Tutti i più grandi figli di puttana della storia hanno i capelli in vecchiaia (reagan, stalin, monti, Polanski), mentre i giusti li perdono. Non fidatevi mai di un ciuffo fluente, e ricordatevi che hitler con la sua leccata di vacca rendeva calve tutte le sue vittime che non lo fossero già di per sé. Tutte le donne hanno i capelli: ed ecco che la cattiveria umana è pienamente, compiutamente rappresentata da quella malvagia massa ondeggiante oppure durissima e scolpita nel gel, che la cosa peggiore che possa capitarti nella vita è, non so se vi è mai successo, che vi state tenendo sull’autobus e qualcuno, noncurante, si avvicina con la testa alla vostra mano serrata e sempre più, SEMPRE PIÙ si accosta, e il vero dramma per te, deportato su quella nave per la Kolyma che riesce a essere la linea centocinque dell’atac (soprattutto a uscire), è tra l’accarezzare quegli osceni capelli sconosciuti o lasciarsi cadere, urtando corpi e membra e forse altri beffardi capelli, e precipitare sul pavimento in quell’odore di vecchio alcool e fritto indiano che hanno gli autobus, a Roma est, la sera.
Henry Rollins tène ‘o capell cuort, e così altri clamorosi Buoni della storia, come Foucault, tutti i sumeri, Jaap Stam, Michel Stipe e Billy Corgan. Il negro di Matrix.
Mamme, lasciate che i vostri figli si rasino, e chiudete i vostri figli negli studi di analisti junghiani (Jung era pelato; Freud bastardo capellone) nel caso in cui lascino crescere i capelli, o se li scolpiscano in orrendi tagli periferici, o se sono femmine, in ogni caso.
If hairs be wires, black wires grow on her head
(Shakespeare)