Mancarone / Stop press / Santo subito: OSAMA BIN LADEN (8 Cha’bân 1376 – 27 Jumâda al-Awwal 1432)

"In tutte le culture umane, la dicotomia bene/male è espressa per mezzo di semplici opposizioni come bianco/nero"

Goodbye Desert’s rose
May you ever grow in our hearts
You were the grace that placed itself
Where lives were torn apart

(Elton John 2011)

This radio station was named Kowalski/
In honour of the Last American Hero to whom/
Speed means freedom of the soul./
The question’s not when he’s gonna stop/
But who’s gonna stop him

(Prima Scream 1997)

C’è sempre grande amarezza quando finisce un’epoca e ci si rivela con rabbia la verità, e cioè che tutti coloro che nasceranno d’ora in avanti, o sono nati in queste ore, vivranno in un mondo comodo comodo dove potranno disporre di saggi e libri (ebook naturalmente) che partono da dati acquisiti tipo la morte di Greenspan, la morte di Saddam, la morte di Bin Laden e la vita di Majorana. Che andranno in vacanza in Viet Now e in Libia come paraculi bastardi mentre noialtri stronzi vivevamo al fronte in un mondo precario di terrore, “Faticando la Vita” – il virgolettato è un mio suggerimento per il titolo di un film di/con Ascanio Celestini, che ho già sceneggiato: Maurizia è una segretaria precaria ed è bella, sta con Giacomo, 52 anni, sposato e con figli, direttore della sua azienda che la illude di darle il posto fisso e poi si rimette con la moglie – Laura Morante – e lei perde anche il lavoro, mostrando così all’occhio invisibile della macchina da presa la corrispondenza tra la precarietà della vita e la precarietà degli affetti e del lavoro. Un film di denuncia con: Alba Rohrwacher (Maurizia), Fabrizio Bentivoglio (Giacomo), e per la prima volta sullo schermo Eleaduse Sacinori (la dodicenne figlia di Giacomo, l’unica che mostra raziocinio in un mondo di adulti-bambini), Laura Morante (Laura), Ascanio Celestini (Pionzo, il matto di quartiere). Con l’amichevole partecipazione di Elio Germano (nel ruolo del ragazzetto che urla in romano per strada).

E insomma è morto Bin Laden: e mentre i forum e i facebooks si riempiono di teorie del complotto di chi ha capito tutto (chi c’è dietro ai rigori in favore della Roma? Dentro i colpevoli, e fuori il nome!) e di chi invece non ha capito niente e ancora oggi sogna un Futuro e una Italia Migliore in cui non contano soltanto le “tette e i culi” ma anche, e soprattutto, valori dimenticati come la passione sociale, la lotta politica e l’amore, l’Amore vero.

[Fausto (Giorgio Pasotti) è un padre di famiglia che all’improvviso perde il lavoro. Sua moglie Irene (Margherita Buy), avvocato in cura neurologica e costantemente sotto psicofarmaci, non si accorge del dramma; solo Giulia (Isabella Ragonese), la giovane tabaccaia, che apre il negozio ogni mattina alle 5, si accorge che Fausto, durante la notte, lavora come clown in un circo rumeno, pur di dar da mangiare ai piccoli Sebastiano e Giuffrina. Quando anche Irene perde il lavoro, Fabrizio è costretto a confessare, in lacrime per l’umiliazione, Irene lo lascia per Giacomo (Fabrizio Bentivoglio) e quando tutto sembra andare in merda Fausto si mette con Giulia e insieme prendono i regazzini e partono col circo rumeno della Signora Badu (Stefania Sandrelli), che tra parentesi mostra in un clima tutto veterocircense e mimo che i rumeni sono molto calorosi e meglio di noi e i bambini sono contenti di accudire alle zebre e di giocare con Gzorbu (Imiliu Dragonescu), mangiafuoco burbero ma in realtà dal cuore d’oro].

E’ morto Bin Laden!, fiaccolata stasera e Colosseo acceso. E’ morto Bin Laden!, e io non ho più voglia di lavorare (bè, manco prima in realtà) o di fare nient’altro che non sia un lungo, compunto applauso alla bara che attraversa in silenzio tutte le strade della Gente Perbene (perciò tutte le strade del mondo ad eccezione di quelle di Washington, Gerusalemme ebraica, Arcore) e di ubriacarmi – di piscio perché l’alcool non si può – e di gridare al cielo che Wojtyla non è il mio Santo! (e forse indosserò anche una t-shirt su questo tema). E’ morto Bin Laden! e io mi sento i Pontiak.

Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. Perciò i ragazzi oggi crederanno che Bin Laden non è morto: è soltanto in trasferta
(Indro Montanelli)