CE VOI VENÌ TE AL MIO ANGOLO?

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La mia unità di misura per calcolare quanto sia buona una tradizione rap è la geografia. Anzi no, la topografia. Quanto più ho bisogno di studiare su google immagini i luoghi citati nel flow, tanto più capisco che l’attitudine di chi mi sta cantando la merda è quella giusta. Una volta chiedevo sui forum di spiegarmi i pezzi del Colle perchè non riuscivo a rappresentarmi in testa i collegamenti e i luoghi giusti, mi mancava tutto un background praticamente incolmabile a causa della distanza: quei tetti non erano i miei e non lo sarebbero mai stati, ma dio cristo erano concetti e dipinti talmente generazionali ed esportabili che avrebbero avuto senso dovunque e per chiunque.
Quella romana è sempre stata una scuola di rap hc piena di stati in luogo e di asfalto, più dei circoli brutti diventati buoni milanesi, più dei porticati bolognesi, più della terra mossa veneta o del dialetto napoletano e questa cosa mi ha sempre portato a scuola. E’ un rap che è sempre stato fatto da angoli di strada come quelli dei negri di Baltimora su The Wire e non sono mai riuscito a scindere questa similitudine ogni volta che in vita mia ho messo su un disco degli ITP, dei Truceboys, dei Gente de Borgata. E’ così, angoli di strada ognuno con dietro almeno cento storie diverse tutte da difendere anche dai dissing -abbastanza comici col senno di poi, figurarsi ai tempi- portati da Frankie Hi-NRG sul fatto che trattare temi tipo il tagliare la bamba, le pussy, lo spaccio e lo scappare dalle guardie squalificasse lo spessore di tutto ciò che si stava facendo negli stati in luogo e nei tempi di cui si parlava lì sopra.
La cosa bella è che in questi giorni è uscita una mixtape minestrata per bene dal buon Gengiva aka DJ Gengis che si chiama ROME SWEET HOME a cui ha partecipato un sacco di gente che quegli angoli, quelle panchine, quelle stanze crematorie del commissariato le ha vissute sui propri denti, messe in rima e tramandate con la bontà di una sboccata adolescenziale dopo una festa brutta. E’ tutto talento e tutta storia da studiare o ripassare perchè questa è tutta gente che ha ancora cose da dire e soprattutto ha ancora il potere di farsi ascoltare per davvero da un pubblico che non abbia trentanni e un blog.
Io tifo un sacco per il pezzo di Gemello e Pedar P, ma la roba di Er Turco e del Santo Trafficante riesce a farti fintare fuori dalle scarpe con una spallata a seguire. Ad un certo punto parte Gemitaiz su Teardrop, giuro.
Qua sotto vi metto il coso di youtube con tutta la mixtape completa in bassa qualità, ma se siete bella gente la metà di quello che penso io ve la comprate su supporto fisico.