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Di solito i gruppi che ti scordi sono gruppi che non sono mai contati un cazzo e magari pensavi di sì. Tipo, che so, Pelican o Interpol, Trans AM, Add N to X, Tortoise, At the Drive-In, roba così. Erano interessanti e poi riascolti i dischi e ti si sgonfia il cazzo, anche quelli che te li ricordavi belli1. Un giorno ti dici “cazzo questi me li devo davvero riascoltare, non so perché li ho persi di vista”. E poi li senti e c’è davvero dell’atrocità sotto, un’atrocità intima che ti impone oltre a voler smettere immediatamente di ascoltare quello che stai ascoltando ti fa venire il desiderio di sporgere un reclamo per l’ipotetico tempo che anni fa hai passato a sentire questa merda invece di concentrarti sui Liquido. Sacche di spreco delle facoltà cognitive e poco altro, ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio. Possiedo un disco dei The Music originale, per dire. Ho sentito il singolo e ho pensato “WOW, MADCHESTER!”, il tutto senza avere la minima cognizione di Madchester e possedendo un paio di dischi degli Happy Mondays che mi hanno sfondato i coglioni tre settimane dopo il primo ascolto.
Ecco, non parlo di questi gruppi. Parlo di un’altra categoria, quella del GRUPPO FIGO che a un certo punto ha fatto PUF pur non smettendo di essere figo, o quantomeno interessante, o comunque rimanendolo per me anche se non per l’opinione pubblica. I motivi per cui questo succede sono molteplici, ma credo che il principale sia la sovraesposizione del gruppo/artista rispetto al suo pubblico potenziale in un certo momento della sua carriera. L’assioma, insomma, secondo il quale questo o quel gruppo ha rotto il cazzo.
Questa cosa succede a tutti i livelli di fama/esposizione, anche se essendo il concetto di rompere il cazzo legato al concetto di hype la cosa assume questioni da dramma sociale solo quando si vendono milioni di copie (un universo cognitivo che funziona secondo regole sue e mentre dico “secondo regole sue” intendo “alla cazzo di cane”) . L’assunto secondo il quale gli Oasis hanno rotto il cazzo è venuto fuori verso il terzo disco ed è rimasto valido fino allo scioglimento del gruppo –trasferendosi poi, per comodità, sul nuovo gruppo formato da Liam Gallagher e ridando questa incredibile street-cred post-mortem2 al fratello, il quale senza cambiare di una briciola il modo di scrivere si è ritrovato autore di quello che è stato considerato il miglior disco degli Oasis da Morning Glory a oggi per almeno venti minuti. Ero lì quando è successo, peraltro High Flying Birds discone del gesù e della madonna, come peraltro quasi tutti i dischi degli Oasis compresi quelli che vi aspettate io possa definire merde totali tipo Heathen Chemistry. Dicevo appunto, la cosa di avere rotto il cazzo non è comunque appannaggio esclusivo dei gruppi baciati da iperesposizione; ricordo di aver assistito, ai tempi dei forum di Fastidis/Movimenta/etcetera, a una polemica molto violenta legata al fatto che in quel giro postpunk italiano che andava quegli anni, i festivalini in posti tipo Ekidna o XM Valverde Valtorto Acquaragia o quel che era insomma, “suonano sempre gli stessi gruppi che sono amici e il culo parato e le scie chimiche”, cioè un concetto secondo cui un gruppo tipo gli SPRINZI può rompere il cazzo, mica i Bud Spencer Blues Explosion voglio dire3. E poi ci sono tutte le vie di mezzo, sempre stando in Italia un caso eclatante di avere rotto il cazzo in quel giro lì è Le Luci della Centrale Elettrica (il quale è passato da più grande promessa del cantautorato italiano al cazzo rotto nel giro di un anno circa e SENZA realizzare un secondo disco, che è arrivato a cazzo abbondantemente rotto ed era, a conti fatti, buono grossomodo quanto il primo).
Nei primi anni duemila andava molto di moda (tra quelli che rifiutano il concetto di andare di moda) una quasi-onemanband di nome Xiu Xiu. Era una specie di postpunk cantautorale con sotto un briciolo di elettronica spicciola, a conti fatti lo potremmo definire indie-pop se con questa definizione si può pensare all’esatto contrario dei Belle&Sebastian. Roba oscura e depressa, pesantemente influenzata da Talk Talk e New Order e basata sulla ricerca di un arrangiamento quanto più scarno ed essenziale possibile (ma quasi sempre diverso dagli altri) ad ogni pezzo. Mentre mi arriva il nuovo disco penso a dove ho lasciato gli Xiu Xiu e che gli Xiu Xiu hanno davvero rotto il cazzo. Decido che il momento dell’abbandono è stato all’altezza del terzo disco, si chiamava Fabulous Muscles. Poi penso che no, se non sbaglio subito dopo (o subito prima) è uscito il live per Xeng che era bellissimo, e poi guardo la discografia su Wiki e in realtà ho ascoltato pure la roba con i Larsen e La Foret e The Air Force. Nessuno di quei dischi è brutto. Non è brutto nemmeno Nina, peraltro, anzi è molto bello: Jamie Stewart si mette a coverizzare Nina Simone e avrà pure rotto il cazzo ma ad esprimere quel senso di malessere insostenibile son capaci in pochissimi (forse nel pop contemporaneo giusto Matt Elliott e pochissimi altri), e da ogni cover esce fuori un amore per la musica che sembra venire da un’altra cultura. In giro l’hanno stroncato con abbastanza cattiveria, ma forse è in questa roba fuori tempo massimo che si riesce meglio a distinguere tra roba buona e roba di merda. Nel caso di Jamie Stewart, a quasi dieci anni dai primi dissensi diffusi, mi sembra abbastanza chiaro che stiamo parlando del primo caso.
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1Millions Now Living Will Never Die, mica i dischi prog sbagliati apposta usciti dopo quello che non mi ricordo come si chiama ma ha la grafica figa fatta per sembrare un cd masterizzato, a conti fatti la più grande influenza dei Tortoise sul mondo del pop. Quelli dopo son buoni tutti, ma avete riascoltato Millions di recente? Siete arrivati alla fine? Ne siete orgogliosi?
2Ho scritto davvero street-cred post-mortem, scusate.
3Ricevo i comunicati stampa dei Bud Spencer Blues Explosion, l’altro giorno me n’è arrivato uno sui nuovi concerti e non so perché tutte le volte mi viene da pensare che questi sono il gruppo che ha rotto il cazzo più di tutti in Italia, guardo la mail con un astio fangoso e allucinato come se non fossero manco un gruppo, come se fossero un esperimento in provetta iper-paraculato e fintissimo in culo. A dire la verità, comunque, non ho la minima idea del perché ho questa cosa in testa, cioè tutto sommato sono meglio di un sacco di altra gente che suona…
Il nostro ruolo di agitatori culturali ci impone di guardare oltre le solite categorie liberalismo e laburismo e quindi a foto come queste
o queste
Il nostro ruolo non è poi, in questo contesto, discutere dell’importanza di film come Sturmtruppen (solo per il fatto di avere Lino Toffolo nel cast o una scena in cui lui, Boldi e Cochi e Renato si fanno in vena, manco fosse Amore Tossico o L’Imperatore di Roma) o ancora più facilmente dei film solitari di Renato tipo la Patata Bollente (primo film ad affrontare con uno sguardo libero da pregiudizi il tema dell’omosessualità, giusto per ribadire che l’unico Vanzina che ha una dignità è Steno, tanto è che si chiama come il cantante dei Nabat), Il Ragazzo Di Campagna (che anticipa di anni il trend della fuga dalla città ed è un dissing lungo un film a Milano, quindi ci piace a priori) o per fare i fighi Saxofone (anche come ritratto dell’ultima vera Milano che ci piace, assieme a quella della colonna Walter Alasia).
Il pretesto per una doverosa retrospettiva viene dall’acquisto, nei cestoni degli ex gombagni della Coop ( diciamolo pure: i prodotti Coop son messi lì nella foto per creare un immaginario stile La Gigantesca Scritta Coop, me li ha presi mia mamma che ci crede ancora allo spirito iniziale della Coop ma io oramai alla Coop prendo solo i cd e i dvd nei cestoni), come il cd che vedete, pagato 2,90, di una raccolta antologica di Cochi e Renato che, assemblando a caso brani del loro noto repertorio, racchiude probabilmente quasi tutto il meglio della produzione di questi magnifici outsiders alla Barlow-J Mascis (senza tra l’altro aver mai litigato per problemi di ego) della comicità barra canzone d’autore italiana. Affermiamo poi la dignità di Cochi e Renato come autori anche se i testi poi probabilmente li hanno scritti assieme a Jannacci, Viola e tutta la cricca del Derby, quindi li consideriamo facenti parte della tradizione della canzone d’autore, con buona pace di chi sostiene che per essere autore non devi scrivere cose che fanno ridere, a meno che non facciano riferimento diretto alla satira politica che è responsabile di 20 anni di Berlusconi e allo stesso tempo produttrice della grande bellezza etc etc.
