La gigantesca scritta LOAL

L’unica cosa da dire sui Dillinger Escape Plan l’ha detta con una certa verve il nostro m.c. ai tempi dell’ultimo disco: “Fanno talmente schifo al cazzo i loro dischi che ormai si aspetta quello nuovo con la perversa curiosità di misurare quanto ancora avanti abbiano spostato l’asse del pessimo senza possibilità di redenzione, del paradossale, del tragicomico, del gratuito.” Da questo punto di vista c’era quantomeno da aspettarsi qualcosa di ORRENDO. Ma vederlo arrivare sotto forma di cover di Fight The Power, per giunta con Chuck D in persona a fare da guest-star, è davvero una cosa da non credere ai propri orecchi. Nondimeno.

PS: se dobbiamo essere brutalmente sinceri non è nemmeno un problema dei soli DEP. Il disco che la contiene, la OST di un videogame di cui non so nulla (andate a chiedere info a quelli di giocagiue, magari), consta di una manciata di inqualificabili cover a tema guerra, con aborti tipo gli As I Lay Dying che si permettono di riproporre War Ensemble in salsa pro-tools-core, anche se probabilmente è più dura da accettare la rendition di War Pigs firmata Acacia Strain. Da un punto di vista critico in certi casi è difficile riuscire a distinguere tra onestà intellettuale e quaranta righe di insulti alle madri dei musicisti.

Cose sceme: 8-BIT METAL

Il mio amico Giorgio mi rompe il cazzo da un paio d’anni con un gruppo svedese chiamato Hellsongs, una specie di versione nordica dei Nouvelle Vague con il twee pop al posto del lounge e il metal al posto della new wave. Rimane invariata la qualità della musica, ma è un altro discorso. Non ho mai saputo bene come rispondergli, finchè nel mio giro settimanale alla ricerca di altri video dei Pantera non mi sono imbattuto in questa sottocultura youtubica di cover metal ad otto bit, nuovo record del mondo di assenza di vergogna. Questo post è idealmente dedicato a Luca, uomo di metal epico e musica ad otto bit. Top ten casuale:


AC/DC – Thunderstruck, tipico pezzo per caricarsi -quindi all’inizio. Essendo solo strumentali, in realtà al secondo minuto ne hai abbastanza.


Black Sabbath – Paranoid.  Da silenziare il vostro Space Invaders in flash per spararla a tutto volume come colonna sonora. Al terzo muro arriva la prima crisi cardiaca (nella parte finale è quasi deep-house)


Pantera – Cowboys From Hell. Io son partito da qui. Il diavolo è nei dettagli, e i break sono praticamente tutti IDENTICI, solo ad otto bit. Strepitoso.


Daft Punk – Aerodynamic. L’originale per me è il pezzo epic metal degli anni duemila, ma posso capire che possa essere una suggestione molto personale. Quando ho visto che c’era l’ho piazzata subito, aspettare un minuto per sentire com’era reso l’assolo è stato un’eternità.


Europe – The Final Countdown. Nessuna differenza con l’originale, tranne che non c’è la voce di Joey Tempest. Scusa se è poco.


Cannibal Corpse – Hammer Smashed Face. GABBER. Il pezzo-fomento della playlist.


Metallica – Master Of Puppets. Epicità grossa, cazzi in culo al vivere civile. Qualcuno la dia a Neveldine e Taylor, se gli viene di fare Crank3 questa DEVE stare sui titoli di testa.


Nirvana – Sliver. Altro pezzo non-metal, ma mi ci immagino un bambinetto che corre a palla e uccide i ragni giganti con la clava.


Deep Purple – Smoke On The Water. Inizio torrenziale, i primi trenta secondi potete pure skipparla. Del resto penso la stessa cosa dell’originale.


Slayer – Raining Blood. La miglior 8-bit cover  della storia.  Scariche statiche al posto della pioggia all’inizio, riff perfetto, stare bene subito. Mi si mandino gli mp3 e mi si trovi una serata.