per dissociati, disturbati, alienati e tossici, ovvero la musica che piace a noi e quello che siamo.

L’agendina dei concerti Bologna e dintorni – 21-27 febbraio 2011

sapere cose.

Comunque stasera a parte Gianluca Grignani che sbasa al Teatro delle Celebrazioni e tali All Time Low all’Estragon (dalle 21, venti euro) in giro non c’è niente e si può restare in casa a guardare la pioggia cadere. Mercoledì MeryXM prosegue in grande stile con un omaggio a William Burroughs con annesso concerto sviaggioso (gratis, dalle 20); contemporaneamente, al Sant’Andrea degli amplificatori Luciano Maggiore e Francesco ‘Fuzz’ Brasini srotolano le loro distese di drones per la gioia del nostro telencefalo (o di quel che ne resta). Dalle 21.30. Giovedì Father Murphy in jam confidenziale a orario aperitivo, luogo ancora da verificare (ulteriori dettagli nei commenti appena scopro qualcosa); poi per ora niente. In compenso venerdì ce n’è per tutti i gusti: i reduci della vecchia guardia saranno tutti al Sottotetto a vedere i Crying Steel (cinque euro più altri cinque di tessera), mentre per gli amanti del metallaccio ridondante imperdibili i Rhapsody (che dopo i buffi con Joey DeMaio – con annessi strascichi mafiosi che per ora non è dato conoscere – si fanno chiamare Rhapsody of Fire) all’Estragon (meno imperdibile il prezzo: trenta euro); per mods e skins rissaioli la prima serata dello Skull & Bones Festival al Crash!, ma l’appuntamento da non mancare è con quel monumento alla TECHNO con la T la E la C la H la N e la O maiuscole che si chiama Jeff Mills, al Kindergarten con il suo arsenale di giradischi e 909 in fiamme (e, pare, un sound system nuovo di zecca per l’occasione) in una serata che se siete vivi ha tutti i crismi dell’evento. Il prezzo per vedere la leggenda in azione è di venti euro; i venti euro meglio spesi da… boh, non trovo nemmeno le parole per tentare un paragone comunque eufemistico. Devozione.
Non bastasse, sabato altra badilata di roba: Scott Kelly al Nuovo Lazzaretto (la colonna sonora ideale se avete deciso di farla finita ma vi manca il coraggio per l’ultimo step; è la terza volta in un anno che me lo sparo e non ne avrei mai abbastanza), centesimo concerto dei Crazy Crazy World of Mr. Rubik al Locomotiv (dalle 21.30, cinque euro più tessera AICS, gli acidi non sono necessari basta il caldo soffocante), seconda serata dello Skull & Bones al Crash! (particolarmente interessante per la presenza degli inossidabili Last Resort), Morkobot al TPO e mega-jam del futuro all’XM24. Domenica credo che avrò un leggero mal di testa.

Rozzemilia issue #7: INDCH LIBERTINE

 

Indch Libertine durante una tranquilla giornata di lavoro

 


Indch Libertine
è un teppista ultrasonico di Bologna che traffica con pedali e pedaliere allo scopo di ottenere il muro di rumore più molesto e impenetrabile mai percepito da orecchio umano. Il suo modus operandi è semplice: volume a 12, tutti gli effetti settati a livelli di distorsione & saturazione intollerabili e via a registrare finché non finisce il nastro o la memoria nell’hard drive. I suoi pezzi possono durare tre minuti come tre ore, l’annichilimento è garantito in ogni caso, e comunque basta poco per smarrire la cognizione del tempo mentre si subisce un suo disco. Il corredo estetico-operativo è quello che potete immaginarvi: dischi dedicati a Richard Speck, ai coniugi Brady o a film malsani e perversi, pubblicati a getto continuo su etichette minuscole in tirature risibili, il più delle volte in formati inusuali (cassetta) o in CD-R. La differenza tra un’uscita e l’altra è che un pezzo fa SCHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH, un altro CCCCCCCHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH, un altro KKRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR, un altro FFFFSSHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH, e via assordando. È roba per chi si rilassa con l’opera omnia degli Incapacitants, legge Peter Sotos per conciliare il sonno e si diletta con cineforum a base di Buttgereit, Nacho Cerdà e The Act of Seeing with One’s Own Eyes di Brakhage. Fino a un paio di anni fa Indch Libertine era più famoso negli States e nella perfida Albione che da noi; amico personale di Richard Ramirez, aveva suonato a Leeds e a Glasgow ma mai in Italia. Una data a Vittorio Veneto lo scorso inverno ha spezzato il tabù; da allora sono seguite esibizioni a Massa e all’HNW Fest di Venezia, oltre alla consueta pioggia di uscite che non accenna a fermarsi.
Il misfatto più recente è Bodil Jørgensen Lover, 33 copie su Toxic Industries, un’unica tirata di quarantasei minuti e rotti dedicata all’omonima attrice danese (pare sia stata la Greta Garbo del porno con animali – o qualcosa del genere) sdoganata dal perspicace Lars von Trier che la volle nel suo Idioti; è forse la sua uscita più fastidiosa di tutte (sicuramente lo è tra quelle che ho ascoltato), un’impenetrabile muraglia di caos analogico insostenibile, amorale, inalterato (a parte un paio di salti di volume sul finale), che inizia e termina bruscamente come un cazzotto sul grugno sferrato a tradimento, roba da far sembrare Metal Machine Music una cazzatella da educande. Arrivare alla fine del disco con timpani, nervi e impianto stereo intatti è solo un’eventualità.
Indch Libertine è anche attivo come produttore speedcore con l’alias Ralph Brown. Qui e Qui si possono scaricare gratis alcune compilation a cui ha partecipato.