In ogni modo avevo pensato questa cosa di passare in rassegna tutta la scaletta, facciamo così:
La Vita La Vita
Il reduce
Come porti i capelli bella bionda
Mamma vado a Voghera
Lo Sputtanamento
Sturmtruppen
Il Porompopero
La Cosa
La Gallina
Cos’è la vita
A me mi piace il mare
Canzone intelligente
(intervallo)
Non vogliamo fare i critici snob di una certa sinistra che fa ancora la spesa alla Coop schifando il Lidl e le sue offerte etniche per cui innanzitutto non neghiamo l’importanza storica di canzoni come La Vita La Vita (vittima della censura Rai: non si trovano in giro versioni che recitino “basta una sottana puttana”, per cui non pagheremo il canone nemmeno quest’anno, anche perchè la pubblicità nuova l’avete vista? Quella dove il nonno cazzia i nipoti perchè gettano via la cartolina per pagare il canone?).
La seconda canzone è sicuramente uno dei capolavori minori del duo padano:
Trattasi in pratica di una miscela ante litteram di freestyle e spoken word del solo Pozzetto, che a briglia sciolta (dialoghi col fiume Piave, lo Stadio di San Siro a 70 metri dalla trincea nel Carso…) riporta dignità narrativa al primo conflitto mondiale, in sei minuti di puro delirio che ci convincono dopo un secondo della follia della guerra molto di più di certe altre canzoni sloganistiche italiote, e bona lì.
Come porti i capelli bella bionda è un Pozzetto talmente sicuro del suo essere uomo che è perfettamente a suo agio nei panni di una bionda e un Ponzoni che tira dritto nel suo sbertucciare la figura del cantantautore, ignorando la bionda, il tutto in una forma canzone (un ritornello ripetuto sette volte, controllate) che sembra Repetition dei The Fall se Mark E. Smith invece del Manchester avesse tifato o il Milan o l’Inter.
Mamma vado a Voghera è la celebrazione del non luogo e della modernità liquida prima che dei ciarlatani come Augè e Bauman diventassero mainstream fra i tristi topici dei lettori di MicroMega, Internazionale e Wikipedia, quelle cose lì. Il testo poi pare sia di Dario Fo, che è come Massimo Troisi: non si è mai capito cosa dice, però Cochi e Renato sono così geniali che nelle loro mani anche Dario Fo diventa comprensibile e pop.
Lo Sputtanamento è forse uno dei testi più criptici e critici verso gli italici costumi del duo, moderni Savonarola che sotterrano con una risata il malcostume italico del rosicare e del criticare per il gusto di farlo, tirare il sasso e nascondere la mano. Una canzone quasi oi! ma come se la cantasse un gruppo tipo i FBYC che non puoi dire che fanno oi anche se hanno dei coretti oi ( e lo sputtanamento che cos’è forse è voglia d’imparare abbracciare e non toccare ma è già largo il pantalone e robusto il pendolone
dico che è maleducato quel che l’hanno già sgonfiato olé olé olé olé. E lo sputtanamento olé, e lo sputtanamento che cos’è
è guardare il suo balcone che si sa che non è in casa è andata via a fare una cosa sul balcone c’è le rose e la luce ancora accesa
poi c’è lui che sputa giù)
Di Sturmtruppen ci sarebbe poco da dire una volta che si è visto il film: testo scatologico (“culen, piscen”) per un film scatologico, punto zero della comicità ma proprio per questo uno dei capolavori cinematograficomusiali dell’epoca e non solo.
El Porompompero è ancora giocata sulla contrapposizione Ponzoni-Pozzetto (Ponzoni: Che dise el nos poetas andaluses… Pozzetto: boh? Ponzoni: boh! o ancora Pozzetto che parte per la tangenziale con Ponzoni che continua a cantare in spagnolo) poi la canzone prende il largo con un Pozzetto scatenato (dammi indietro gli orecchini di mia suocera!) nei suoi nonsense apparenti.
La Cosa: canzone sul sesso e sulla sua concezione italica, scritta tipo boh, nel 1970 e ancora attualissima (del tipo che anche dal titolo si capisce che parla di quella cosa lì ma non si può dire, però si capisce che insinua).
C’è chi fa quella cosa guardando all’insù
o le mosche che giocano sull’abat-jour
c’è chi fa quella cosa pensando all’argent
chi si ispira ai sobbalzi di un treno o di un tram.
C’è chi fa quella cosa e si chiede perché
chi la fa come se fosse fatto di tek
c’è chi giusto a metà sta a rifletterci su
Non hanno verve… son sempre giù…
i senza tetto dell’amore
fanno all’amor… con su il paltò…
gli schiavi del qui non si può.
La Gallina non ne parliamo che non ho niente da scrivere, sicuramente uno dei maggiori successi del duo, dal punto di vista del cantato una delle canzoni che è rimasta di più nell’immaginario, insomma una cosa che la saltiamo per far quelli che trovano le perle nelle cose minori. Sicuramente ancora echi di The Fall, nel suo essere sardonica.
Cos’è la vita leggo su Debaser.it da dove sto copiando la recensione (lo sto facendo davvero, o meglio: ci sto provando) che come testo è stata scritta da Massimo Boldi e da Enzo Jannacci. La recensione di Debaser è questa qui: Boldi (si proprio lui, prima che il cervello gli si spappolasse per eccesso di “Vanzinina”…!) E’ un’altro dei momenti topici dell’album: dopo un monologo di Pozzetto assolutamente incomprensibile su di “uno al quale volevano portare via l’orto” parte questo magnifico ritornello che fa “cos’è la vita, senza i danè…” tutto incentrato (in maniera assolutamente comica) su una serie di situazioni di povertà metropolitana, dopo il quale di nuovo ritorna il monologo intramezzato dalla frase-tormentone “Manon lo so!” e ancora il ritornello… Una gioia questo brano! Tutto da ascoltare!.
Facciamo così, mettiamoci il link su youtube perchè in questo caso bisogna solo che rinunciare a scrivere e lasciare parlare il genio dell’artista:
A me mi piace il mare è la versione balneare o balearic se si vuole, del Ragazzo Di Campagna: un dissing a Milano fatto da milanesi doc, anzi, per esser più precisi: un dissing del provincialismo milanese e allo stesso tempo una dichiarazione d’amore a Milano (ma non ai milanesi della Milano Da Bere che avrebbe spazzato via anche la scuola del Derby):
A Genova ho incontrato un signore
che con un giro di parole
mi ha fatto capire che a Genova c’è il mare.
Il mare l’abbiamo avuto anche a noi a Milano,
tutto cosparso del suo bel ondeggìo che esso c’ha dentro,
esso andava da Porta Lodovica fino in via Farini,
via Torino tutto un scoglio,
che c’è ancora il pesce adesso in via Spadari.
Poi sono arrivati i tedeschi
e hanno spaccato su tutto… c’è rimasto l’idroscalo
che c’è ancora la gente abbronzata adesso.
Chiude Canzone Intelligente: già per il fatto che cita gli Shocking Blue (“che farà ballar, che farà cantar…) , coverizzati dai Nirvana, potrebbe già mandare a casa tutti. Aggiungiamoci poi la profetica critica alla logica lib delle majors ( la casa discografica adiacente veste il cantante come un deficiente lo lancia sul mercato sottostante) e come abbiamo accennato all’inizio soprattutto alla logica lab del cantautorato impegnato che negli anni 70 ha fatto più danni dell’eroina e che continua a far danni nel 2014 ed ecco servita la pietra miliare.
Insomma per concludere: Cochi e Renato già 40 anni fa ci indicavano una terza via che mai è stata praticata e praticabile in Italia. Rimangono non già inascoltati, ma ascoltati in maniera distratta, superficiale, riduzionista. In Italia tutto deve essere buttato in commedia farsesca d’altronde:
Per me è finita
sto già pensando ad altro
Riminesi che suonano come dei forlivesi: magari fuori dalla Romagna questa cosa non sembra niente di che, ma credo che i Lantern se la vivano male. Il disco? Zero originalità, tanto cuore, tanta botta. Roba ultrasincera. Nel primo pezzo c’è una registrazione del professor Levy di Crimini e Misfatti, magari a voi non fa un baffo ma a ma me, insomma, basta e avanza per comprarmi a vita. Si scarica.
