“I ragazzi di Via Panisperna?
Sai che ti dico? SIEG HEIL!”
* Questo post è solennemente dedicato alla scoperta che Ettore Majorana non è morto suicida, né rinchiuso in convento (Sciascia cazzaro), bensì si è venduto ai nazisti per poi riparare in Argentina col suo amico Eichmann. Majorana, rezpect, reprazent, visto che sei probabilmente ancora vivo (ad Antigua) e leggi Bastonate, tutto questo è per te *
E va bene, d’accordo, non abbiamo più vent’anni e anche se li avessimo saremmo a casa a studiare, e a Londra non andremmo per dimagrire ma per comprarci uno SHITLOAD di dischi assurdi, il meglio della comunità di Trinidad, Art Ensemble of Chicago (alcuni pezzi minori), Early degli Scritti Politti.
Questo noi, perché voi, piuttosto, se aveste i vent’anni che forse avete preferite pasticciare con scarpottoni da ginnastica e felpe alla moda, ciuffi ribelli a simbolo del vosto io in formazione, fregnacce scritte sui blog musicali e soprattutto una VALANGA di dischi di merda (“RAGA!!!!1 Sn staito a LONDRA last summer e ho bought MIA i nAtional e il nuovo dei liars per 17 pound e 83 totali!!!11”).
L’Inghilterra vista ancora come mito e tutte queste cazzate qui.
(ROMA, VIA PANISPERNA, 1934. UN MARTEDÌ MATTINA
Segré: “A regà, ‘o sapete che ho scoperto che i neutroni so tutti froci?”
Majorana: “Nun ce frega un cazzo”
Segré: “Ma li mortacci tua e de Pontecorvo!”
Pontecorvo: “Ahò! Ma che cazzo voi?”
SCOPPIA LA RISSA
RUMORE DI PORTA
ENTRA ENRICO FERMI
Amaldi: “Fermi, c’è Fermi!”
Tutti: *risata sguaiata*
Fermi: “Ma de che cazzo ve ridete, li mortacci vostra?!”)
Ma la musica è morta, e va bene, è morta con Gould e Ciani ma io mi riferivo a molto meno, alla musichella pop che ha rappresentato una valida alternativa alla noia almeno fino ai tardi ’70, poi si è incupita, involuta, ha avuto il breve colpo di coda gioioso degli Happy Mondays e dei Black Grape per poi riprecipitare, e definitivamente, nell’abisso senza fondo e nella sepoltura definitiva.
Prima della musica pop internazionale è morta quella italiana (due note di De André nel sessantaquattro e se ne era già andata affanculo), ammazzata da epigoni di epigoni di imitatori minori della Fisarmonica di Stradella. Il suo unico sussulto dopo gli urlatori anni ‘60 è stata la musica dei CCCP (primo periodo), poi più nulla a memoria d’uomo, poi due o tre anni fa l’esordio di Vasco Brondi, certo non così bello e cattivo, ma d’altra parte la fisica chi ha avuto dopo Newton?, ok, un paio di ipotesi sballate di Fermi, poi Majorana che s’è venduto ai nazisti e bòn.
Ora, il problema di Brondi qual era, sostanzialmente nessuno, tranne il non trascurabile particolare che qualche persona di brillante intelligenza in qualche meandro della BLOGOSFERA deve aver aizzato il branco dei fregnoni a catalizzare tutto l’odio represso – non è permesso parlar male di niente tranne che di un disco italiano a caso ogni 18 anni – sulle Luci della centrale elettrica e sul povero Vasco, che ridotto a capro espiatorio e coperto di piume fatte di disprezzo si è incamminato mesto e solitario per la campagna, ripudiato dalla sua stessa comunità di APPASSIONATI, andando incontro alla steppa dannata dove non-vivono gli spiriti shedu. Oppure un’altra visione possibile della disfatta è che Vasco si lascia assoldare dai nazisti e quando è troppo tardi e tutto sta andando in merda, inscena il suicidio, vende biliardi di copie e ripara in Argentina con Eichmann. LA BANALITA’ DEL MALE. Sarah è bella, bionda. Sarah è felice. Sarah quel giorno maledetto vuole solo andare al mare. Con la cugina, l’amica del cuore. Sarah non sa che quel pomeriggio, ad attenderla, troverà l’orca.
