L’agendina dei concerti Bologna e dintorni – 20-26 giugno 2011

 

Esiste un modo migliore per cominciare la settimana se non in compagnia di un mucchio di energumeni polacchi e brasiliani lungocriniti grugnanti e bestemmianti? Non che io sappia. L’appuntamento questa sera è al Blogos con Vader e Krisiun (di spalla Essence, Resistance ed Eloa Vadaath), l’inizio intorno alle 20, il prezzo diciotto eurini. Domani a parte Anna Calvi al bagno Hana Bi (gratis dalle 21.30) e Il Pan Del Diavolo al Bolognetti l’ipotesi di farsene dei grammi o restarsene in branda diventa ben più che un’eventualità. Mercoledì in compenso due begli appuntamenti al prezzo che ci piace di più (zero euro/gratis/a ufo): badilate di cultura all’XM24 per MeryXM, e nostalgia canaglia di quando l’erba era verde e gli uomini erano veri uomini all’Honky Tonk bar con la one-man band The Blues Against Youth. Giovedì ancora all’XM24 per una scarica di ultraviolenza con i massicci Thou (che vengono dalla Louisiana e ci tengono a farcelo sapere), gli ultramassicci Moloch e i massiccissimi D.U.N.E. (dalle 22, quattro euro); se invece temete di spettinarvi la frangetta o stropicciarvi gli stracci che portate addosso, al Bolognetti c’è il pitchforkiano Destroyer (gratis dalle 21). Venerdì Battles eccetera al Link (dalle 22, venticinque euro più tessera), oppure festival nel cortile del Crash con Mother Propaganda e altri (more news to come, come si dice); sabato potrebbe anche essere un buon giorno per morire (la ragione? Iron MaidenMotörhead sullo stesso palco può bastare?), se poi domenica non ci fossero Agnostic Front e U.S. Bombs gratis a Portomaggiore.

 

Nei giorni 23-24-25-26 giugno al parco della Montagnola si terrà la Festa delle Musiche, dalle 15 a mezzanotte tavole rotonde e concerti a strafottere senza soluzione di continuità. Tutte le info Qui.

 

L’agendina dei concerti Bologna e dintorni – 17-23 gennaio 2011

 