Speciale Cinema di Natale per levarselo dai coglioni, infatti non userò le maiuscole (a parte dopo il punto sennò non si legge):
1) lo hobbit: la prova che il cinema fantastico, tra abuso di computer, durate mastodontiche, riprese dagli elicotteri, ricerca di una fedeltà irritante rispetto alle opere d’origine, è andato ad uniformarsi stilisticamente in maniera pazzesca. Non solo: questo genere (ma molto cinema in generale) ha sempre avuto più a che fare con l’illusionismo che non con altre forme d’arte che vengono più facilmente associate al cinema, come quelle narrative, come la fotografia, il teatro o il fumetto. Il concetto era usare elementi del reale (il nostro mondo, la nostra fisica) per trasformarli nell’irreale (un altro mondo, un’altra fisica), portando lo spettatore ad essere consapevole e ammirato da questa trasformazione. Bè, questo è un cinema che possiamo dimenticarci bellamente. La desolazione di smaug è noioso, meno noioso del primo capitolo, e ripetitivo, ma in certe parti sicuramente godibile ed è la conferma di un cinema popolare che vive di sola narrazione e di spettatori totalmente passivi, distratti, dormienti.
2) walter mitty lì: è statisticamente impossibile che un film che ad un certo punto fa partire gli arcade fire sia bello e invece bravo ben!, il tuo cristo da scrivania con l’avventura nel cuore si fa un calvario di banalità e osa pochissimo (kristen wiig usata come donzelletta), però con equilibrio, con un’oculata dose di umorismo (strisciante, un paio di volte esplosivo, un paio di volte fuori luogo in maniera imbarazzante) e di materia sognante che cancella la sensazione di una mera paraculata stile l’arte del sogno. Tutto prevedibile, occhi lucidi compresi, ciò non toglie che alla fine gli occhi lucidi ci stanno. Anzi, la paraculata c’è: space oddity nel momento topico della riscossa dell’impiegatucolo mitty è un colpo bassissimo, sniff, non lo dovevi fare.
3) de niro vs stallone: che palle gli expendables 2. C’hai un film che parte da una cattiva idea che il cinema americano è in grado di trasformare in una buona baracconata, c’hai alan arkin che spara battute da prostata alla velocità della luce, c’hai kim basinger doppiata da micaela esdra che è una voce strappata alla pornografia e, a parte i venti minuti comunque di troppo nel secondo tempo, devi mortificare il tutto con il sottotesto (esplicito) che de niro è la motta e stallone è rocky per strizzare l’occhiolino, postmodernamente parlando? Ma ci sono storie, anche cazzate, che hanno ancora le palle di prendersi sul serio?
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Speciale Televisione Anno Nuovo perchè ci sono bontà imprescindibili, infatti userò le maiuscole:
1) Community: la quarta stagione di Community era una merda indescrivibile, ma ho sentito gente difenderla perchè era Community. Questa gente va maltrattata. Dan Harmon se n’era andato, Chevy Chase (ormai licenziato) ci offriva un nuovo significato del termine “macchietta” e le liaisons tra i vari personaggi erano ridicole oltre il fatto che la serie cerca di essere ridicola. Quindi a che pro continuare con la quinta? Perchè torna Dan Harmon e fa il reboot. Perchè ci sono personaggi che se ne vanno e personaggi che arrivano così non si ha l’effetto muffa di The Big Bang Theory. Alison Brie. Una puntata thriller/horror dove un maniaco infila le monetine tra le chiappe delle persone con i jeans a vita bassa.
2) Justified: questa è una serie sottovalutatissima, basata su Elmore Leonard che ha pure supervisionato e adesso la benedice da lassù e si vede. Dalla seconda stagione decolla in maniera spettacolare e rimane gagliarda in volo, è divertente, tesa, con dialoghi, ambientazioni e facce strepitosi, ma chissenefrega. Il punto è che Raylan Givens. Cioè il protagonista si chiama Raylan Givens. Che non solo è Timothy Olyphant che è l’uomo più bello del mondo nel personaggio più cool del mondo, ma si chiama Raylan Givens. Non so, è come chiamare tua figlia Lamborghini Diablo. O il tuo guerriero da gioco di ruolo Apocalypse Spitfire. O andare all’anagrafe e decidere che il tuo nome ti fa schifo e vuoi cambiarlo in Max Power perchè l’hai letto su un fon (cit.). Raylan Givens.
3) Parks and Recreation: è la migliore comedy in giro, idee a valanga dopo 100 puntate, altre serie erano già in cancrena a questo punto. Ora io non so raccontare le scenette che fanno ridere, ma nell’ultima puntata c’è la moglie, April, di un personaggio, Andy, che si lamenta del fatto che dopo che il marito è tornato da Londra, ha problemi col fuso orario e si mette a tagliare l’erba del prato alle due di notte. Allora esce di casa mentre lui sta facendo andare il tagliaerba a manetta e gli dice “AAAAANDYYYYY” e lui le risponde “Tesoro, mi porti una birra?” e lei dice “Ok.” e torna in casa a prendergli una birra. Ecco, Parks and Recreation è bello perchè questa scenetta fa ridere anche se adesso magari voi non capite perchè.
4) Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D.: io ho sempre avuto un occhio di riguardo per Joss Whedon, perchè ho amato Buffy, ho stra-amato Firefly, ho skippato Angel, ho apprezzato Dollhouse, ho limonato con Dr.Horrible e ho fatto “UUUOOOOOOOOOOH!” in sala come tutti, tranne quel fesso di Leo Ortolani, quando Hulk tira un pugno al vermone biotecnologico di 100 metri e lo scassa. Il pilot di Marvel’s AoS era bello, ma le seguenti faticavano ad ingranare fino a che la trama orizzontale s’è data una svegliata e ha smesso di rompere le palle a quella verticale e anzi: ci si è integrata alla perfezione. E i personaggi sviluppano. Ora è la serie non comedy più divertente in circolazione, con punte di azione fumettosa efficaci, con momenti commoventi, con scambi di battute sagaci che ti chiedi com’è che riescono quasi solo a Joss Whedon. E a Kripke quando scriveva Supernatural.
5) How I Met your Mother e New Girl: non meritano due paragrafi diversi. HIMYM sta cannando l’ultima stagione con un uso sfigato della mamma e con puntate estemporanee svogliatissime. Ma comunque si merita la visione del finale, dai. Per quanto riguarda New Girl, sono quasi sicuro che qualcuno ha ucciso ideatori e sceneggiatori della seconda stagione. O forse l’idea ha esaurito gli sbocchi naturali e non c’è abbastanza talento per trovare altre vie. Cece fa la barista.
6) True Detective: eccoci qua. Serie dell’anno e basta l’episodio pilota. Cioè ci stanno Woody “sono un attore della madonna” Harrelson e Matthew “se parlo come un batman texano posso fare pure shakespeare che mi farete i pompini” McConaughey che fanno i partner su un probabile caso d’omicidi seriali in una Louisiana catatonica e quello che è chiaro è che l’HBO ha costruito qualcosa che va al di là del prodotto solido e ineccepibile alla Boardwalk Empire. True Detective da subito si pone come un buddy horror di una nuova grande depressione, romanzando il genere procedural di The Wire in qualcosa di altrettanto lento e ragionato, meno originale, ma più archetipico. Probabilmente più cinematografico. Non a caso la serie dovrebbe strutturarsi con ogni stagione separata dalle altre (maxi-film di 8 ore, insomma), con protagonisti ed ambientazioni diversi, rinunciando a certi vantaggi della serialità, in nome di qualcosa di più concreto e stilisticamente compiuto. Michelle Monaghan fa la moglie un po’ repressa, Alexandra Daddario mostrerà le tettone nella puntata di questa domenica, lo so perchè in rete la cosa è già viral. Adesso non avete scuse. Non le metto cinque Sadako perchè è giusto aspettare il finale.
Internet è una corsa, dovete immaginarla così, uno spara la cazzata e tutti i negroni partono velocissimi per esprimere il proprio parere entro dieci secondi. Bastonate è una specie di ciccione, grasso e sudato, che arriva un minuto e mezzo dopo, con l’asma, quando non c’è più nessuno ad accoglierlo. Tutto questo è per dire che ce l’abbiamo fatta, ecco il nostro parere sulla campagna #COGLIONENO: non ce ne frega un cazzo.
