Abbassare il livello: MANUEL AGNELLI E IL SUO NUOVO FESTIVALINO.

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La prima cosa che si nota è che nel servizio fotografico ultraeffettato del numero di XL uscito questi giorni in edicola, Manuel Agnelli somiglia clamorosamente a Noomi Rapace. La seconda cosa è che nell’editoriale del numero, il direttore Luca Valtorta fa riferimento a una copertina del 2009 che portava il titolo HAI PAURA DEL BUIO?, “come una delle più belle canzoni degli Afterhours“. Questa cosa (essendo la canzone Hai paura del buio? uno skit di trenta secondi di svisate sintetiche a cazzo messo all’inizio dell’omonimo disco) la dice lunga di quali e quante siano le relazioni pericolose tra la musica italiana, la mente dei direttori delle riviste generaliste di musica e la mente di persone come me (che tutto sommato sono d’accordo: quei trenta secondi sono molto meglio di quasi tutto quel che viene da lì in poi). La notizia del giorno, aspettando delucidazioni sull’ennesimo arresto di Varg Vikernes, è che tra settembre e ottobre inizierà un nuovo festival messo insieme da Manuel Agnelli. Si chiama HAI PAURA DEL BUIO?, come una delle più significative canzoni degli Afterhours, e schiera uno accanto all’altro musicisti, fumettisti, attori ed artisti di vario altro genere nella dichiarata speranza di svegliare l’Italia dal torpore culturale in cui è piombata da decenni. Non è quello che scrivono: quello che scrivono è peggio. Il sottotitolo del pezzo è

Non c’è gioia. Non c’è rabbia. Non c’è passione. Non c’è voglia di stare insieme nè di tentare strade diverse. Ecco perchè questi artisti hanno deciso di reagire. E XL con loro. Contro l’apatia e la rassegnazione.

L’articolo è molto peggio di così: una serie infinita di luoghi comuni sul fatto che la cultura viene osteggiata a spron battuto dalla politica. A dire il vero sembra più una fissa di Valtorta che di Agnelli: lui parla di altre cose, come se fosse il primo essere umano ad aver pensato di mettere musicisti e fumettisti dentro lo stesso festival. E risponde a domande un po’ tendenziose nella maniera odiosa e respingente che chiunque abbia mai letto un’intervista a Manuel Agnelli conosce abbastanza bene da non rimanere stupito, coprendo il tutto di quel manto di religiosità. Sul finale dell’intervista ad Agnelli c’è spazio perfino per una stoccata dell’uomo alla stampa musicale, la quale vive nel paradoso di essere tenuta ad informare e di scegliere di non farlo. Naturalmente ad Agnelli sfugge abbastanza in blocco il fatto che se la stampa si mettesse a fare un lavoro di informazione culturale certosino sbattendosene dei favori agli amici e del resto, probabilmente un gruppo come gli Afterhours sarebbe stato costretto a sciogliersi a calci prima che cominciasse il lato B di Non è per sempre. All’intervista segue una serie di dichiarazioni lasciate dagli artisti che aderiscono. La maggior parte sono beccamorti sul viale del tramonto, ma c’è anche spazio per qualcuno che rispettiamo: Fuzz Orchestra, Zerocalcare (che comunque dovrebbe SMETTERLA di usare la frase “vengo dai centri sociali” tutte le volte che gli chiedono di aprir bocca), volendo gli OvO. Dispiace, certo, che si siano messi al servizio dell’iniziativa.

La quale, in realtà, non è che sia chiarissima. Sarà un festival itinerante tipo Tora Tora ma non limitato alla musica, per ora ci sono tre date in posti giganteschi (Alcatraz, Auditorium Parco della Musica, il Traffic Festival a Torino), a cui parteciperanno tutti gli artisti che vorranno ma senza cachet. Le parole di Agnelli sono chiarissime:

“Non critichiamo chi non vuole esserci. Stiamo semplicemente offrendo un’occasione. Chi vorrà esserci avrà il suo spazio: non ci saranno guadagni per nessuno. Chi vorrà esserci verrà a rimborso spese: non ci interessa parlare di budget e cose simili, altrimenti diventi come tutti gli altri festival.”