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A dar retta alle voci fattesi via via sempre più insistenti nei mesi scorsi, pare che questa edizione del Netmage sia l’ultima; sperando fino in fondo che alla fine si tratti di cazzate prive di fondamento o di deliri apocalittici messi in giro da qualche insider preso male in vena di profezie da Cassandra degli incapaci (o che, più realisticamente, il festival “rinasca” magari con un altro nome e altre motivazioni ma continuando di fatto a esistere) non riusciamo comunque a reprimere una fitta di tristezza per un altro pezzo della nostra storia che (forse)  scompare, oltre che una botta micidiale di nostalgia di tempi irripetibili e mai abbastanza rimpianti (basti dire che l’intero progetto-Netmage nacque e si sviluppò tra le pareti del Link, il miglior locale della storia dell’umanità), che mai come ora sembrano lontani anni luce. Personalmente le edizioni del Netmage me le sono sucate tutte – tranne quella spettacolare del 2009 con Keiji Haino, Emeralds e Growing tra gli altri (ero bloccato a letto con 40.5 di febbre tipo Tim Robbins in Allucinazione Perversa, mi sono sentito tagliato fuori dal più grande party del secolo) – e anche se negli ultimi tempi più che un festival dedicato agli incroci fra arti elettroniche, visive, musicali e performative era diventato piuttosto un pascolo per fighetti impresentabili e etichette orribili che pubblicano solo su vinile e musicassetta in tiratura limitata e numerata, in cartellone non mancavano mai nomi più che meritevoli che giustificassero in pieno il prezzo del biglietto e poi insomma, andare a farsi sfondare i timpani nei lussuosissimi saloni di Palazzo Re Enzo è qualcosa che ha sempre il suo fascino…
La settimana concertistica per il resto comincia domani al Nuovo Lazzaretto con una scarica di NYHC bullistico e spaccaossa alla vecchia ad opera dei mitici Supertouch (di spalla i bandana-thrashers Ed e Postalmarket Babies); inizio tassativo alle 22, prezzi politici e incazzatura dei vicini garantita. Ancora Lazzaretto mercoledì per le teste metal più esigenti: arrivano gli E-Force, ovvero la band di Eric Forrest dopo essere stato cacciato a calcioni dai Voivod per motivi che tuttora ignoro, di spalla Howling Machines e Catacumbas, stesso orario stessi prezzi. Se del metal non potrebbe fregarvene di meno l’alternativa è tra un bel concerto jazz al Bartleby (gratis dalle 19.30) o il delirio free-math-punk all’XM24 con la seconda installazione del ciclo MeryXM: cena, dibattito, concerti, stare bene. Gratis, dalle 20.30.
Giovedì inizia il Netmage; per gli appassionati del karaoke cadaverico ci sono i T.S.O.L. all’Onirica a Parma (purtroppo hanno rinnegato la loro fase hair metal). Venerdì l’overdose: al Modo Infoshop dalle 18.30 reading di Giovanni Succi, quindi al Locomotiv dalle 22 Bachi da Pietra + Uochi Toki (set Legno) (otto euro + tessera AICS obbligatoria). Oppure, al Covo c’è Damo Suzuki che improvvisa cose a caso con musicisti random (dalle 22, ingresso ? euro); il concerto può essere una sòla megagalattica come un trip senza ritorno (parlo per esperienza personale), dipende in gran parte dalla statura dei musicisti coinvolti visto che il gnomesco Damo si limita a strillare mantra incomprensibili di tanto in tanto. A ‘sto giro ci sono Gabrielli e Iriondo quindi perlomeno al di sotto di un certo standard di decenza non si dovrebbe scendere. Oppure, un’overdose di progressive (nel senso più nobile e stimolante del termine) al Cinema Perla, di cui potete consultare programma orari e prezzi nel flyer qui sotto. Oppure, seconda giornata del Netmage. Comunque vada, dopo tutti al Kindergarten per Robert Hood.
Sabato serata conclusiva del Netmage; tra gli altri c’è Thomas Köner, che ho scoperto proprio grazie a questo festival (se la memoria non mi inganna suonò nella prima edizione: era il 2000…). Domenica ci si macera nella nostalgia, nel ricordo e nel rimpianto.

Anniversari: Melma & Merda – Merda & Melma (1999)