Non ce ne frega un cazzo dei giovani creativi, dei prodotti culturali, dei videoclip e della condivisione sui social, ma ancor meno ce ne sbatte del chiacchiericcio, dei pareri, delle non-argomentazioni prodotte dalla rosicanza generale suscitata, la tesi è questa (ed è anche corretta), dal fatto che due stronzi di video carini hanno avuto successo e si sono beccati un sacco di MI PIACE.
Mi ammorba la sociologia, mi ammorbano le scienze politiche (e, prima di continuare, vi faccio notare che sono passato alla prima persona, ma prima di puntualizzare con pignoleria come farebbe quel fascistone del vostro mito Travaglio, vi segnalo che lo fa anche Dino Campana nei Canti orfici e quindi potete andarvene affanculo perché lui è più hipster di voi – lui io, intendo), mi ammorbano il gender, il femminicidio, eccetera. Mi ammorbano in sostanza tutte le fregnacce che vi mettono nelle condizioni, assieme alla lettura di alcuni romanzetti alla moda, di ritenervi illustri sociolog(h)i che utilizzano la propria sociologia e vecchi e triti concetti marxisti (marxiani) PE DISCUTE SUI BLOG, pe avecce raggione.
Andate un po’ affanculo. Ma andateci, ve ne prego. E se vi chiedete en passant quale sia la nostra opinione sui creativi e i non creativi, non riusciamo davvero ad andare oltre l’abbacinante verità che il punto non è questo, il punto è che #nonavretemaisuccesso e quelli che hanno fatto i video ve l’hanno dato in culo (anche questo lo dice Campana da qualche parte, #quindisipuo) e a voi non rimane che simulare allarme democratico spendendovi citazioni troppo dotte e noiose perché qualcuno lo capisca, ma questo voi lo sapete, non volete esse capiti, volete esse ritenuti QUELLI BRAVI tipo su minimamoralia der cazzo (che poi che voglio pure io, minima moralia se chiama, mica FORZA LAZIO, cose ragionevoli e DEL BENE io non penso di trovarcelo), in una terribile, allucinante guerra tra pezzenti – tutti quelli che, per nascita, non fanno parte dell’aristocrazia e magari cercano di ricrearsi una cricca di INTELLETTUALI, un piccolo circolo degli artisti, però minore, che dall’aristocrazia vera verrebbe invitato giusto ad ammirare il giardino restando però fuori dai cancelli.
La creatività, il marketing, la condivisione in senso internet, gli intellettuali che discutono con facce miti e concentrate e parole un po’ desuete al chiarore di una lampada d’olio in pieno 2014, sempre accigliati, con la montatura degli occhiali spessa: queste cose non esistono, e se sembrano esistere, è un inganno del demonio. Il Circolo degli Artisti non esiste più, o meglio esiste, ma riconvertito in locale di merda e boro dove risuonano i DAJE* e gli studenti si accoppiano con quel loro look da Richard Hell & the Voidods che una volta, quando eravamo piccoli, era garanzia di aver trovato perlomeno un’altra persona sveglia e oggi, nel triste oggi, è solo un altro inganno, vestono così le debosciate e i cafoni delle periferie, vestono così gli avventori di locali di merda in quartieri di merda dove i Cani, peraltro, fanno sold out.
Così remiamo, barche controcorrente, risospinti senza sosta nel passato.
*Di prossima pubblicazione, “CONTRO IL DAJE” e la romanità in generale.
La prima volta che ho letto qualcosa di Violetta Bellocchio è stata durante l’università, forse era il ’97 o ’98, non saprei dire esattamente. Lei scriveva su Duel, io lo leggevo (non posso garantire per lei ma questa cosa dice che ero una persona molto diversa da quello che sono ora). Lei era già brava, quindici anni fa. Ha continuato a esserlo, ha scritto per un mare di riviste, ha tenuto rubriche e blog, ha scritto un libro per Strade Blu e tutto il resto. L’ultima cosa a cui ha messo mano, in ordine di tempo, si chiama Abbiamo le prove ed è una rivista online di nonfiction, scritta solo da donne. Livello medio dei pezzi molto alto, cadenza quotidiana, tutto quel che serve.
[…] Numero uno: il Web italiano “per le donne” offre galassie di raccoglitori su moda e bellezza, e scarpe, e consumi, anche, nel senso più lato possibile, e alcuni di questi raccoglitori sono fatti molto bene, se è per quello; il resto a me manca.
Numero due: io, da lettore e non da femmina, sono stanca di passare opinioni, spin, corsivi, para-Amache, gomitini gomitini e commenti del commento del fatto di domani; io voglio un posto dove c’è solo la storia, dove c’è solo LA ROBA, le ossa e la pelle; io ne ho bisogno fisicamente.
L’hai scritto te. il punto due mi interessa più del punto uno, perchè in ALP (acronimo che userò da ora in poi, sorry) io non leggo una cosa “per le donne” (non credo che i pezzi che leggo mi tocchino/riguardino meno di quanto toccano la mia amica Sara). invece il secondo è abbastanza mio: c’è un modo di funzionare di internet che non è corretto, o non mi rappresenta. Tu hai una routine nell’affrontare il tuo internet? tipo, svegliarsi il mattino e non cagarla per un po’, guardare cosa si muove, pesare i trending topic, qualcosa così?
GRAZIE DELLA DOMANDA. Il mattino io mi sveglio, faccio colazione, faccio la doccia, poi si vede di giorno in giorno. Se non mi sbaglio, nella storia di ALP non c’è stato UN giorno in cui abbia guardato i trending topic o gli Anniversari Importanti Oggi: se qualcuno ha un progetto per cui questi tratti servono / sono utili, more power to them. Alla fine a me interessa di più programmare un calendario che non tiene conto degli hot topic, pensare a un minimo di continuità, avere tre/quattro/cinque settimane di materiale pronto o quasi pronto davanti a noi su cui possiamo contare.
ANEDDOTO! (subito, dai.) Tu mi hai scritto la prima volta in quei giorni per me abominevoli dove CHIUNQUE diceva la sua a proposito dello stupro di Modena, compresi, ahinoi, una serie di opinionisti che hanno messo per iscritto frasi terrificanti nei confronti delle “ragazze di oggi” in generale (e se non era quello era “è colpa dei videogiochi e del porno su Internet”). Allora, io sapevo di poter buttare in home page SUBITO due diverse storie che andavano a parare da quelle stesse parti; ma nn l’abbiamo fatto.
In quel caso la decisione l’ho presa durante una chiacchierata con Nadia Terranova (accreditata come guest editor mica perché mi ha regalato cinque euro, appunto): saltare sull’argomento “del giorno” significava
a. bruciare due storie diverse prima che fossero magari editate al 100% delle loro possibilità;
b. far passare l’impressione che il macro-argomento “abusi” fosse una roba con dignità di racconto solo in quelle SEI ore dove tutta l’Internets si indigna e strilla la sua.
NO. In quei giorni abbiamo fatto uscire pezzi che non c’entravano niente e che -guarda un po’ – sono piaciuti e sono stati condivisi da chi li leggeva: io lo prendo come un buon segno per ALP e come il segno che i nostri lettori (CIAO LETTORI) non hanno nessuna ansia di venire da noi per leggere nuove variazioni sul “tema del giorno”.
A meno che il tema del giorno non sia Doctor Who, che saluto.
Ora i pezzi sono usciti tutti e due, per inciso: uno e due.
Li ho letti. Mi piace perchè se accetto quello che dici, il primo effetto è che la definizione di senso del tempo si contrappone alla definizione di tempismo. O che una delle due definizioni nella mia testa è sbagliata. E poi la cosa introduce un’etica del non scrivere e del non pubblicare a cui sembri credere, in qualche misura. E quindi la cosa più logica, una volta letto perchè hai aperto ALP, è di chiederti perchè hai aperto ALP alla fine del 2013 invece che in un qualsiasi altro momento storico.
Saggia domanda. ALP va online a Settembre 2013, ha dietro qualche mese di chiacchiere e PDF tra me e un primo giro di autrici / potenziali autrici; il primo credo che porti la data “16 maggio”. Era pieno di macro di Ann Perkins.