Rimane da capire cosa significhi “non ci saranno guadagni per nessuno” in una situazione pubblica che potrebbe ospitare, boh, quattromila persone a data che poniamo non paghino un biglietto d’ingresso ma porca eva berranno birre, giusto? Non verranno servite birre? Verranno spinate birre al costo? Verranno spinate birre a cinque euro il bicchiere? A chi verranno devoluti i soldi che rimangono? Ai bambini poveri? Alla ricerca contro gli inestetismi della pelle? Ai gestori del locale? Difficile a dirsi. Naturalmente non attaccheremo nemmeno la pezza su quanto sia stupido lamentarsi del fatto che non ci siano “gioia/rabbia/passione” e “voglia di stare insieme” in piena stagione di festival e negli anni in cui (credo sia evidente a chiunque) è più facile uscire di casa e beccarsi una roba interessante senza manco prendere l’auto. Dispiace che Agnelli continui a volerci “mettere la faccia”, questo sì: basterebbe l’esperienza de Il paese è reale per mandarlo in pensione a calci. Ve lo ricordate Il paese è reale? Una compilation degli artisti indipendenti più interessanti d’Italia trainata dalla partecipazione degli Afterhours a Sanremo. Tutti i nomi realmente interessanti (Zu, Settlefish, Disco Drive) si sono sciolti, alcuni sono spariti dai radar (Benvegnù), altri hanno iniziato a fare schifo due minuti dopo l’uscita della compilation (TdO). Gli altri stanno più o meno prosperando nella loro inesistenza artistica.
Alla fine non mi disturba l’idea di mettere insieme l’ennesimo festival di roba triste e italiana come tanti ne succedono in giro per l’anno. Non mi disturba nemmeno l’idea che questi rottinculo dichiarino senza problemi che non ci siano coraggio e “voglia di stare insieme” buttando evidentemente nel cestino i NoFest, gli Handmade, gli Abbassa, i Soglianois, i Summer Days, gli AntiMTVday,  gli Indierocket e tutti i festival a cui questi qua non partecipano per motivi che vanno dal non essere invitati al cachet irragionevole. Non Non mi disturba neanche che i fan andranno in massa all’Hai Paura del Buio? Fest credendo di essere parte di qualcosa. Mi dà fastidio invece che esista una situazione culturale di stallo che riguarda quasi esclusivamente questi beccamorti e la loro cricca di amici, che qualcuno di quelli che ascolto abbia un qualsiasi desiderio di farne parte, che questa gente trovi ancora un appiglio qualsiasi nella stampa e nelle istituzioni e che tutto questo venga fatto lamentandosi di quanto la cultura in Italia sia retrograda, osteggiata dai potenti e bisognosa di atti politici. Sulle spalle di decine di migliaia di persone che tutti i giorni si svegliano e fanno qualcosa di buono (postare sul loro blog, disegnare un fumetto, mettere in fridaunlò il loro disco, organizzare un concerto dietro casa) senza sognarsi di chiedere un euro in cambio che sia uno e senza che nessuno si prenda il disturbo di parlare di loro. Volendo dirla in modo più chiaro, il manifesto pubblicato su XL è
manifesto

ma in qualche modo mi sembra più chiaro questo montaggio sulla copertina fatto da Ivan Caputo.
xl

131 pensieri su “Abbassare il livello: MANUEL AGNELLI E IL SUO NUOVO FESTIVALINO.

    • Ma perché, non è possibile che qualcuno sia in disaccordo con qualcun altro solo per una questione di idee o perché pensa che dica cazzate? Deve per forza e solo trattarsi di una questione di invidia per prestigio/reddito/eccetera?

    • Diciamo che parlare in modo positivo di questa cosa era molto difficile in tutti i casi, ma tu, Umberto, devo dire che, con un commento come “Cristo quanta invidia.”, sei riuscito a toccare lo stesso fondo dei berlusconiani che difendono a spada tratta S. convinti che tutti vorrebbero essere come lui.
      buona vita eh

      • Però. Berlusconi eh? Che colpo da maestro. Meno male che ho partecipato a questo dibattito insieme a voi paladini del nuovo, così imparo nuovi modi di interpretare un commento di tre parole e rispondere da vero moralizzatore avant-garde. Aspetta che me lo segno, Berlusconi.

        Detto questo, io non difendevo proprio nessuno. Sono contento che questo blog abbia fatto quei 500 viewers in più oggi, grazie a questa sparata. Siete 4 gatti e vi sputate pure addosso. Fate ridere. Anzi aspetta, vediamo se ho imparato qualcosa: siete come il PD.

  1. Sottoscrivo. Sembra la locandina del Circo Togni. Cosa ci fa lì Stefania degli Ovo? Riconosco solo lei e Capovilla. Agnelli qui sembra Angelica Huston

  2. Grazie per il gran pezzo. Non riconosco tutti i coinvolti, quelli che conosco fan più o meno parte della solita razza evvabbè, pazienza. La cosa davvero povera è il loro porsi su un gradino morale alto, il loro voler salvare, fare, indicare. Qualcuno in gamba in fisiognomica mi può mica fare la formazione con tutti i nomi, così mi segno ulteriori cose da cui star distante?

    • il punto non è che sia una bella iniziativa o meno, ma che questi qua si presentino come i grandi salvatori della cultura mentre esistono una marea di iniziative e persone che lavorano senza avere nessun ritorno economico.
      “Alla fine non mi disturba l’idea di mettere insieme l’ennesimo festival di roba triste e italiana come tanti ne succedono in giro per l’anno. Non mi disturba nemmeno l’idea che questi rottinculo dichiarino senza problemi che non ci siano coraggio e “voglia di stare insieme” buttando evidentemente nel cestino i NoFest, gli Handmade, gli Abbassa, i Soglianois, i Summer Days, gli AntiMTVday, gli Indierocket e tutti i festival a cui questi qua non partecipano per motivi che vanno dal non essere invitati al cachet irragionevole.”
      “Sulle spalle di decine di migliaia di persone che tutti i giorni si svegliano e fanno qualcosa di buono (postare sul loro blog, disegnare un fumetto, mettere in fridaunlò il loro disco, organizzare un concerto dietro casa) senza sognarsi di chiedere un euro in cambio che sia uno e senza che nessuno si prenda il disturbo di parlare di loro.”
      complimenti per l’articolo.

  3. fantastica ciclicità degli eventi. fantastico anche che rischierò di lavorarci.
    daje con l’ennesima mestolata sui coglioni (miei). Almeno ci sarà qualche amico.

