Piccoli Fans: THE SECRET

The Secret è la risposta italiana ai Converge. Per prima cosa, nei casi di risposta italiana a qualsiasi gruppo bisognerebbe prendere a calci in culo chi ha fatto la domanda. Indiscriminatamente, senza guardare troppo ai dettagli e senza andare per il sottile. Grossi calcioni in mezzo al buco del culo finchè non gli escono le emorroidi dal naso. Rimane il fatto che a noi tutto quel genere di grind-rock’n’roll (o metal-core o comunque vogliate chiamare quel genere) continua prudentemente a piacere, non fosse altro per giustificare l’esistenza degli Inferno. E la risposta italiana ai Converge la trattiamo con una speciale cortesia da leccaculo, trattamento che peraltro continuiamo a riservare con vigile prudenza agli originali. Pare notizia recentissima, in ogni caso, che The Secret siano l’ultimo acquisto in ordine di tempo di tale Southern Lord, etichetta non proprio specializzatISSIMA in musica veloce (la cosa che ci va più vicino è tipo Black Cobra o le ristampe dei Gore), il che ci rende abbastanza complicate le cose -vuol forse Greg Anderson buttarsi nel mercato delle frange e spaccare tutto anche lì? L’ha fatto per il LOL o c’è UN PIANO dietro questa mossa? Suppongo lo scopriremo diverso tempo prima che il mondo finisca. Nel caso specifico, ad aprile The Secret se ne vanno a registrare con (geni!) Kurt Ballou, e da lì in poi saran cazzi per tutti -come si dice in questi cazzsi. Nel frattempo, se volete saperne di più, un mio amico mi informa che The Secret è composto per parte da degli ex-From The Dying Sky, e qualsiasi informazione utile la potete cercare negli appositi canali. L’ultimo disco di The Secret si chiama Disintoxication, è uscito su Goodfellow ed è buono (si è beccato perfino un sette e mezzo da Pitchfork; evidentemente a chi non copre molto quella roba The Secret piace molto). Have fun.

DISCONE: Todd – Big Ripper

Te li immagini i Todd che fanno una riunione per pianificare il disco nuovo? Craig Clouse decide di non bere un cazzo per tutto il giorno, così siamo in forma per il brainstorming, e magari entra in sala prove e si trova la tastierista che sta sboccando in un angolo del muro. Puliscono tutto e iniziano a ragionare. Cazzo ci mettiamo dentro a ‘sto giro? La cosa che non avete mai pensato dei Todd (un gruppo che poco ma sicuro si merita l’articolo davanti al nome) è che sono sempre stati dei modaioli –probabilmente è per via del fatto che fan base a Londra. Craig viene da dove viene (ed ecco perché Purity Pledge era Purity Pledge), ma a un certo punto han deciso che se volevano continuare a fare noise americano vero ed esser cagati dalla critica avrebbero dovuto comunque ibridarlo con qualcosa che buttava nel periodo in cui uscivano i dischi (o magari un paio d’anni prima). Il tutto con un’attitudine di ibridazione davvero MOLTO anni novanta, del tipo “continua a fare quello che fai ma qui un po’ di cassa dritta e due samples in più non ci starebbero malissimo”, da cui appunto Comes To Your House. Per il terzo disco lungo (che ormai è in giro da qualche mese) i Todd si son messi in testa di infilarci un po’ di shoegaze. Occristo, son diventati come gli Horrors e le fighine indie inizieranno a bagnare se stesse sulla fotina di Craig e lui si taglierà la barbina incolta.

COL CAZZO. Big Ripper è il disco-sbrocco del 2009. Casse dritte, basso fastidiosissimo, voci soffocate e chitarre che IN TUTTI I PEZZI a un certo punto iniziano a vaneggiare e andare per conto loro, al triplo del volume degli altri strumenti. La cosa più vicina alla moda che c’è dentro a questo disco sono i Lightning Bolt di Hypermagic Mountain, tanto per capirci. O gli Hospitals di quel disco drogato stile Royal Trux di cui al momento non ricordo il titolo (e non voglio andarlo a cercare su google), ma sempre e solo basati su una musica che di base negli anni d’oro se la sarebbero contesa Skin Graft e Amphetamine Reptile –oggi esce su Riot Season, e tutto sommato è più o meno la stessa cosa.

Piesse: il disco è diviso piuttosto nettamente in due parti, quindi se vi fa la roba accacì di un minuto e mezzo con gli strumenti abboia potete skippare le prime otto tracce e buttarvi sui pezzoni semisperimentali di sei minuti, che in effetti danno quell’impronta avant-doom-blues-autoriale al disco per cui The Wire può permettersi di parlare di Harvey Milk, Melvins, neo-grunge, Allman Brothers e Skynyrd senza neanche fargli la cortesia di menarglielo davanti per sdebitarsi (cit.). Facendo addizioni e sottrazioni potremmo dire che vi beccate una ragionevole cronistoria dai Black Flag alla Rollins Band in una mezz’oretta.

Pipiesse: se parliamo appunto della seconda parte blues-doom-allmanbrothersiana E siete dei bifolchi con la fotta del post hardcore, il vostro pezzo preferito sarà l’ultima French And Out Of France, bordata strumentale di dieci minuti con lo stesso riffone acido e fastidioso ripetuto fino allo sfinimento.

Pipipiesse: la copertina è la cosa più omoKozik dell’ultimo decennio.

Pipipipiesse: i Todd sono degli scrausi, quindi non hanno il sito internet –solo il myspace blog. Nel quale ci sono quattro interventi di numero, il più rilevante dei quali è intitolato DO NOT MESSAGE US WITH THOSE FUCKING BULLSHIT “YOU ARE INVITED TO OUR SHOW” ADS e il cui testo integrale recita i fucking HATE that shit. NO of course we dont want to see your bullshit ambient trip hop ska blues rock band in some fucking shitty town we’ve never heard of. thats just depserate. myspace isnt going to make you famous you morons. DUH. Per quanto ne so potrebbe persino essere il testo di una canzone di Big Ripper (le parti vocali sono incomprensibili).

Pipipipipiesse: questo piesse serve solo ad allungare la lista dei piesse.

Pipipipipipiesse: tra due settimane a New York è segnalato un concerto con Vaz, segno che gli Hammerhead si salutano ancora e si vogliono bene. Reunion SUBITO.

Pipipipipipipiesse: mi è venuto in mente, il disco degli Hospitals si chiama Hairdryer Peace.

Pipipipipipipipiesse: grasso che cola, qui vi beccate anche un mp3 da scaricare. Bel blog.