Erano (forse) due anni che mi stuzzicavo con MAH OK DOVREI FARE UNA COSA MIA, POSSO?; in una prima fase ricordo che avevo pensato a un piccolo sito multi-autore come Jezebel o The Hairpin, una cosa tipo “Questioni di Genere in primo piano, LOL nei ritagli di tempo”. Non l’ho mai fatto perché mi ha stroncato il pensiero di quanto lavoro ci sarebbe stato da fare vs. bisogno mio di dormire, mangiare, scrivere altra roba eccetera (Se qualcuno vuole fare un progetto simile, io lo leggerei). Dopo di che la faccenda è evoluta in “nessuno (in Italia) raccoglie e pubblica narrative nonfiction a buon ritmo; FACCIAMOLO!!!!”. Ne ho parlato con un amico, non l’abbiamo fatto. (Questo è il tema ricorrente di un sacco di cose, sì?)
E ora, IL FATTO SUPER PERSONALE: a gennaio 2013 consegno un libro e mi dicono che esce nel 2014 (inserire qui deer in headlights mode), a maggio 2013 smetto di fare un lavoro che a quel punto facevo da due anni; mi trovo sotto mano abbastanza tempo e abbastanza voglia per provare a far partire un progetto.
(Sì, non abbiamo una origin story super eccitante.)
Forse il fattore “tempo” deriva dal mio non avere figli piccoli a cui stare dietro.
Avessi partorito nel 2012, ALP non avrebbe mai lasciato il limbo dell’OH NOES.
le origin story super-eccitanti in genere danno luogo a trame del cazzo, la seconda parte del film di solito è noiosissima.
LOOOOOL. Posso dire una cosa? Settimana scorsa ho ascoltato un podcast su Daredevil (il film) e ho pensato a quando lo vidi in una videocassetta noleggiata (credo fosse un VHS, almeno) con una Futura Autrice di ALP. Lei aveva preparato degli scones apposta. Dopo un quarto d’ora ci era già passata anche la voglia di deridere il film. Lo guardammo fino alla fine con un senso di avvilimento pauroso. Eravamo giovani allora.
Tot anni dopo ho guardato Jonah Hex da sola ed era brutto uguale ma mi ha avvilito MOLTO meno.
Forse il surplus SANTO DIO CHE CAZZATA deriva dal sapere che ci sono i testimoni di certe cose.
Io ho un tizio di internet che mi ha giurato per anni che se avessi visto il director’s cut di daredevil l’avrei trovato UN FILMONE, così maiuscolo, me l’ha menata così tanto da convincermi a guardarlo.
Il director’s cut è effettivamente un po’ meglio, almeno? L’ho sentito dire anch’io ma ho sofferto troppo per fidarmi così d’amblé. Comunque resterebbe un director’s cut con un cattivo non molto ben pensato (EUFEMISMO) e in generale un’aria da NAMO DOTTO’ OGGI AMO FATTO PRESTO.
Non è meglio, è una specie di remix del daredevil con momenti di trama noiosi extra, le cose che succedono in un momento diverso e un piglio tipo “sai sono Mark Steven Johnson ma se potessi scegliere sarei terry malick”, ma me lo ricordo vagamente.
(pausa di digestione culturale, segue intervallo. L’intervista continua a pestaggio ultimato)
Io una volta ho aperto un sito che doveva parlare di musica metal (vabbè). Ho pensato a che cosa volevo fare, e poi ho pensato a chi sarebbe stato meglio per fare questa cosa che avevo in testa. Li ho contattati, alcuni hanno detto sì e abbiamo iniziato a lavorare. poi questi qua hanno preso la mia idea e il mio progetto e l’hanno completamente stravolto, fortunatamente in meglio, e io ho preso altra gente che si conformasse un po’ a quello che era diventato e la gente nuova l’ha cambiato ancora. Magari è una cosa che vedo solo io, e qui se vuoi inserisco la metafora del genitore, ma se le mie aspettative non fossero state disattese probabilmente avrei chiuso la rivistina sei mesi dopo. Due domande:
1 Chi componeva il primo giro di potenziali autrici?
2 il tuo PIANO è andato già in vacca?
1. un miscuglio tra persone che conoscevo direttamente e persone che non conoscevo direttamente (ora le conosco). Nel campo “persone che non conoscevo” ci metto Nadia; le ho scritto perché avevo letto alcuni suoi racconti molto belli. Nel campo “persone che conoscevo” ci posso mettere un’amica di vecchia data (name redacted) come ci posso mettere Giusi Marchetta, con cui c’erano stati scambi di mail (e tweet) dopo esserci incrociate qualche volta in literary situations (festival, incontri etc. -va precisato, in contesti simili io sono sempre la tipa che tutti indicano col dito sghignazzando e/o le guardano attraverso; la Marchetta mi aveva parlato in modo civile, chi se la dimentica più.)
2 Se mai, è migliorato: è molto diverso chiedere a qualcuno “senti, vuoi darmi un pezzo GRATIS per una rivistina che comincia a Settembre ma giuro sarà superstrafichissima?” e poter mostrare la suddetta rivistina a qualcuno. Man mano che si va avanti è più facile trovare persone adatte e disponibili. Almeno, a me sta succedendo.
Also, GRATIS. Mi dispiace un sacco ma non possiamo pagare.
Almeno lo diciamo subito.
E ALP in generale incassa qualcosa?
Non incassa nulla. Tra sei mesi (forse) potrei dare una risposta diversa.
L’ultima domanda sulle intenzioni, poi parliamo della cosa. perchè la nonfiction? perchè solo donne? Le risposte che ho avuto fino a ora sono “bisogno fisico” e “perchè non c’era”. Però non so, immagino ci sia dietro un motivo politico. o politico-culturale. Mi sbaglio?
Due giorni fa ne parlavo con Silvia Vecchini e lei ha riassunto la questione con estrema efficacia: “BASTA TAG”.
Dire che una cosa è politica o politico-culturale significa metterci sopra una tag pesantissima, etichettarla, presupporre che TUTTE le persone a bordo siano mosse dalle stesse ragioni. Se dico che Abbiamo le prove è “un progetto politico”, o che c’è dietro una formula tipo “politica della narrazione”, io faccio un torto a parecchie delle autrici che scrivono e scriveranno per noi; qualcuna di loro magari vede una ragione “politica” nel portare fuori un pezzetto della sua storia personale, ma qualcuna sicuramente no, eccetera.
Comunque io non l’avrei mai detto. Riassumere il senso di un’operazione grande o piccola con “OMG POLITICO/CULTURA!!11” per me tradisce un disperato desiderio di essere ammessi al tavolo dei ragazzi fighi in sala mensa. Grazie, ma no grazie.
Però nelle cose che scrivi viene sempre fuori un po’ questa dimensione di confronto, che magari è filtrata coi miei occhi. Essendo questo un blog di musica, prendo ad esempio Miley Cyrus.
“Ecco, io non ho dubbi in materia: le scelte creative di Miley Cyrus sono orientate in primo luogo alla salute del portafoglio di Miley Cyrus. Però queste scelte sono anche la trave nell’occhio di chi osserva «le ragazze di oggi» senza mai muoversi dalla terrazza di casa propria.”
Questa per me diventa una dimensione politica. Non so se è politica della narrazione, ma è narrazione politica -prendi una parte sulla base di cose che hai letto. Un’alternativa è di prendere una parte e cercare prove a suffragio. C’è un sottotesto (che, ripeto, come niente vedo solo io) stile “nell’insieme delle cose che avete letto su questo argomento, non hai avuto cura di filtrare le cose da leggere”. io leggo la tua roba e faccio il punto di cosa penso di tutto quello che ho letto sull’argomento.
È anche legato anche al discorso di prima, al discorso del trending topic of the day. Voglio dire, c’è un modo di riportare i fatti che è simile al tuo e che per me è politico, scelta di campo. non voglio dire che riguardi qualcun altro che scrive dentro ad ALP, chiedo a te, insomma. SOLO donne, SOLO cose successe… ecco, non so, non voglio farti un torto.
Senti, io lo so che poi non mettendo LE ETICHETTE GROSSE su quello che faccio c’è un’ampia fetta della popolazione che mi considera deficiente (I’ll take it), però: le cose che scrivo in prima persona nella mia vita non devono essere prese come “il segno” di quello che sta diventando / può diventare ALP, oppure una linea-guida ideale per ALP. Se così fosse, ALP ospiterebbe molte più storie sul rapporto con LA MERCE, ad esempio. (E molto più capslock.) E invece.