    ‘esserci/esserci
    il sibilo cresce/diventa uragano
    ci riporta alla realtà
    un’atterraggio
    lontano’

  4. Non condivito alcune parti dell’articolo che giudicano molto duramente le qualità di alcuni artisti, personalmente penso sia una questione di gusti.. però la critica di fondo la condivido appieno. “manco ci fossero solo loro” è “manco fossero tra quelli che se la passano maluccio”…
    c’é un sacco di gente che si sbatte molto di più e a cui XL non chiederà mai un cazzo.

  5. L’articolo è scritto molto bene, caustico e divertente e intelligente e lo condivido.
    L’unica cosa che mi sento di dire è che anche gli Handmade, gli Arcosummer, gli Abbassa ecc. hanno il loro sistema di reclutamento in parte o in tutto tramite flussi precostituiti. Ovvero gli amici e gli scambi di favofe. Ripeto: in parte o eventualmente in tutto. Non voglio essere categorico, ma è sotto la luce del sole, e forse va accettato. Nel senso che poi una direzione artistica fa le sue scelte, e se ha rapporti favorevoli verso una band, forse è perché ritiene quella band degna di suonare nel festival che organizza. Io stesso, se dovessi curare il programma di un festival indipendente, avrei già 4 o 5 nomi di band di amici che vorrei far suonare, e che ritengo darebbero qualità alla manifestazione, quindi poi, de gustibus. Mi piace però il modo di fare di un festival che molti non cagano perché è troppo poco “cool”, e poi si chiama Festa e non Festival o Fest (di nuovo: troppo poco cool), che è la Festa della Libertà di Zocca. Il lavoro che hanno fatto negli ultimi 10 anni i ragazzi di Zocca c’è è pazzesco, e la stampa indipendente dovrebbe parlarne. Hanno anche un banalissimo sistema di autoproposta: se a loro piaci, ti chiamano sennò no, e sono abbastanza convinto che siano molto più onesti e meno “amici” di altri. Parlatene. Parlatene di più di quelle rassegne autoreferenziali dove baristi che hanno fallito la vita da rockstar, s’improvvisano direttori artistici e chiamano chi voglioni, spesso i loro amici. Ciao.

    • Ciao non so a chi rivogermi dato che non c’é un nome o una firma. Si magari il metodo della festa della libertà di Zocca può anche essere giusto, ma fin’ora, negli anni, a quella festa, che SÌ, é organizzata da dio, ci si è sempre andati per bere, mangiare, divertirsi a prescindere dalla proposta musicale che senza tanti indugi è una delle peggiori che ci sono in giro, ma non con cattiveria è che in quella festa la musica è un po’ in secondo piano rispetto al resto (attrazioni eno-gastronomiche ecc.)
      Per quanto riguarda Abbassa non condivido in quanto organizzatore. Abbiamo dovuto organizzare un festival in meno di 3 settimane, con programmazione fatta in 3 giorni per raccogliere dei fondi post terremoto, ci servivano gruppi che portassero gente, che stimiamo e di amici dato che dovevamo chiedere loro di rinunciare a ogni compenso e quindi è naturale che chiedi di suonare gratis agli amici prima di tutto, in secondo luogo volevamo chiamare gruppi colpiti a loro modo dal terremoto, quindi all’interno dell’Emilia Romagna, guardacaso tali gruppi erano ovviamente tutti amici o conoscenti. Alcuni di loro inoltre avevano perso, oltre alla casa, anche delle date in altri festival saltati a causa del terremoto. Di fatto Abbassa é inattaccabile. Per quanto riguarda HandMade quest’anno ad esempio hanno chiamato anche un gruppo dall’estero e poi scusa gente che suona da più di 10 anni é facile che sia amica un po’ con tutti, infatti mi sembra che anche il loro programma sia ogni anni piuttosto variegato. Alè.

  6. Voglio sperare che nessuno vada sentendosi parte di qualcosa o mosso dal manifesto e che l’unica ragione sia andare a sentire musica. Se poi piace o meno de gustibus ma mi sembra uno dei soliti pezzi in cui bisogna sparar merda a caso, per forza, perch ormai gli afterhours sono troppo mainstream.

    • mi infastidisce che io abbia perso del tempo per mettere ordine alle cose che ho in testa, scegliere quello che voglio dire e quello che non voglio dire, provare a dargli un senso e buttarla su, e poi arrivi qualcuno e dica che
      1 sto sparando merda a caso (no)
      2 considero gli afterhours troppo mainstream (no)
      3 in fin dei conti il manifesto non ha importanza perchè si va a sentire la musica. allora che lo scrivono a fare il manifesto? per far girare le scatole a me?

      • Reblogged on i cittadini prima di tutto, sei un merdoso. Manuel Agnelli è un grosso, nonostante le diverse verità che dici, tuttavia in questo caso è come quando si vuole salvare la letteratura e si muove Umberto Eco che chiama Dario Fo, Saviano Brondi e tipo Monica Vitti. Comunque io credo che la cosa più grave/tajo di tutte sia il degrado psichedelico di Valtorta, vera perla di Labuan del giornalismo musicale italiano dai tempi di Tutto.

      • Davvero t’importa? Così: “Non che ce ne freghi particolarmente, ma quando qualcuno si espone al ridicolo con tale voluttà è quasi un peccato non accontentarlo e il personaggio in questione si vanta pure di essere l’autore del video. Potremmo aggiungere che non intendiamo fare alcun passo ufficiale né contattare Biagio Antonacci, che ci è indifferente come persona e come artista. Vorremmo però far notare come il suo agire riveli un atteggiamento di aperto disprezzo nei nostri confronti e nei confronti di tutto il mondo della piccola produzione discografica, realtà che evidentemente viene percepita da lui e dal suo staff come insignificante e inferiore.
        Tutti noi però sappiamo che il mondo delle mega pop star è superiore al nostro solo per i budget investiti, mentre ad ogni occasione si rivela inferiore per tutto il resto, cioè anima, cuore e idee.”