Sia quel che sia, Vascone Brondone si ritrova così oggi totalmente cacato nel cazzo, estromesso a forza dalla ristretta cerchia dei grandi sapienti e costretto a ripiegare su un pubblico composto da pochi, schietti adolescenti e tanti poveri fregnoni che hanno letto di lui su Trovaroma e se lo vanno a vedere contenti all’Auditorium, dove è scheduled nel prossimo mese di novembre, ben consapevoli di tenere saldamente il polso della Vera Bella Musica alternativa, quella di Sigur Ròs, Radiohead e forse pure Cristicchi e Arisa. E poi Battiato, che canta Povera Patria e tutti si alzano e applaudono perché il fiato di Berlusconi è sul nostro collo, noi povera gente, noi vendole con l’orecchino, noi ateoni razionaloni figli di puttana che però ci piace Tettamanzi, perché proprio come Ascanio Celestini ha detto qualcosa di gradevole sugli zingari.
Ma tornando al punto: ma voi non siete rimasti sconvolti da questa notizia di Majorana? Cosa avrebbe detto Fermi? E come la mettiamo con il fatto che l’unico, vero genio italiano dai tempi di Leonardo era un gran nazista? E con me stamo a due!
Insomma è uscito questo nuovo video delle Luci della Centrale Elettrica, in cui in una Milano interinale, popolata di amori a progetto e progetti d’amore irrisolti (questa definizione è originale © ed è in vendita al prezzo di un cartoccio di fusaie a qualsiasi blog strappalacrime ne voglia fare buon uso) si dipanano le mille avventure della Teoria dei Quanti.
Gli Appassionati-Avvoltoi iniziano a volare in circolo su Brondi nel deserto di cui sopra, pronto a farlo a pezzi. Dalla loro hanno che il
video – bastano 5 secondi senza audio, di più non ho avuto modo, luogo e voglia di vedere per ora – ha le stigmate della regazzinata, un immaginario di suoni-parole del tutto simile al primo album (sono senza audio, ricordatelo) e una protagonista ciaciotta, adolescente di quell’adolescenza che sognano i ventottenni nostalgici, ossia già consapevole della potenziale coolness dei vent’anni. Contro di loro hanno una nuova traduzione del Corano (Sura XLIX: O credenti, se un malvagio vi reca una notizia, verificatela, affinché non portiate, per disinformazione, pregiudizio a qualcuno e abbiate poi a pentirvi di quel che avrete fatto) e tutta una sequela di stronzate smontabile in pochi minuti:
“Brondi merda, il secondo disco è uguale al primo!” – De Andrè ne ha fatti 180 uguali
“Brondi merda, non è musica!” – Sempre più elaborata di De Andrè
“Brondi merda, i testi sono ridicoli!” – Segue un estratto di un testo di De Andrè:
“Falegname col martello
perché fai den den?
Con la pialla su quel legno
perché fai fren fren?
“Brondi merda, piace alla gente sbagliata!” – Dovreste vedere la lista dei fan di De Andrè.
“Brondi merda, è una moda!” – Anche i Sex Pistols, i Nirvana, e De Andrè. E questo peraltro non è un difetto.
E così all’infinito, e usando solo il monocorde argomento-De Andrè
Seguono considerazioni sparse sul fatto che la musica pop non ha nessuna importanza, mai, a nessuna latitudine, a nessun’ora del giorno o della notte, in nessun angolo di questa terra nei secoli dei secoli e così via, e questa mia superiore consapevolezza adulta rende vani gli eventuali contro argomenti di chiunque. Amen.