Molti ieri hanno ricodato John Lennon, molti altri Diamond Darrell, i più antagonisti il marchettaro irrequieto Darby Crash. Io, ho ricordato Melma & Merda.
Nessun morto in questa occasione, perlomeno in senso fisico (e mentre scrivo mi sto grattando furiosamente i coglioni); a venire celebrata è piuttosto la morte di un intero genere. Merda & Melma è l’ultimo disco di hip hop italiano. L’ultimo spasmo di vita di una scena che da allora in poi diventerà regno incontrastato del fiaccume più bieco, proscenio esclusivo di smiroldi e giaccaloni da offesa alla dignità umana, quegli stessi smiroldi e giaccaloni che fino ad allora erano obbligati a tenere bassa la crestina perché il microfono stava in mano a chi sapeva confrontarsi con la musica e con la vita senza malafede.  E non è una questione di sterile piagnisteo nostalgia canaglia-pilotato totalmente fine a sé stesso, non è un tristo esercizio di memoria per vecchi dentro che rimpiangono aprioristicamente il passato per il solo fatto che è passato. No: è un atto dovuto e un riconoscimento di superiorità totale a prescindere dal fatto che quello che stiamo vivendo ora è probabilmente il momento più nero della storia dell’hip hop nazionale, e la nottata non accenna a passare.
La storia la conoscete: Deda Kaos e Sean in jam molesta assemblano il disco in pochi giorni coinvolgendo giusto qualche amico (tra cui un Neffa in fiamme che parallelamente stava consumando il suo addio all’hip hop nell’irripetibile Chicopisco). L’album esce l’8 dicembre 1999; in un sussulto di bastardaggine decidono di tirare soltanto venticinque esemplari dell’edizione in vinile, che diventa immediatamente una sorta di sacro Graal 2.0 per b-boys fieri e collezionisti ossessionati al punto da assumere in tempi recenti i contorni dell’urban legend come manco il disco dei Devil Doll stampato in una copia o il CD di Merzbow saldato nell’automobile. Un peccato veniale tutto sommato concesso a un disco che resta assolutamente mostruoso ora come allora, tanto cupo e opprimente nelle sonorità quanto battagliero e assassino nelle liriche; mai si era sentito un Kaos così lanciato a bomba contro il mondo, armato “solo di fotta, il resto non serve a molto“, mentre il flow malmostoso di Sean demolisce suckers come fossero biscotti friabili. I più intellettuali negli anni si sono fissati sulla lunga Trilogia del Tatami nella pretesa di estrapolare un solo brano “rappresentativo” del lavoro, ma la realtà è che tutto il disco è ugualmente potente e terminale e definitivo, frutto di tre autorità incontestabili ognuno allo stesso modo in orbita, animato da un senso del disastro e portatore e generatore di un clima di fine incombente che attrae magneticamente piuttosto che spaventare, come restare a lungo ad occhi spalancati a scrutare dentro l’abisso.
Seguirà un breve tour, fondamentale allo stesso modo del disco, che documenta l’assoluto stato di grazia del collettivo; poi la dissoluzione, mai ufficialmente annunciata, sparire in silenzio fagocitati dallo scorrere implacabile del tempo. Kaos è riemerso nel 2007 con l’ottimo Karma, un disco di cuore che parla alla gente che ha un cuore; ogni tanto torna a fare concerti, più spesso dj set in mood nostalgico, tra i pochi depositari rimasti in giro della memoria di un’era che non ritornerà più. Deda si è reinventato dj funky con la ragione sociale Katzuma; Sean non ho la minima idea di che fine abbia fatto. Dopo di loro soltanto macerie.

L’agendina dei concerti Bologna e dintorni – 29 novembre-5 dicembre

immagine di repertorio per far passare il concetto che fa freddo e c'è la neve

Anche se fa freddo e nevica e Bologna-Chievo è stata rinviata per questo e al Cioccoshow non c’erano i cioccolatini a forma di cazzo la città non si arrende: ecco il bellicoso programma della settimana.
Si comincia stasera al Nuovo Lazzaretto con una scarica di metalpunk alla zozza courtesy of i lerci Blunt Force Trauma del mitico Felix Griffin; aprono le danze Minkions e Zio Faster, inizio puntuale alle 22, cinque euracci l’ingresso e se non sei vestito come un vecchio punk londinese e/o un thrasher decerebrato americano degli anni ottanta ti lasciano fuori a gelarti il culo. Martedì a parte Paola e Chiara al Mediaworld di Imola e il pessimo Wavves al Bronson (21.30, quindici euro, pettinatura orrenda e guai a ‘suonare’ più di mezzora) non mi risulta ci sia altro in giro; io non mi voglio male fino a questo punto per cui penso proprio che resterò in casa larvale a fissare le pareti, in modo da tenermi in forma per il concerto dei nostalgici e malinconici Soviet Soviet mercoledì 1 dicembre all’XM24 (dalle 22, gratis).  Per i più temerari in vena di avventurose gite fuori porta, al To Be or… di Civitanova Marche suonano gli sferraglianti Din [A] Tod (dalle 21.30); obbligatorio presentarsi mascherati da gerarca sadomaso. Giovedì 2 serata imperdibile per chi ama la musica: allo Scalo San Donato dalle 21.30 Vakki Plakkula e Banda Roncati, se siete vivi non avete scuse, non si può mancare. Non so il prezzo, ma difficilmente starà sopra i cinque euro.
Venerdì 3 ci sono gli HELMET al Bronson (21.30, quindici euro). Non credo di dover apporre ulteriori commenti, ma nel caso abbiate bisogno di motivazioni supplementari sappiate due cose: 1) Bastonate dj-set prima/durante/dopo il concerto a base di pezzi che non avete mai sentito in un locale e che probabilmente non sentirete mai. Non sognatelo, siateci. 2) After splitting with Winona in 2006, Page Hamilton has dated the bisexual hardcore porn actress Jezebelle Bond. She has talked about quitting the porn business for him on her blog @ myspace.com/jezebellebond13
Per completezza segnalo anche gli altri appuntamenti di venerdì 3 dicembre: Youth Brigade + guests al Nuovo Lazzaretto (dalle 22, cinque euro), Titor + Verme + Hazey Tapes all’Atlantide (dalle 22, pochi euri), Tilbury plays Cardew al Museo della Musica (dalle 21, dieci euro), OfflagaDiscoPax in tour acustico al Locomotiv (dalle 21.30, dieci euro più tessera AICS sette euro), Clinic al Covo (dalle 22, abbastanza euro), e per gli sbarazzini della notte Tying Tiffany dj-set al Decadence (dalle 24, quindici euro) e James Holden al Kindergarten (23.30, ingresso dai quindici euro in su).
Sabato i riformati Swans al Locomotiv (apertura porte alle 21), se venticinque euro più altri sette di tessera AICS che non userete da nessun’altra parte non vi spaventano è l’unica occasione in un tot di tempo per godersi l’abissale Michael Gira (che, a scanso di equivoci, è e resta un gigante); a patto che poi riponiate lamette coltelli corda barbiturici e in generale ogni altro tipo di oggetto contundente e/o nocivo alla salute, per accantonare i propositi suicidi e tornare ad amare la vita c’è Carola Pisaturo al Cassero (dalle 24, dieci euro). Gran finale domenica 5 (se ve la sentite) all’Estragon con gli Skid Row (dalle 21.30). Giusto un paio di deterrenti: i biglietti stanno a ventisei euro e alla voce non c’è Sebastian Bach ma quell’altro.