  7. Pingback: Musica per veri gorilla: guida parziale ai festival torinesi estivi « indie sto cazzo.

  8. I fuzz orchestra sarebbero bravi?
    Mi piacerebbe vedere da chi si faranno sponsorizzare questa volta per quest’iniziativa rivoluzionaria, Lee, MTV ed Estathe come la scorsa volta ai vari Tora Tora? Magari questa volta ci mettiamo direttamente McDonalds.
    Lo stallo nella cultura italiana finirà quando anche questa gente (che ha un’età media di 40 anni ma passa come debuttante) capirà di essere un intralcio e non una spinta al rinnovamento. L’alternativa italiana è tutta esattamente come il PD, c’è poco da fare.

    • I Modà sono molto, molto meglio dell’intero cast di sta stronzata tranne forse gli Afterhours stessi. Zerocalcare poi sì, simpatico, ma ROMA MERDA, in finale.

  9. Ho letto l’articolo e dal mio punto di vista è abbastanza inappropriato,stai giudicando un progetto senza nemmeno aver partecipato ad una delle date.Manuel Agnelli è un uomo con una gran testa e per fortuna non tutti la pensano come te,è un artista valido sotto molti punti di vista ed in più campi,al contrario di te io sono “ORGOGLIOSA” che lui continui a metterci la faccia,esponendosi anche alle critiche di quelli come te al quale piace parlare e dar contro alla gente solo per passare minuti della propria giornata. Personalmente ho assistito al “go-dai” tenutosi all’angelo mai di roma,un progetto valido pieno di arte sotto ogni forma con la quale essa si possa esprimere,è stata un emozione unica e senza pari.A parer mio dovresti assistere a una data del festival ed esprimere un parere a cose “fatte e viste” così è fin troppo facile aprire bocca e dargli fiato…

    • Cakkio quanta kultura hai assorbito??
      L’altra sera siamo stati a farci le canne a San Lorenzo ed eravamo anche noi pregni di cultura Kristo, poi è arrivato Dente e ci ha letto dei passi dall’autobiografia di Capovilla e lì è stato proprio lo Zenith.
      Poi è arrivato il tizio delle rose e ci ha portato in uno scantinato dove vivono in 38 e dove dipinge le sue tele, la bellezza è ovunque.

    • @Linda – non giudico il progetto, giudico il proclama legato al progetto. dal progetto in sè starò ben lontano per via del manifesto. questo è un pezzo sul fatto che il manifesto mi toglie la voglia di andare al festival.

  10. Non comprendo il senso di questo articolo…Davvero gli insulti gratuiti agli Afterhours non li capisco, così come quelli a Manuel Agnelli (e non vi parlo da loro fan, quale non sono, ma li apprezzo). Spiegati autore/giornalista: cosa volevi dire?? La musica in Italia è andata oltre?? con chi?? chi sono questi grandi musicisti di cui vantarci?? cosa non va in un festival?? ci vuoi andare bene, non ci vuoi andare statti a casa ad ascoltare altro, è come se dopo Woodstock ogni altro festival è un festivalino perchè ci sono sempre i The Who…ci sono i soliti nomi, la solita gente??? e allora??? C’è spazio per tutti…articolo da usare come carta straccia, insignificante e inutile!!

    • Non c’è spazio per tutti. Dovrebbe essere ovvio che lo spazio è pochissimo e che se lo occupano sempre gli stessi il resto soffoca

      • E’ un allevatore di volpi, ci tengo a precisare, che non le alleva per venderle alle pelliccerie, ma per ricondizionare le volpine traumatizzate e restituirle al bosco. “Per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto”:

    • non mi pare che i The Who prima di Woodstock abbiano scritto un manifesto con Jimi Hendrix, Sly, Joan Baez e Santana. tra l’altro come esempio hai scelto proprio la band a cui faceva apertamente cagare tutta la retorica del suddetto festival.
      a meno che tu non voglia dire che questo è SOLO un festival in cui si va a sentire della musica che ti/ci/gli piace. in quel caso sei d’accordo con l’articolo e non te ne sei accorto.

    • @davyd – intanto il sito su cui stai contiene qualcosa come -al momento- 1100 pezzi su gruppi di tutto il mondo e puoi tranquillamente cliccarci su per vedere se ci trovi qualche gruppo che ti interessa. per quanto riguarda gli afterhours non li odio, in realtà (stavo scherzando). mi piace Hai paura del buio, Germi, un po’ Quello che non c’è e anche Padania perchè è un disco-sbrocco senza senso con un piglio molto suicida che mi piace un sacco. gli altri mi fanno abbastanza rate ma non di quel rateismo obbrobrioso tipo “meglio la merda di coniglio”, diciamo che preferisco non-ascoltarli o ascoltare i loro dischi che mi piace ancora ascoltarli.

      quello che mi infastidisce è
      -il pezzo di XL
      -il continuo autoproclamarsi alfiere della nuova musica indipendente italiana (o in questo caso della cultura italiana a 360) da parte di Agnelli, una cosa di cui evidentemente sembra sapere poco o niente. anche io ne so poco, ma tra le poche cose che credo di aver capito c’è che la cultura italiana non ha bisogno nè di alfieri nè soprattutto di Alfieri Vittorio.

