tema: “La mia collezione di dischi”. Svolgimento:

La mia prima cassetta fu una raccolta di canzoni registrate da mio babbo con un registratore a microfono dalla TV, sigle dei cartoni e cose simili. Non ho mai posseduto un Fivelandia ma una volta ne ascoltai uno a casa di mia cugina minore, rimanendo scioccato dal fatto che –ehm- conteneva canzoni con strofe aggiuntive rispetto a quelle delle sigle dei cartoni, e tutte le strofe aggiuntive mi sembravano avere dei testi scrausissimi, come se ce li avessero voluti infilare a forza per fare i quattro minuti della canzone e non dare l’impressione ai bambini di essere stati inculati. Capirai, son tutti buoni a fare i finocchi col portafoglio della mamma.

Possiedo molti dischi, non so esattamente quanti. Forse tremila, forse duemila, non lo so. Li tengo in un mobile Ikea di quelli componibili in legno grezzo che con un centinaio di euro ti coprono un metro e mezzo di parete. Quei cento euro sono gli unici soldi che ho mai investito nella mia collezione di dischi, eccezion fatta per i soldi dei dischi e per le buste dei CDR. Conosco persone che si sono spese migliaia di euro per esporre in bacheca un paio di cento album, tutti messi bene in fila con la costoletta in vista e l’ordine alfabetico e quelle robe lì. Conosco persone che aggiornano un file excel con tutti i dischi in loro possesso –artista, album, etichetta, anno e dio solo sa cos’altro. Conosco persone che si ricomprano ogni nuova edizione dello stesso disco, ivi compresi i formati diversi e le copertine alternative e le rimasterizzazioni operate su base annuale degli stessi nastri (conosco qualche fan dei Pink Floyd, insomma). Conosco gente che compra una bustina di plastica dentro cui inserisce la scatola di plastica dei CD che compra dopo averlo rippato in mp3 ad alta qualità. Conosco persino qualcuno che non si scomoda manco a scartarlo e scarica direttamente gli mp3 da internet. Ecco, io non ho nessuno di questi comportamenti ossessivi da fan. Tengo i CD alla cazzo di cane sopra il mobiletto Ikea, in un ordine alfabetico massivo (vale a dire che tutti i gruppi che iniziano per A stanno nelle stesse file). La metà dei CD che posseggo non sta dentro il loro jewel case. È perso tra una dozzina di colonne di CD senza custodia che stanno davanti alle custodie senza CD, oppure dentro una mezza dozzina di quadernoni porta-CD che uso le rare volte che mi capita di mettere dischi da qualche parte. Ho pensato diverse volte di ricominciare daccapo, mettere tutti i dischi dentro le custodie e magari comprare una casa a Santo Domingo, ma ci sono cose per cui non ho tempo-soldi-inclinazione.

Mi fa stare bene anche periziare i banchetti dei gruppi e delle distro ai concerti, mi provoca gioia comprare un disco a dieci euro invece che a quindici. Odio le edizioni limitate, le edizioni numerate, i cofanetti in pelle di negro con le session integrali delle registrazione di un disco di ventotto minuti spalmate su otto CD, i remaster, le bonus track, le copertine alternative in digipack, il CD in omaggio con la registrazione del live in studio finto e tutto il resto. Ho comprato online una ventina di dischi, ho ricevuto qualche centinaio di promo da etichette e distributori (perlopiù roba su cui non concepisco possano essere stati spesi soldi per immetterla sul mercato), il resto è tutto da negozi e banchetti. Ne ho avuti alcuni in prestito e mai restituiti, ma mai quanti quelli che non hanno restituito a me. Ho rubato una ventina di CD in negozi e banchetti nei quali secondo me si pagava troppo, e quindi la conto come promozionale. Si tira avanti. Ho svuotato qualche distro in liquidazione, ho svuotato gli armadi di qualche conoscente in cambio di birre e cene, mi sono fatto regalare un sacco di cose.

L’altra metà sono masterizzati, messi alla rinfusa e perennemente in procinto d’esser sistemati da qualche parte non so dove come e con che criterio. Una volta ho comprato buste di cartoncino bianco, tipo cinquecento, “tanto per iniziare” dicevo, poi ho pensato che le bustine di cartoncino bianco tanto per iniziare non sapevo che cazzo farci e come stamparci sopra il titolo etcetera, e quindi ciao ciao. Il collezionismo è uno sport troppo duro per me.

Quando si sposò il mio amico Marcello, anche se in realtà il mio amico Marcello ha un altro nome, fui assegnato ad un tavolo di nerd informatici taciturni e fuori-sede, sulla base del fatto che uno di loro era un fanatico dei Fugazi. Fu un incubo. Da quel momento in poi ho smesso di considerare figa una persona per il solo fatto che possiede più di cinque titoli Dischord in uno scaffale ben tenuto. Non giudico mai le collezioni di dischi altrui. Conosco persone bellissime con dieci dischi in casa, sette dei quali regalate dagli altri parenti. Non ho mai pensato, dopo i ventidue, di essere una persona speciale per i dischi che ho, né tantomeno ho l’esigenza fisica di possedere più dischi di tutti gli altri abitanti della mia via messi assieme: è semplicemente successo perché la musica mi ossessiona ed entrare nei negozi di dischi mi fa stare bene. Alcune delle persone che stanno leggendo questo pezzo stanno commentando nelle loro teste “ma come si fa a dire che duemila dischi sono molti? Io ne ho sedicimila”. Alcune delle persone che stanno leggendo questo post stanno pensando che sono uno stupido perché la maggior parte dei dischi li ho comprati nei negozi perdendo soldi che avrei potuto investire cercando offerte online e comprarmi una moto o dieci vibratori multifunzione, senza inficiare la qualità e il volume complessivo della mia discografia. Hanno ragione tutti, naturalmente. Ho buchi mostruosi, possiedo sì e no cinquanta dischi registrati prima del ’76 e non li riascolto mai. Ho una bassissima opinione di un sacco di gruppi capitali che probabilmente considererei capitali se solo dessi loro un altro paio di occasioni. Mi tengo a galla. Sto per trasferirmi. La riorganizzazione dei miei CD non è ancora stata pensata. Magari mi carico tutto dentro un HD.

Questo vorrebbe essere il primo episodio di una raccolta di pezzi che parlano delle nostre collezioni di dischi. È una cosa sportiva, senza alcun motivo specifico per cui la dobbiate scrivere. Se vi va di darmi una mano, scrivete il vostro pezzo e mandatelo via mail, disappunto(a)gmail.com. Se vi va di pubblicarlo nel vostro coso, mandatemi via mail il link. 

14 pensieri su “tema: “La mia collezione di dischi”. Svolgimento:

  1. Conosco persone che si sono spese migliaia di euro per esporre in bacheca un paio di cento album, tutti messi bene in fila con la costoletta in vista e l’ordine alfabetico e quelle robe lì. Conosco persone che aggiornano un file excel con tutti i dischi in loro possesso

    Beh, il mio pezzo l’ahi praticamente scritto tu, devi solo sostituire centinaia a migliaia, ma solo per il momento. 😉

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