Della questione Miley: per me criticare con certi toni e certi argomenti il “fenomeno del momento”, chiunque sia quel fenomeno, è segno di una certa immoralità diffusa, se mai. Dico “LOL TROIA” e me la cavo in due secondi e sono convinto di essere un acuto osservatore della contemporaneità che dice “BASTA” al malcostume. O, peggio, un difensore del femminismo che nessuno ricorda di aver interpellato.
(Altro esempio: questa estate i blog in lingua inglese hanno dissezionato Blurred Lines in ogni direzione possibile, arrivando, di solito, a dare a Robin Thicke dello stupratore in potenza o del rape apologist, e alle signore/signorine che gradivano la canzone delle segretarie-ombra della dittatura patriarcale, quando non direttamente dei LOL TROIA ambulanti. Io ho alzato molto spesso gli occhi al cielo.)
Articolo vecchiotto ma utile, se vuoi approfondire, è questo.
Comunque: se avessi voluto fare una rivista di 200 cloni miei, avrei fatto una rivista di 200 cloni miei. Non l’avrei letta io, figuriamoci gli altri.
(mentre ti chiedevo questo è uscito anche un video di Lily Allen in cui qualcuno twerka e l’opinione pubblica, per così dire, s’è spaccata in diciotto)
Appena ho notato che sul video di Lily Allen si alzava uno sciame di OMG CONTROVERSO!!! ho deciso di non guardarlo, l’ho visto adesso che me l’hai girato tu e lo trovo un video scemo/simpatico come tutti quelli che avevo visto di lei negli anni passati; un paio di culi in più non spostano il mio parere su nulla.
A parte la seconda stagione di Teen Wolf, dove sin dalla puntata 2.01 riuscivi a visualizzare il memo spedito da MTV alla produzione (“BENE RAGAZZI ADESSO RIVESTITEVI”) e potevi pensare che la prima stagione fosse stata una gigantesca trollata rivolta allo spettatore. L’avevo recuperata di corsa e non ricordo nulla se non il fatto che tutti i personaggi maschili andavano in giro in mutande in continuazione (nb. età media dei personaggi 15/16 anni, attori tutti più che maggiorenni) e che pur di farli spogliare a buffo nella trama venivano infilate scene di “il protagonista corre nudo nella foresta – AH NO ERA SOLO UN SOGNO, guardate, si sta svegliando di colpo a casa sua. In mutande.”
Vorrei precisare che no non ho guardato due stagioni di Teen Wolf per motivi politici; io l’ho guardato per il LOL e per vedere come gestivano un paio di svolte narrative. Ma soprattutto per il LOL. E finché è durata, ho avuto moltissimo LOL.
Posto che questo particolare tipo di nonfiction mi interessa, cosa vado a leggermi in giro oltre ad ALP in italiano e inglese?
la versione “uno WHAAAAT a paragrafo” sarebbe senz’altro la sezione “It happened to me” di XOJane.com. Ma parecchi luoghi rispettabili ospitano personal essay, da Nailed Magazine a Two Serious Ladies, e ce ne saranno cento che ancora non conosco da lettore, per cui. la scelta esiste.
Domanda sull’oggi e poi chiudo. C’è questa campagna in corso. Tu vivi di scrivere, giusto?
Io ho questo problema legato al fatto che scrivo, un po’ per chi me lo chiede, se mi piace un progetto posso scrivere gratis, se mi propongono un pagamento non commisurato all’impegno posso scegliere se scrivere o no, eccetera. Ok? Di fatto, quindi, la mia posizione di uno-che-lo-fa-per-hobby mi rende un potenziale ostacolo verso chi vuole fare questo lavoro venendo pagato.
Ecco, guardo queste campagne, ce n’è una ogni due settimane, campagne, lamentele, tweet, FB eccetera, ma non so se c’è mai stata una mobilitazione di massa, di categoria, un momento in cui tutti hanno incrociato le braccia e hanno detto vaffanculo; e nemmeno uno che sia venuto da me a dirmi che il mio farlo per hobby sta togliendo occasioni a della gente migliore di me ma che si fa pagare. Non ti sembrano un po’ delle campagne prive di senso?
Non lo so, sai? Nel senso: non so se queste campagne siano davvero prive di senso. La cosa che so, e che mi irrita a non finire, è che il mantra “cari giovani creativi, non dovete lavorare gratis, fatevi rispettare!” l’ho sentito uscire anche dalla bocca di gente famigerata per non pagare.
Comunque nel minuto secondo in cui una persona pronuncia la parola “visibilità” l’unica azione possibile è andarsene senza guardarsi indietro.
Secondo me in realtà è una parola che nessun datore di lavoro pronuncia più. Oddio, forse quelli che si fanno ancora chiamare MEDIA GURU e ti mandano l’email copincollata. secondo me è più un giogo autoimposto, “vado lì, non mi pagano ma mi leggono in settemila ogni pezzo nuovo”. proporsi gratis alle riviste grosse, e tutto il resto. non so. forse è una mia paranoia. e se fosse vera probabilmente la campagna avrebbe senso, ma il senso sarebbe di far capire ai creativi che valgono qualcosa, una chiave tipo “ora anche i creativi hanno una cassetta col motivational per diventare più maschi”, nel qual caso il tag avrebbe dovuto essere #chebelletendine. Ok, forse non è una domanda. Non so.
Ieri sera ho visto per la prima volta The Decline of Western Civilization part II: The Metal Years.
Ora, a parte gli spezzoni famosi che hanno avuto una vita al di là del documentario intero (quello dei W.A,S.P. che si fa intervistare ubriaco fradicio in piscina con la madre lì presente), sono stata molto colpita dal tono medio degli intervistati “non famosi”: molto giovani, maschi e femmine, tutti appassionati di metal, quasi tutti che suonavano in un gruppo metal; quando viene chiesto loro “cosa farai se non sfonderai come musicista?”, quasi tutti rispondono “no, no! io sfonderò! Io diventerò una star!” (tieni conto che questo non era un reality show). Poi, quando la regista gli chiede “sì, ok, ma se poi non sfondi?”, un paio di questi ragazzi rispondono: allora finirò a dormire per strada.
Chiudiamo su questa nota di speranza, che dici?
L’intro è nella prima parte leggetevelo se volete capire il 2k13 in musica!!! E ora ecco le 18 categorie delle cose musicali 2k13! Ricordatevi la terza parte sarà quella in cui ci saranno i DISCHI DIO quelli proprio DIO.
“2k13” (opera d’arte di https://soundcloud.com/ragazzodiperiferia )
SGRAKKIO (il vero suono del 2013 è stato lo SGRAKKIO, ne noise skranno ne sgrattoa rusty, ma proprio quel suono de sgrakkio alla gola in rigoroso ordine alfabetico)
Kyle Hall – The Boat Party LP (Prendi la house sgrakkiala male, dentro 10 cassette sgrakkianti e hai il boat party di Kyle Hall)
Deerhunter – Monomania (tutto Monomania sgrakkia male già dal primo pezzo, ma lo fanno un po’ tutti i dischi garage rock (anche se non con sto suono skrotale), il fatto è che in Monomania c’è il primo esempio di assolo di SGRAKKIO DE CATARRO (escluso tom waits) nel pezzo T.H.M.)
Kanye West – Yeezus (Kanye West è uno JEZU’ COGLIONE perché con Yeezus ha creato il primo esempio di SGRAKKIO HD tipo che ne so ricostruire con 300miliardi delle rovine scrause però con materiali pregiati. Senza motivo. Unico disco che mi piace veramente di Kanye West e poi infatti ho scoperto che al mitico Lou Reed (RIP) piaceva per gli stessi motivi miei. Quindi c’ho ragione io e mi metto a cantare HEAVENLY ARMS REACH OUT TO HOoOOOLD MEEeE con il fantasma di Lou evocandolo nella mia casa in un cortocircuito con la prima canzone “my house” di Blue Mask dove Lou evoca lo spirito del suo mentore cortocircuito triplo visto che invece heavenly arms è l’ultima canzone di blue mask!! ahahah quanto sono POSTMODERN(O))) RETROMANIA REVENANT IL FANTASMA EL PHANTASMO HD SOLDI FINANZA etc.)