  11. In più consiglierei il ritiro immediato dall’hobby di giornalista all’autore di questo articolo! Sparo merda e sono felice…così divento famoso!!!

    • Comunque mi state sul cazzo tutti voi come te. Cioè non riconoscereste il valore di qualcuno o qualcosa manco se ve lo inducessero a forza con la Cura Ludovico. Non capite un cazzo di niente, non sentite niente, non sapete niente, un’ignoranza che va oltre quella dell’anima, un’ignoranza delle intenzioni, delle potenzialità… Cioè voi siete esattamente i tipi che si lamentano che non prevalga IL MERITO e poi accorrete a salvare LA CULTURA, ma non capite un cazzo né sapete niente di che cosa sia valido, di che cosa sia cultura.

      Cioè Kekko è tipo intelligente, brillante, ha i suoi discorsi e i suoi percorsi e le sue pippe, ma ce l’ha porca troia, e inoltre scrive in italiano, e quest’ultima cosa ha un valore incommensurabile e assurdo perché è in sé una piccola, concreta difesa della cultura e della società in cui viviamo. Cioè gli state a di’ che fa sta cosa PER ESSERE FAMOSO, mortacci vostri, vi odio, lui è il Subcomandante Marcos e il Subdelegado Zero di tutto ciò che siamo stati e perdiamo ogni giorno. PER ESSERE FAMOSO, cioè, PER ESSERE VISIBILE, applicate a lui le vostre stesse categorie perché siete mediocri, perdenti e inutili. Vaffanculo, nemico del nostro mondo, tornatene in una moschea. Se insisti ti insulto.

      • Mi hai quasi convinto. Mi devo togliere il dubbio se è più disperato:
        1) Il tizio che vorrebbe diventare famoso scrivendo su un blog anonimo
        2) Il tizio che vorrebbe ricordare al mondo ciò che siamo stati e perdiamo ogni giorno, ma lo fa attraverso un blog sottotitolato “abbastanza carini i primi, merda tutto il resto”, invece di andare ad insegnare in un liceo in provincia di Reggio Calabria, dove ci sarebbe bisogno di lui.

        • Questa cosa che hai scritto non è divertente (“non voleva esserlo!”, risponde lo stronzo cioè tu, ma il dramma è che sì, voleva esserlo), non significa un cazzo e nun fa ride – che pare, ma non è sinonimo di “non è divertente”. Non merita alcun tipo di arguta risposta, né di arguta non-risposta. Perciò penso che la prossima che eventualmente scriverai la sostituirò con qualcosa di meno brutto. Heil.

        • non capisco il punto. il blog non è anonimo, tutti sanno chi sono e chi non lo sa mi mandi un’email che glielo dico. e a quanto ne so non è facilissimo entrare come insegnanti.

  12. io questo nuovo festival di manuel agnelli lo vedo solo come un festival in più in mezzo ad altri mille festival, più belli o più brutti, solo che è organizzato da manuel agnelli quindi va in copertina sul giornale. e quindi lui è nel delirio di farci un manifesto…UN MANIFESTO?haahhaha.
    XL poteva fare un articolo di 32 pagine con tutti i festival fighi che la gente non famosa fà in italia, tipo BALLA COI CINGHIALI, o il RADAR o mille altri, così gente come DAVYD , LINDA e VERA VENETTI scopre cd nuovi nella vita che non siano dei radioèd, di bill yorke o degli atoms for piss.
    ma che poi.
    “poteva andare peggio.” cit.
    ahahah kekko vai avanti così! però sappi che quando ti inviteranno in tv come opinionista ti rinnegherà tutta la scena vera!

  13. ascolta però un festival, che si presenta con un Manifesto, che per di più inizia con “La gente ha paura perchè non sa cosa aspettarsi dal futuro”. DAI ZIO PRETE. MA COSA VUOL DIRE. è la classica sparata del cazzo! la puoi dire oggi, 20 anni fa, la puoi dire in Italia, in Tanzania, è riferita ai ventenni come ai dodicenni come ai 40enni, è come quando Capovilla dice “pagherete caro, pagherete tutti”. quelle sparate volte a prendersi un applauso facile

  14. SONO INDIGNATA! dove sono lo stato sociale! dov’è la loro pungente ironia! LORO SI che sono il volto nuovo della musika! nessuno è onesto e skietto come loro e ci sono tanti babbioni in questa foto kon le pile e non ci sono I REGAZ! voi di questo blog siete come quelli di XL siete come quelli di Rockit e tutti insieme siete un branco di pecoroni! Lo Stato Sociale spakkano i culi e non mi pento di averli visti dal vivo 13 volte compresa alla limonaia di fucecchio!

    • Lo Scroto Sociale purtroppo è malvisto nella Sciena InDY per via della sua Attitude troppo sbarazzina e Festayola.
      Pochi capiscono che dietro hanno una ricerca assennata ed un ardente impegno politico.
      Cmq nel loro prossimo split con l’Officina della Camomilla feat. MAOLO dovrebbero indagare con un’urgenza inusitata il tema degli #studentifuorisede e come il DAMS debba essere il cardine della nuova rivoluzione culturale (non senza una Fyera Legacy a doppio filo con Andrea Pazzy Enza).
      Insomma robba bella, questa estate ci becchiamo al loro concerto al Frantio Okkupato di Capalbio

  15. in questa foto Agnelli più che somigliare a Noomi Rapace somiglia ad Anna Oxa, oltre alla somiglianza hanno in comune il fatto di essersi entrambi scagliati contro il “sistema” musicale italiano pur facendone parte.. Agnelli, Capossela, Teatro degli Orrori, Massimo Volume e compagnia sono incriticabili, se lo fai ti ritrovi migliaia di fans, anzi adepti, pronti a scagliartisi contro con le solite menate sulla purezza, sui testi, sul non essere mainstream (!?) dei suddetti “artisti”..