MATTONI issue #8: JUSTIN BIEBER rallentato dell’800%

it's da ghetto, bitch.

 

Justin Bieber è il nuovo mocciosetto canterino salito alla ribalta mondiale grazie a youtube per la gioia dei pedofili di tutto il globo. Se in questi giorni vi capita di cercare su youtube un video rock – un qualsiasi video rock – date uno sguardo ai commenti più recenti: al 95% sono lunghissime sequenze di insulti pro o contro (molto più spesso contro) Justin Bieber e i suoi fan, roba sul genere “sentito questa merda? Loro sì che spaccano, altro che Justin Bieber!“, il tutto riferito invariabilmente agli ZZ Top quanto ai Black Sabbath o agli AC/DC o ai Led Zeppelin o ai Beatles. Questo è il modo in cui sono entrato a conoscenza di Justin Bieber: cercando video a caso su youtube. Ma c’è chi, invece di perdersi in flame interminabili in giro per la Rete, si è ‘ispirato’ a Bieber per un’idea veramente geniale: prendere un pezzo a caso dello squittente canadese – nello specifico, la caramellosa U Smile – e rallentarlo dell’ottocento per cento, così, per vedere che effetto fa. L’autore della genialata è tale Nick Pittsinger, che per portare a termine l’impresa pare si sia servito di un semplice programma freeware e nient’altro; di sicuro c’è che, una volta caricato su soundcloud, U Smile versione 2.0 (o sarebbe meglio dire 800.0) si è immediatamente diffusa a macchia d’olio fino a diventare uno dei tormentoni del momento, coinvolgendo allo stesso tempo buontemponi e gente di un certo livello (dell’esperimento si è parlato pure sulle prestigiose colonne del Newsweek) con inevitabile strascico di emulazione internettiana in cui, all’improvviso, tutti si sono messi a rallentare (o velocizzare) tutto. Ma U Smile, che nella versione extended dura trentacinque minuti, è speciale, ha un senso, uno scopo e una dignità probabilmente superiori all’originale anche a prescindere dall’originale: ascoltando la traccia senza avere la minima idea da dove provenga ci si trova comunque di fronte a un monolite di pura estasi trascendentale, qualcosa come il perfetto incrocio tra lo “stupore cosmico” di Rhys Chatham nel mastodontico A Crimson Grail e la trance music più ipnotica e minacciosamente rituale dei Dead Can Dance e dei primi In Slaughter Natives, in ogni caso qualcosa di infinitamente stratificato, spaventosamente imponente e profondamente liberatorio nel suo fluire di toni dalle variazioni impercettibili ma costanti, dove la vocina querula del pagliaccesco infante diventa un colossale rombo angelicato che susciterebbe l’invidia di Lisa Gerrard e la gioia di La Monte Young. Nessuna ironia: questa U Smile deve finire immediatamente nelle vostre playlist a fianco del Vuvuzela Drone (e relativa puntata di Radio Dio corrispondente), a Touch Strings di Phill Niblock, all’opera omnia di Yoshi Wada e a tutti gli altri pilastri comprovati della drone music più pura e incompromissoria (oltre a non poter mancare in generale nella collezione di chiunque nutra anche solo un lontano interesse per il suono). La trovate Qui, basta premere ‘play’; uscirne, in compenso, è tutto un altro paio di maniche.

L’agendina dei concerti: richiamino.

una valida alternativa all'egemonia delle vuvuzelas.

 
Spuntano fuori nuovi appuntamenti a Bologna, da aggiungere alla già strapiena agendina dei concerti di questa settimana. Oggi pomeriggio c’è Hugo Race gratis in Piazza Verdi; dalle 18 in poi. Poi tutti all’XM24 che tanto non si accavallano gli orari. Domani sera, per chi non ne ha mezza di andare a sudare in mezzo a centinaia di stronzi per LCD/!!! a Ferrara, e magari ha voglia di sentire del jazz coi controcoglioni eseguito da uno tra i più grandi luminari viventi della materia, al Festival di Santo Stefano c’è il mitico Franco D’Andrea al piano solo per una performance nel segno di Thelonious Monk.
Sabato e domenica a rischiarare il weekend di chi resta in città e predilige i suoni drogati ci pensa il Modo Infoshop con una doppia da ringraziare di avere un paio di orecchie funzionanti: si comincia sabato dalle 20.30 con concerto + seminario di didjeridoo del veterano Gianni Placido, che presenterà il nuovo CD Ab Origine con una performance dal vivo suonata con più didjeridoo e basi elettroniche. Roba da far schizzare il cervello direttamente su Plutone, e senza nemmeno bisogno di ingurgitare alcunchè di psicotropo! Il Paradiso, praticamente. Domenica invece l’appuntamento è alle 19.30 per un solo show in compagnia del sax del gigante Katsura Yamauchi (date uno sguardo al suo mostruoso curriculum poi ditemi se non vi tremano i polsi); c’è anche il tempo di mangiare un boccone prima dei Dysrhythmia all’XM.