#CIVOTI (quei dischi che dici “ammazza belli!”, ma poi pure sticazzi nonostante tu li apprezzi come artisti e il disco è piacevole. in rigoroso ordine alfabetico)
Machinedrum – Vapor City (Bravo Machinedrum! un bel piano liquido una ritmica fooworkjungle tutto perfetto, pare sempre tutto perfetto, ma poi rimetti su Room(s) che essendo uscito su Planet Mu e non su Ninjatune era più dritto e aerodinamico senza lo spauracchio del dire/fare/ammorbidire)
Matmos – The Marriage of True Minds (I Matmos li amo poi quest’album ha titoli e intenzioni bellissime, sviluppo electro malato bello, psicoterapie e mentalismi, ma poi metti su la musica di Ape Escape 3 e te lo dimentichi. Credo sia un capolavoro ma lo riaggancerò nel futuro. Per ora #CIVOTA)
MGMT – MGMT (MGMT video e canzone loop sgrakkio2k13 con your life is a lie, ma poi l’album m’ha rotto li coglioni mica ho capito perché visto che è pure più pazzo degli altri dischi. Gli ho pure dato tante chance! Sarà perché #CIVOTA)
SO HD IT HURTS (quei dischi così HD che ti fanno spaccare la faccia contro il muro dei 1440p)
Rustie – Triadzz/Slasherr ep (Rustie continua imperterrito il suo trip fatto di Sonic Generations, ITALIA…. UNO!!!! e pasticche HD)
Jackson and His Computerband – Vista *Hudson Mohawke Remix* (MINCHIE IN AMORE/CAZZI TAGLIATI per il pacchian-francese Jackson che si unisce con l’HDGOLENBOY e TwitterStar scozzese HudMo in questo remix che è ai limiti del 1440p)
Atom™ – HD (album intellettual/politico sul POP in HD, che però è cazzismo come dev’esse l’HD e in più da un senso agli scassamenti di palle techno brutta spacciata per arte dell’ultima Raster-Noton)
Bonus: Kanye West – BOUND 2 (il video! perché contiene cose non descrivibili per il genere umano in quanto oltre il 1440p oltre il muro della megalomania e dell’universo riproducibile)
SNAZZICACHANNEL (dischi per snazzicare a casa, in disco o in auto)
Thundercat – Apocalypse (Thundercat già noto bassista di Flying Lotus migliora la sua formula fusionphuturo diventando più aeroso e funky, per snazzicare in scioltezza ho scelto il pezzo più classic dedicato ai suoi amici Lotus e Jondy!)
Syclops – A Blink of an Eye (Maurice Fulton aka Syclops aka ER FRONTE ci fa saltare tipo insetti in Jump Bugs! IN generale il disco è Gran Snazzicamento in uno SkrotoClub Houzz)
Omar-s – Thank You For Letting Be Myself (Omar-S ci ringrazia che l’abbiamo lasciato esse se stesso e ci fa snazzicare da Detroit in stile Out-Run!)
INSTICCHIAMENTO (i dischi di ritorno verso l’utero/la morte-la vita eternity loop)
Boards of Canada – Tomorrow’s Harvest (nothign is real. i boards of canada ci dicono che nulla è reale se non l’insticchiamento mummia per sfuggire all’apocalisse dei semi della morte)
Flaming Lips – The Terror (il terrore di una vita senza amore, ma tanto ti devi insticchiare lo stesso)
Daft Punk – Random Access Memory (vitamortevitamorte pacchian hd insticchiamento opera’70 sbagliati. give me something real.)
DISCHI GAMING (dischi con cui ho giocato bene ai videogiochi in rigoroso ordine alfabetico)
Kenobit – Kenobit (se volete correre più veloci di tutti a Trackmania2 dovete assolutamente mettervi in loop l’album di Kenobit come faccio sempre io. TURBOTUTTO8BITBLASTO ULTRAMODE ON)
Knx. – Anthology (se volete fare più trick maledetti e sfidare la morte con la vostra motocross a Trials Evolution togliete la sua orrida colonna sonora e mettetevi l’antologia di Knxwledge! Swaggherete rombando e sarete un tutt’uno con gli ammortizzatori!)
Polysick – Daydream (Se volete giocare 52 ore di seguito a Civilization mettetevi in loop Daydream di Polysick vi terrà in stato di lucido sogno di conquista del mondo!)
Bonus: Parallax & Shaders (compilation gratise di cover di musiche di videogiochi superpsychodeludica e dentro c’è pure la mia band Rainbow Island che rifà Cannon Fodder, SPAM)
BLAST FROM THE PAST (le RISTAMPE i REMAKE i CAPOLAVORI NASCOSTI il PASSATO)
Psyche \ BFC – Elements 1989 – 1990 (che gran phuturo che vedeva l’allora giovane maestro della techno Carl Craig nell’89/’90! Capolavori detroitiani che finalmente hanno una loro raccolta!)
Alessandro Alessandroni – I Cantori Moderni Di A. Alessandroni (Alessandro Alessandroni aka Mr Fischio ci portava nell’infinito delle voci italo’70, ovviamente ristampa da avere nell’edizione vinilica fetish!)
Piero Pelù – Identikit (Piero Pelù si re-inventa più STRAROCK che mai e ritorna come un maldito boomerango!!! E quanto è TUTTO2kMORTE che pure Pelù ti torna remake ROCK (una volta i remake erano boh acustici al massimo elettronici) tipo bumerango dietro la clavicola?!?)
Bonus: Rainbow Island – Road To Mirapuri (ristampa fondamentale di questa band krautdarkdub polacca dell’79 rimasta sconosciuta fino ad oggi)
PHUTURO (i dischi che ti comunicano quella sensazione di fantascienza phuturo urbana extra urbana o aliena. in rigoroso ordine verdeo!)
Mu-Ziq – XTEP ep (µ-Ziq non ha fatto solo il disco PHUTURO dell’anno ma anche l’ep più bello dell’anno. E il viaggio di MONJ2 che vi ho linkato ne è solo un esempio. Il disco intero Chewed Corners merita, ma non quanto questo EP.)
Roly Porter – Life Cycle of a Massive Star lp (Roly Porter ci porta oltre i bastioni d’orione a veder balenare raggi gamma, nel disco più gravity/frontier: elite 2 di sempre!!)
Mark Pritchard – Ghosts / 1234 / Make A Livin’ Eps (Mark Pritchard sbaraglia qualsiasi bass turbo phuturo muzik con tre ep di cristo per ballare in un Wipeout5040)
Bonus: Buromaschinen – Welcome to Buromaschinen (Buromaschinen purtroppo incastrato tra 2012 e 2013, ma tutt’ora il miglior disco electro phuturo possibile in questo 2k13 ! ED E’ GRATISE)
SMORFINAMENTO COMFY (i dischi che agevolano lo scivolo nel piumone, quella musica che ti coccola e anestetizza dolcemente piano piano. Ordine alfabetico!)
Terekke – Yyyyyyyyyy ep (ah che dolce scivolare in una glassa galassia piuminosa con l’ep di Terekke! tipo quando c’hai la febbra e prendi lo sciroppo glocconico)
TM404 – tm404 lp (un’orchestrina techno che ti coccola e ipnotizza a dovere, bravo TM404 se proprio dobbiamo basic channelare allora channeliamoci nel letto)
Raajmahal – Raajmahal lp (Raajmahal sono i capi del COMFYCON2k13 alla faccia della regina Grouper, seguiteli nel loro bandcamp buttatevi sul letto e poi provate a rialzarvi, non ci riuscirete rimarrete immobili con la bava alla bocca in overdose di comfyness oppiacea.)
IKKEHAUNTING (la musica phantasmo che ti haunta di stramaledetto)
Actress – Silver Cloud ep (La nuvola argentea di Actress è stata la cosa più hauntante del 2k13 inizia con uno sgrakkio e finisce con uno SPECIAL DREAM VOODOO POSSE CHRONIC ILLUSION)
L VIS 1990 – Ballads ep (Un rolex che ti perseguita nella notte, una ferrari che non ti appartiene, un incubo in HD. Tutto questo è Ballad 4D di L VIS 1990)
Mazzy Star – Seasons of your day (ogni tanto è bello anche farsi perseguitare da dolcezza noir e porporina dreamy come fanno i Mazzy Star!)
BIAGY SNACK (l’ora della merenda, quei dischi gustosi che ti fanno scivolare bene la giornata)
Four Tet – Beautiful Rewind (disco BIAGY SNACK per eccellenza alterna puccyoserie tipo Unicorn a momenti movimento phessi tipo Buchla. Four Tet malcagatissimo da chi lo osannava perché non più in Domino fa in bel concept audiolibro sui ritmi che gli piace ballare, che secondo il mio disonesto parere è l’album più completo che ha fatto insieme a Rounds e Everything Ecstatic. BRAVO FOUR TET!)