  16. Raccontiamo un altro aneddoto:
    Manuel Agnelli è cresciuto e vive ad Abbiategrasso.
    Ad Abbiategrasso esiste da 12 anni il Folletto 25603 (spazio occupato) che fa una serie di iniziative nel quartiere, ad abbiategrasso, nel territorio e in giro per l’italia (ad es. La Terra Trema al leoncavallo laterratrema.org).
    Al folletto negli anni hanno suonato gli ovo, fuzz orchestra, ronin, enfance rouge, bellini, uzeda, egle sommacal piu’ una serie di gruppi internazionali (grazie agli amici di questi gruppi italiani)
    sono passati e hanno lasciato i loro segni disegnatori e fumettisti come blu, dem, paper resistance, zibe, atroce…
    tutto autogestito e autofinanziato (ingresso ai concerti gratuito o sottoscrizione 3 euro)
    piu’ volte siamo stati sotto attacco dagli sbirri, politici ecc. ecc.
    Il signor manuel agnelli non si è mai espresso e non si è mai visto ad un concerto o ad una nostra iniziativa anche se in un paio di occasioni lo si è invitato a farlo

  17. Pollici in su per un pezzo che scatarra su cose che meritano di essere scatarrate.

    Tristezza per gente meritevole in quella copertina squallida (tipo Rezza, Ciffo, Vasi – spero qualcuno a loro vicino gli tiri le orecchie per siffatta piazzata), e per la fiumana di commenti flaccidi che con l’intento di criticare il pezzo non fanno altro che mostrare l’inconsistenza culturale delle piccole masse prese di mira dalla Visione di Agnelli.

    “This is what we do. And if you like it, good. If not, go fuck yourself.” (J. DeMaio)

  18. Ovviamente i missionari della Vera Cultura di XL non si sono minimamente resi conto del fatto che ad un fest come il Nolebol l’anno scorso hanno suonato 40 gruppi in due giorni…ma tanto è facile avere le fette di prosciutto sugli occhietti, basta fare il radical chic e lamentarsi di quanto in Italia si sia indietro per giustificare la propria auto-qualificazione a capoccia di qualche carrozzone “alternativo”. E così come tante altre realtà, che magari sono pure contro la logica delle etichette, comprese quelle indipendenti.. E poi dai Zerocalcare, ma che ti vai ad arruolare in queste armate brancaleone? Sei un tipo simpatico e scrivi bei fumetti ma che c’entri con loro? Vuoi dare un tocco di radicalità dicendo che frequenti il forte prenestino? Basta coi piagnistei.

    • A me la cosa che sembra sbagliata, forse persino nel pezzo del mio amico kekko, è ritenere che queste cose (dalle più indipendenti a quella di XL+Manuel) si facciano “per la cultura italiana”, “per la scena” o che so io.

      • una volta mi raccontarono la storia di gente che qua in giro andò a liberare una renna vera dal presepe di natale in piazza del popolo in nome de L’ANARCHIA. però erano ancora gli anni novanta. a quanto mi raccontarono diedero pure fuoco alla renna (per errore).

    • massì, Nolebol, NOfest e tutti gli altri del giro, con tutto lo scarto che abbiamo, c’è un enorme fattore differenziale:
      senza XL e la Solita Cricca, senza Traffic, quelli non esistono.
      noarti, almeno, anche Senza Tutto, esistiamo. Non rincorriamoli, che ce frega.

  19. Linda, davyd, ma siete seri?
    non vi è bastato il Tora! Tora!, il progetto Il Paese è reale? cos’hanno portato di concreto, cos’hanno cambiato? Il progetto Paese Reale oltre alla compilation, un video e un articolo, come si articolava?
    Davvero non siete stufi di tutto questo parlarsi/cantarsi addosso?

  20. Gli afterhours mi imbarazzano da anni, loro e il loro leader Agnelli. Una merda cosi’ colossale che si, sono d’accordo, i 30 secondi di “hai paura del buio?” sono quanto di meglio abbiano saputo fare in anni di carriera.Ora, qualcuno all’interno di questa accozzaglia senza senso si salva, ma con quale pretesa si professano salvatori della cultura italiana? Avete gia’ il vostro buon seguito (alcuni decisamente troppo seguito), non state sempre li a cagare il cazzo, suonate e siate felici di poterlo fare. C’e’ gente che so anni che suona e scrive musica, ma siccome non conosce amici degli amici, sta li nel proprio stanzino ingabbiato e senz’aria a scrivere roba che rimarra’ inascoltata, ma continua per pura passione e non per salvare la cultura. Altro che PD, PD(che non sta per partito democratico).

  21. Sapete chi era fico? I R.U.N.I., ve li ricordate? Erano di un posto assurdo di quelli tristi vicino Milano, tipo Zuncrate Graviasco, Minziano sul Meno, una cosa così. Atroce. Bè erano un gruppo fico.