aggiunte romagnole:
LUNEDI’ 29/11
Un cazzo di niente, sembrerebbe. Serata interlocutoria a guardare Fazio sbronzissimi e/o a disegnare un nuovo episodio della serie a fumetti più bella del mondo che ancora voi non avete visto -mentre io sì. Puppatemi la fava. Un’alternativa possibile è l’esecuzione di Masticazzione con due zete, session per chitarra ed effetti vari ed eventuali in cameretta mia ad opera di me in persona, ingresso 13 euro a inviti. Approfitto della sponda per porre il copyright sempiterno sull’idea concerti a casa propria, molto evidentemente la COSA del 2011.

MARTEDI’ 30/11
Wavves al Bronson, nonostante l’abbiano beccato in Germania con del fumo (questo per dire che il nazionalsocialismo aveva dei vantaggi, insomma). 15 euro più i cerini.

MERCOLEDI’ 01/12
What Contemporary Means (bella domanda) al Diagonal al posto di Julie Doiron, oppure The Jim Jones Revue al Clandestino

GIOVEDI’ 02/12
A Place To Bury Strangers al Bronson. O Texas Terry Bomb al Sidro, chiunque sia/siano.

VENERDI’ 03/12
Helmet al Bronson. Se non capite un cazzo di musica potete anche andare a Club Dogo al Velvet o Tokyo Sex Destruction + Small Jackets al Georg Best (Montereale, colline cesenati).

SABATO 04/12
Un sacco di robe, tra cui ovviamente preferirò di brutto andare a vedere Micah P.Hinson per la novantunesima volta, al Bronson di Ravenna. Concerto dell’anno. In alternativa tali  Rock’n’roll Kamikazes al Sidro, Ennio Morricone a Pesaro da vedere strafatti di porra o Storm[O] e Abaton al Valverde di Forlì. I piatti più sugosi sono un tributo a Jeff Buckley al velvet con tanto di Gary Lucas, che suonerà con tre italiani qualunque. BRRR. Oppure Airway al Vidia di Cesena, probabilmente il peggior gruppo di sempre, Finley meets altre cose simili. Li ho visti a Cesena di spalla ai Get Up Kids.

DOMENICA 05/12
Un cazzo di niente, sembrerebbe. Serata interlocutoria a guardare report sbronzissimi e/o a disegnare grossi piselli sui muri degli stabilimenti all’Anic di Ravenna in segno di sgomento generazionale.