Blondes – Swisher (Swisher dei Blondes è quel momento di snack sulla scrivania alle sei di sera, hypno nebbioso e melodia crunchy)
Ducktails – Flower Lane (ogni canzone dell’altrimenti prescindibile Flower Lane di Ducktails è un momento di jingle janglo snack feel good con infiltrazioni di momenti nostalgia per non farci mancare niente. E grazie a sto disco ho scoperto la fusion autostradale jappo)
FIRE MUSIC (dischi di fuoco improvvisativo che vi scuotono dal torpore !!!)
Fire Orchestra – Exit! lp (l’orchestra di Matts Gustaffson ci indica che l’uscita è DA QUELLA PARTEEEEEEEEEEE dove tutti fanno RParaprpiuapURPESKREEWE ma in modo bello !!!)
Rob Mazurek Octet – Skull Sessions lp (esplorazioni febbrili dentro le misteriose cave del teschio !!!)
Fabio Mancini – Noi Due youtube (focosa e struggente storia d’amore per un tripudio di emozioni free improv impareggiabili !!!)
SKRANNO DELL’ANNO (la musica SKRANNA quella dei RUMERI)
Pete Swanson – Punk Authority (Pete Swanson ci insegna che la vita finisce a 30, poi bisogna cercare di averne 10 in skrannostrobo techno loop!)
Wolf Eyes – No Answers: Lower Floor (classico disagio zombie del Michigan tagliando alberi a caso, belli pure hair police o quello di aaron dilloway non più wolf eyes)
Venta Protesix – Lolicon Noise Star (skranno manga video morte: un bel digestivo effervescente brioschi)
YOUTUBE LOOP (canzoni ascoltate in loop per 10kmila volte)
Beck – It won’t be long (non sarà lunga Beck e quindi l’ho dovuta mettere in loop per 20mila volte almeno. per me canzone pop dell’anno alla faccia de quella merda de pop lady gaga li porco dio o quelle cose popbegoli che non se ne può più !!20912012)
Fabio Mancini – Noi Due (FABIO MANCINI NON POTEVA NON VINCERE ALMENO DUE PREMI! NOI DUE IN LOOP PER 8 ORE DI LAVORO AL GIORNO SEMPRE!)
Mauro dj – GNOMO ROTTINCULO (Un pezzo straordinario e capellone, un avventura romantica in una cornice da sogno, ma anche un momento di grande trascuratezza personale e sciatteria. Un pezzo per stare insieme, ma anche un pezzo per stare male. Consigliato soprattutto a drogati e malfattori.)
Fuori classifica Ape Escape 3 – Happy Sensation Italian Version (non è del 2013 però E’ LA CANZONE PIU’ BELLA D ISEMPRE NON POTRERWEE FARNE A MAEONAON DOAJNT IUODCRISTOO!!!)
MINGHIIIEeeEE SWAG (turboswagga2k13)
DJ Rashad – I Don’t Give a Fuck ep / Double Cup lp (ai ai ai ai stis tisitstilll lll–lll-loove youuu)
RP Boo – Legacy (that’s what the speaker are for / what they do what they do what they do)
Traxman – Blow Your Whistle (oooo-o-o-o-o-oneone-oneone-twotwo-three-four)
DISCHI FAMMOCC (delusioni dischi rate cacca che la gente se magna)
Black Angels – Cascionata Futile Involuzione A Cui Voto CONTRO!!!! BASTA CON LE RADICI! (emmesà che i pontiak so i prossimi uff)
Forest Swords – Monnezza Finto Burial Coi Suoni Orribili E La Composizione Tipo Finto Darkettone Pretenzioso (questo è veramente non capibile il perché esista)
Fuck Buttons – Brillocchio Pretenzioso (e pure i live mo so a rischio fregna de pecora epic mogwai-style che palle)
PREMIO SPECIALE “COME UNA MINCHIA IN FACCIA”
Burial – Rival Dealer EP (Era difficile battere entità abnormi come Kanye West in questo matto matto 2k13, ma Burial si conferma outsider in tutto e per tutto e che fa? Si fa una foto del suo cazzo e la schiaffa sui desktop di tutto il mondo così, come regalo di natale! Abbiamo Rival Dealer che è Burial feat. Jean Alesi, c’è Hiders che è una cover degli WHAM!, e poi quel Come Down To Us tipo Final Fantasy XXVIII che nel mitico minuto 7:40 diventa Cheb Khaled – Aisha + Zucchero – Senza una donna = Pavarotti & Friends 2030 Veramente, non se l’aspettava proprio nessuno.)
In vita mia sono stato in montagna una sola volta. Ero bambino, non era nemmeno Inverno, non c’era nessuno della mia età, ero con mia madre e mio padre e l’unico gran lato positivo che ricordo è di aver scoperto di avere una fotofobia per tutte le due settimane che ci sono stato: la congiuntivite non mi faceva tenere gli occhi aperti se c’era luce solare e mi sono rimaste un sacco di foto in cui sembra mi piaccia un sacco l’eroina. Non ce n’è una in cui sorrido perchè mi bruciava e mi lacrimava tutto quello che stava sotto la fronte e mio padre mi ha pure ripescato da un torrente perchè ci sono finito dentro da mezzo ciecato.
Non sono più andato in montagna perchè ho paura di finire in un torrente di nuovo o al peggio di venire intervistato dal tizio di Studio Aperto con gli occhiali a culo di bottiglia di grappa Piave che mi chiede se mi sto divertendo e in caso di risposta negativa mi rincalza sul perchè cazzo non mi sto divertendo.
Sei in montagna, ti devi divertire cazzo. Non ti piace la montagna? E allora cosa ci fai qua. E se ti piace la montagna, perchè non ti stai divertendo? Si sta bene qua, non vedi come si sta bene? Scrivi qualcosa di ispirato guardando fuori dalla finestra. No. Allora vai a fare un giro che è bello fuori, non vedi com’è bello? Non mi interessa. Eppoi arriva l’inevitabile commento di qualcuno che ti gira attorno “Fai le tue cose lì, quello che sai fare meglio, tipo lamentarti”.
Come diceva Ugo Illing: se sei in montagna ti devi divertire per forza o qualcuno ti cagherà il cazzo, se invece sei i FBYC e fai uscire la Domenica due pezzi nuovi non urlati qualcuno ti cagherà il cazzo.
Quassù c’è quasi tutto sono due pezzi per sedici minuti di roba che completano l’eclissi e il gran freddo iniziati con Come fare a non tornare, l’estinzione di tutto ciò che erano i FBYC fino ad Ormai, in una svolta che è ancora più grossa di quella che era toccata prima con il cambio di lingua del cantato perchè a sto giro è cambiata la botta e si resta tutti fermi, è ufficiale. A sto giro si passa dal sentirsi vivere addosso i pezzi e a buttarli fuori facendo a gara a chi li canta a voce più alta e a testa più bassa quando c’è il giro di chitarra al “ehi, no, così fa male“. Non è una cosa che deve piacere o non piacere, non ci si deve trovare d’accordo o meno, è la trasformazione di un gruppo che ha dato-detto-fatto tanto in qualcos altro. E’ una cosa che si subisce addosso, fine della storia.
Si fa partire il disco, ci si becca due minuti di silenzio prima di iniziare a sentire quel totem strumentale di dieci minuti piovuto direttamente dal pianeta degli indiani tristi dal muso lungo che è Angoli.
Si è ostaggio di questa cosa che è più lenta e monotona e CAZZO silenziosa, ma non si riesce a fermare prima della fine. Va cambiata l’attitudine con cui ci si avvicina ad ogni loro roba di questa fase e in questo processo di distacco l’hype che avevamo coi dischi precedenti rende tutto più difficile e sì, ci ha fatto più male che bene, a tutti (leggasi “Spegniamo tutto, restiamo soli, non pensiamoci più”).
Jacopo è sempre uno dei migliori a scrivere le cose e gli va dato il merito di essere uno di quelli che sa quali sono le cose che vanno scritte e non quelle che il fan in fotta vuol sentire, che poi le due cose in molti pezzi/situazioni/dischi coincidano in modo così reale che neanche l’effetto Forer degli oroscopi è pura parte della stregoneria che ha reso i Fine Before You Came quello che sono. Meno testi e più mantra tristi, forse. Meno botta e più silenzi sicuro, poi la svolta del cantato alla Enrico Ruggeri in certe parti di Distanze è frutto dell’adattarsi a un nuovo comunicare che è hardcore in un modo tutto suo, che poi non so neanche cosa voglia dire, ma insomma non credo c’entri la figa.