  22. Volevo commentare e dire la mia ma siete andati troppo avanti nel discuterne e adesso non so più nemmeno io se sono daccordo col me stesso di cinque minuti fà. No, non è vero sottoscrivo tutto quanto. Il post dico.

  23. I Tre Allegri Ragazzi Morti aprono i concerti negli stadi di Jovanotti. Le Luci della Centrale Elettrica pure. I Linea 77 hanno fatto un pezzo con Tiziano Ferro. E ci lamentiamo degli Afterhours che provano a fare un festivalino dei loro? Acqua fresca. E poi oh, son dei milanesi…

    • Ma lo volete capire che il problema è che costoro si ergono a paladini e veri custodi di questa cosa che chiamano (contro?)”cultura”, e facendo questo da una posizione oggettiva di maggior potere pigliano per il culo e soprattutto DANNEGGIANO tutti quanti?

      • Ecchissenefotte. La posizione oggettiva di maggior potere sarebbe la copertina di XL? Con tutto il rispetto, ma era successa la stessa roba anche con Il Paese è Reale, con tanto di interviste tv dove ripetevano il jingle “più realista del Re” (mai capito cazzo volesse dire) ed è successo cosa? Niente. Faranno un festival gratuito? Bene. Musica a gratis. Non è gratuito? Fai come me, rimani a casa a sghignazzare. L’indignazione in ‘sta scena di mezze calzette no, dai.

        • Infatti il problema è che ci girano doppiamente i coglioni a tutti, chi se ne sbatte sa che non dovrebbe e chi si incazza sa che non dovrebbe, è questo che ci differenzia (categoria? scena? gente simpa sull’internette?) da chi sta dall’altra parte di questa immaginaria barricata, che alla fine è ‘na staccionata, mica una guerra.

    • no ma spiegami, che c’è di male nei TARM che aprono i concerti di Jovanotti? piacciono a jovanotti, li chiama, li paga, superfesta, non pubblicano un MANIFESTO per richiamare questioni ideologiche, non si scusano, non ti vengono a dire che il loro suonare con jovanotti è un grande momento per il DIY. come la giri la giri a me sembra una cosa onestissima…

  24. l’errore che ha fatto Agnelli è stato quello di rilasciare l’intervista a XL, giornale da bimbiminkia a cui voi bimbiminkia siete abbonati e commentate nel bimbominkia’s blog.

  25. “buttando evidentemente nel cestino i NoFest, gli Handmade, gli Abbassa, i Soglianois, i Summer Days, gli AntiMTVday, gli Indierocket …” E aggiungo, Ephebia festival, Antifestival, Burning Ruin Festival ed ogni serata in cui le band dei miei amici suonano sempre prendere un euro.

  26. A molti dei commentatori sfugge il concetto principale dell’articolo, ovvero il fatto che questa gente, che ha mezzi e notorietà per poterla fare per davvero, si lamenta della “cultura” in questo paese. Manuel Agnelli non è l’ultimo degli stronzi, uno che a quasi cinquant’anni è un signor nessuno. E’ uno che (meritevolmente o meno) si è guadagnato una notorietà e che invece di sostenere grazie ad essa chi davvero avrebbe bisogno si chiude in una volontaria ghettizzazione (che forse sarebbe il caso di chiamare “elite”) costituita da artisti che aderiscono ad un manifesto di una banalità sconcertante. Che già a me il concetto di “manifesto” mette paura, perché vuol dire che ti stai ponendo in una posizione superiore a tutto il resto, “io sò io e voi non siete un cazzo”, ma è interessante constatare, come qualcuno ha sottolineato, come una delle figure più di spicco della musica italiana degli ultimi vent’anni (ed oltre) sia assente (e secondo me non a caso) da questo progettino il cui scopo “salvifico” ma soltanto ridere. Mi riferisco a Paolo Benvegnù, uno che tutti tirano per la giacca fin dai tempi degli Scisma, che la “cultura” la fa per davvero e nel modo in cui un musicista dovrebbe farla: cioè facendo il suo mestiere, scrivendo canzoni e suonando. La “cultura” in questo paese la si salva con quello che si ha da dire, non coi proclami.
    Da ex organizzatore di un piccolo festival posso dire che gli Afterhours ai tempi di “Ballate per piccole iene” esigevano cachet insostenibili (superiori ai diecimila euro), doppi, persino tripli di certi artisti internazionali (persino piuttosto mainstream), quindi questo ruolo di salvatore della patria Agnelli potrebbe quantomeno risparmiarselo e riflettere seriamente su chi, come dice Matteo, suona per prendere solo un euro.

    • “ma è interessante constatare, come qualcuno ha sottolineato, come una delle figure più di spicco della musica italiana degli ultimi vent’anni (ed oltre) sia assente (e secondo me non a caso) da questo progettino il cui scopo “salvifico” ma soltanto ridere. ”
      Ma sta cosa è completamente indimostrabile. E se Benvegnù non c’è perche si sta semplicemente sul cazzo col fratello della tipa del cugino di uno degli amici degli Afterhours? E chi lo sa.

      “facendo questo da una posizione oggettiva di maggior potere pigliano per il culo e soprattutto DANNEGGIANO tutti quanti?” Ma chi “danneggerebbero” scusa? Quelli non invitati del meraviglioso mondo della musica indipendente italiana? Gli altri organizzatori di festival/concerti/sagre/cineforum che non sono stati tirati dentro del progetto? Gl aspiranti membri dell’elite che non sono stati inclusi e ci sono rimasti male? Controsenso a mille.

