
SUNN 0)))
Da queste parti una volta girava tale “Giggi er Pistone” (con due g, credo, l’ho sempre sentito pronunciare con tre però) che sgasava con il motorino smarmittato ai semafori. Che io sappia, non ha mai fatto parte di un gruppo drone, però cazzo, era almeno 15 anni in anticipo sui tempi, se solo avesse avuto quell’aura inquietante che i Sunn 0))) aggiungono a ricette in gran parte altrui. Che poi a ripensarci visto come usava armi da taglio la sua aura era ancora più inquietante, però non ha mai scopiazzato Dylan Carlson. In ogni caso il ritorno di O’Malley & co. riesce nella non facile impresa di aggiungere alle classiche sonorità della Vespa portata dal meccanico quelle che per pudore non chiamo “idee”, ma comunque fanno la loro figura. Soliti vocioni catacombali di quelli “Volevamo essere (e a volte siamo) Attila Csihar“, ma anche cori e/o tastiere e/o momenti dilatati/ambient con perfino una tromba (qualcosa degli Asva, pure), per carità, nulla di realmente nuovo, ma basta per evitare il disastro e rendere il disco meritevole di essere ascoltato. Certo, l’unica loro canzone degna di passare alla storia resta “My Wall”, ma di questi tempi anche riuscire a non ripetersi pedissequamente ottenendo buoni risultati è un buon traguardo.
A Gigggi sarebbe bastato.