      Mi ricordo che una volta in uno speciale su un festival italiano in voga dieci anni fa Manuel Agnelli si lamentava delle carote crude che davano da mangiare nel backstage. Ok, il personaggio sarà un pò presuntuoso (cosa rara nel mondo della musica, eh?), elitario, saccente. Per anni hanno campato sulla storia che stavano per essere scritturati da quella che poi ha fatto il contratto ai Nirvana (o una roba simile. Lì conobbi così, con un amico che mi dava di gomito in preda all’eccitazione. Altri tempi, probabilmente). Ma qual’è il problema? Ognuno faccia le sue robe, le sue marchette e pensi al suo. La censura preventiva, il commento sul rossetto della compagna di scuola troppo appariscente, è patetico.
      A-hug.

      • alla fine tutto sommato sono abbastanza d’accordo con questo commento, nel senso che mi infastidisce un po’ vedere che qualcuno è entrato qui con l’idea di regolarsi dei conti propri.

        d’altra parte l’articolo di XL dice che in italia non si muove niente, qualcuno si sarà pur sentito giustamente punto nel vivo a leggerlo. ecco.

      • Ma che palle, se critico non significa che ho la bava alla bocca per il risentimento. Lungi da me ogni pensiero reattivo, se non era per bastonate non so se avrei neanche mai saputo di questo evento epocale. Quando parlavo di danni, intendevo esattamente quello che diceva Umberto Palazzo; un giornale come XL muove soldi, indirizzando un certo tipo di pubblico (quello al centro dello spettro tra gli estremi dello zombie passivo radiofonico e dell’autonomo appassionato di musica). Ma visto che sappiamo tutti dove e perché li muove, almeno eviti i manifesti idealisti.

  27. Per me Benvegnù è assente solo x problemi alla prostata ma poi ne saprete + voi se è un tru intellettualo o no ke lo avrete anke ascoltato

  28. Bel post, caustico al punto giusto con almeno un paio di punte di malvagità gratuità.
    Sarà un flop come il Tora!^2, gli amici del quartierino.

  29. Guarda, sono andato a comprarmi XL, cosa che ho fatto con estrema riluttanza, perché dopo che avevo linkato il tuo articolo uno dei partecipanti al festival mi aveva chiesto se avevo letto XL, prima di prendermela con l’operazione. Ora l’ho letto, e posso dire che sei stato un bel po’ moderato. Questo è quello che gli ho risposto:

    “L’operazione è così sbagliata, e fa una giravolta tale dal punto di vista delle premesse, da sembrare uno scherzo.

    La cultura in Italia non paga. Per cambiare le cose facciamo cultura senza farci pagare.

    A prescindere dalla qualità degli Artisti coinvolti, (qualcuno mi piace qualcuno no, è ininfluente) soprassedendo questa retorica da 16 enni offensiva verso gli adulti: “lo stato è cattivo noi ci ribelliamo come la Turchia facendo le foto su sfondo bianco”, andando oltre tutto questo che mi indispone grandemente, ma non è determinante, quello che resta è un’idea confusa di un festival che si chiama come un disco che ha 15 anni, sarà gratis come era l’Arezzo wave, ci saranno arti diverse come c’erano all’Arezzo wave. Grazie, che mi volete salvare dall’informazione di merda che fa XL con un nuovo Arezzo wave promosso da XL. Poi, grazie tante che ci regalate cultura… aspetta… ma se in Italia la cultura non paga… allora tutta la cultura che c’è è regalata. Siete come tutti gli altri che si fanno un culo così per portare un po’ di bellezza in questo paese devastato dall’informazione di merda del gruppo L’Espresso. Soltanto che tutti noi adulti lo facciamo senza lamentarci di essere vittime, perché non le siamo. Le vittime sono quelli che leggono XL.”

    Questi vanno a lavorare gratis a maggior gloria della Cultura Italiana, come se non fosse un concetto astratto, in un festival promosso da chi quotidianamente fa informazione in maniera tale che sia indistinguibile dalla pubblicità. La cosa migliore che si possa pensare di chi partecipa, è che siano dei coglioni.

  30. Visto che l’idea di Agnelli è quella di salvarci, di donarci della musica “a gratis” e di divulgare il concetto di “comunione ed unione”, mi domando perchè non abbia scelto città del sud o delle isole, dove si suona di meno e con più difficoltà per chi organizza “veri festival”. Penso che Napoli, Palermo e Cagliari potevano essere ottime location.Tutto qui.

  31. Pingback: NAVIGARELLA o anche SCARTI – roba che separatamente non sarebbe bastata a fare un pezzo intero. | BASTONATE

  32. è il classico italiano.
    uno si sbatte per organizzare un festival, e tutti a criticare a dare contro. questi, questa gente non ama la musica, sono degli ultrà fetidi invidiosi e rosiconi…
    mi chiedo meglio un festival in piu’ o uno in meno? per questi evidentemente uno in meno…
    se non ti piace il fest e quello che “comporta” -non ci andare -organizzatene uno tuo -vai altrove. ma sarebbe troppo logico. poi ci meritiamo che in italia nessuno abbia voglia di organizzare mai nulla…
    ah già gli antimtvday si si come no…. ma per piacere… c’è chi gioca in serie a e chi in serie c, farsene una ragione, hanno diritto di esistere entrambi, quelli della c poi sognano di andare in a ma intanto criticano…
    fate vomitare

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